domenica 3 novembre 2013

Nuovi studi su Gorgia








«Testimonianze e frammenti» curati da Ioli
Gorgia, il filosofo travestito da retore
di Armando Torno Corriere 18.1.14 da Spogli qui



Il siciliano Gorgia immenso oratore e primo nichilista 

20 nov 2013 Libero MAURIZIO SCHOEPFLIN 


Parlava divinamente, Gorgia. Ce lo conferma, tra gli altri, Platone nell’Ippia maggiore, uno dei suoi celebri dialoghi: «Gorgia da Leontini, il sofista, giunto qui dalla patria con l’incarico di ambasciatore, come la persona più adatta tra gli abitanti di Leontini a trattare affari di carattere pubblico, davanti alpopolodiede l’impressione di essere eccellente oratore».

Era l’anno427a. C.; lamissionediGorgia fallì, ma egli impressionò tanto favorevolmente gli ateniesi da conquistarsi la stima di uomini del calibro di Alcibiade e Tucidide. La straordinaria bravura nel parlare derivava a Gorgia anche da alcune ben precise convinzioni filosofiche, che fecero di lui uno dei maggiori rappresentanti della Sofistica, la celebre corrente di pensiero fiorita nell’Atene del V secolo a.C. chehalasciato una traccia profonda nella storia della filosofia occidentale. Nei suoi scritti, una bella edizione dei quali, ottimamente curata da Roberta Ioli, è uscita presso Carocci ( Gorgia. Testimonianze e frammenti, pp. 328, euro 25), Gorgia esprime tre granitiche certezze: nulla esiste, ovvero l’essere non è; se anche l’essere esistesse, non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo; se pure fosse comprensibile, non sarebbe comunicabile agli altri. Questo, con un termine tornato di gran moda in tempi recenti, si chiama nichilismo, del quale Gorgia viene considerato il padre. Che cosa significano le tre massime gorgiane? Non certo che il filosofo siciliano non sapesse che le cose ci sono e che dinanzi e intorno a noi esiste un mondo concreto: Gorgia vuol dirci qualcosa di diverso: che non c’è una Verità assoluta, la cui esistenza; e che nulla, pertanto, è incontrovertibile. In un universo siffatto rimane soltanto l’immenso potere della parola, che non ha da confrontarsi con verità e valori a cui attenersi. Si legge nell’Encomio di Elena, una delle opere gorgiane più famose: «Il discorso è un signore potente, che con un corpo piccolissimo e del tutto invisibile». A questo punto, qualunque tesi diventa sostenibile, anche la più strampalata: laddove non esiste la verità, tutto può essere fatto passare se non per vero, per utile. Gorgia presentava se stesso come un maestro capace di far trionfare qualsiasi tesi o dottrina, assicurandocosì ilsuccesso, soprattutto in campo politico, cosa davvero di non poco conto nell’Atene del tempo.

Nessun commento: