mercoledì 15 gennaio 2014
Ancora il libro di Vladimiro Giacchè sull'unificazione tedesca
Una storia passata e l’Europa a venire
di M. Pa. il Fatto 15.1.14
Questo libro è sorprendente per il lettore italiano. Vladimiro Giacché, economista, marxista non pentito, dirigente del fondo di investimenti Sator di Matteo Arpe per mestiere, col suo Anschluss, l’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa (Imprimatur) si dedica a smontare – con impressionante mole di dati e dichiarazioni dei protagonisti – uno dei luoghi comuni più radicati nel discorso pubblico europeo: l’unificazione della Germania come storia di successo e di solidarietà. Si diceva delle molte sorprese del libro. La prima, per chi non ha vissuto quegli anni o lo ha fatto senza eccessivo interesse, sarà il piglio “coloniale” con cui l’allora Germania Ovest affrontò il problema dei suoi rapporti con l’Est (la Repubblica democratica tedesca, Rdt) dopo il crollo del Muro di Berlino. Non unificazione, ma Anschluss appunto, annessione, termine che in Germania rimanda all’atto di forza con cui Hitler nel 1938 fece dell’Austria una provincia tedesca: nessuna trattativa, discreto uso di menzogne, imposizione della legge, del modello economico e della moneta occidentale. Il tutto condito da un repulisti di funzionari, accademici, intellettuali, tecnici che non ha eguali nemmeno dopo il nazismo.
Il risultato è la distruzione di un tessuto industriale a suo modo florido e di una economia autosufficiente: “Già nella prima metà del 1991 – scrive Giacché – la produzione industriale era crollata del 67 per cento rispetto al 1989. Ma con punte del 70 per cento nel settore dei macchinari, del 75 per cento nell’elettronica e addirittura dell’86 per cento nella meccanica di precisione”. Il corollario di questa desertificazione del manifatturiero è la disoccupazione: “Dalla fine dell’89 alla primavera del 1992 furono distrutti 3,7 milioni di posti di lavoro” su una popolazione di neanche venti milioni. L’emigrazione verso Ovest, che si voleva fermare, esplose. La privatizzazione dell’intera economia della Rdt avvenne con metodi talmente poco funzionanti, discriminatori e, spesso, criminali da incrinare per sempre, pure nel lettore più filotedesco, il mito dell’efficienza teutonica. Il mezzo con cui tutto questo fu imposto ai Lander dell’Est – oggi una sorta di Mezzogiorno tedesco – fu la moneta unica, realizzata in tutta fretta e a prezzi insostenibili per la Germania comunista. Capito perché nel sottotitolo si parla di “futuro dell’Europa”?.
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