venerdì 4 ottobre 2013
Un caso di disorientamento sensoriale: intellettuale del PD, pure tra i migliori, critica il mito della società civile
Risvolto
Dal 1992 ad oggi alcuni concetti sono
diventati luoghi comuni indiscutibili della pubblicistica e del discorso
politico, giornalistico e culturale italiano. Tra questi la "società
civile" occupa un posto di regina indiscussa. Tutto ciò che proviene dal
suo magico mondo è stato ammantato da virtù redentrici. La politica si è
così trasformata inseguendo modelli e miti riferiti alla società
civile, fino a raggiungere il traguardo per cui tutto quanto possa anche
solo apparire professionalità e autonomia della politica viene visto
con sdegno o con sospetto. Berlusconi, Grillo e Renzi sono, in forme e
misure diverse, aspetti di questo fenomeno. Michele Prospero,
intellettuale italiano tra i pochi a preferire da sempre il nuotare
contro la corrente, con la sua prosa ironica e sferzante, va dunque
all'attacco della regina. In questo libro Prospero ricostruisce i
nefasti esiti dei diversi "nuovismi" ispirati al mito della società
civile. Ne esce un ritratto allarmante della politica italiana, ridotta a
spettacolo, indifferente ai contenuti e irrilevante rispetto alle vere
decisioni, sempre più delegate a tecnici e "poteri forti". Con il
risultato, a tratti paradossale, che gran parte della vera "società
civile" finisce per scomparire dalla scena, mentre la politica,
allegramente, si occupa d'altro.
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