giovedì 30 gennaio 2014
Bella, ciao.
Lo spettacolo osceno dei parlamentari del PD e di Siderurgia & Aperitivo che evirano la democrazia parlamentare cantando Bella Ciao
conferma che abbiamo perso
definitivamente un’altra casamatta. E ci dice che l’uso della retorica
dell’antifascismo non è più che il canto funebre dell’antifascismo
stesso, un’esperienza storica di emancipazione che nel nostro Paese va
oggi morendo assieme alla Costituzione repubblicana e alla democrazia
nella sua accezione moderna.
Negli anni Venti e Trenta del XX secolo, intrecciata al conflitto
politico-sociale, si è svolta una lotta egemonica furibonda per il
significato delle parole. Volk, Arbeiter, Sozialismus…: ancora forte
della fame, della spinta ascendente dei propri miti rivoluzionari e alla
testa di un processo storico impetuoso che abbracciava tutta la Terra,
il movimento operaio e democratico è riuscito a respingere l’ultimo
colpo di coda del vecchio ordine e – pur avendo subito in Europa delle
gravi sconfitte - a difendere il significato che queste parole avevano
assunto dal 1848 in avanti.
Non è stato così nel dopoguerra, quando proprio l’attenuazione del
conflitto, la presenza di rapporti di forza più favorevoli e lo sviluppo
delle forze produttive hanno favorito una progressiva identificazione
dell’antifascismo con il ben diverso concetto di “antitotalitarismo”
proprio del Mondo Libero.
Non a caso, oggi la potenza antifascista per definizione - che è anche
quella potenza che per definizione è in grado di imporre i nomi - sono
gli Stati Uniti e il pericolo principale viene da questi indicato nel
“fascismo” islamico come nel “fascismo” dei nuovi Hitler di volta in
volta costruiti dall’industria mediatica del consenso.
L’esito della Guerra Fredda ha fatto il resto. E nel costume di casa di
questa semicolonia, quel termine, che ha prevalentemente una funzione
simbolica compensativa (allevia il dolore e la vergogna per dover votare
qualunque porcheria), è oggi anche lo strumento politico-morale che
fornisce il titolo di legittimità per la manipolazione assoluta della
verità. E per l’espulsione dell’avversario dallo spazio sacro della
civiltà e del politicamente corretto nel mare barbaro dell’abiezione,
della volgarità, praticamente del terrorismo.
Siamo costretti a obiettare e faremo perciò di tutto per difendere il
significato delle parole. Ma non riconquisteremo mai più il concetto di
antifascismo. Facciamocene una ragione [SGA].
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6 commenti:
Sono d'accordo. Tutto ciò è molto triste.
Però, se può consolarci, non dimentichiamo che esisterà sempre una grandissima maggioranza della popolazione di ogni paese che non riuscirà mai, se non istruita ad hoc, a passare oltre il superficiale significato dei termini. Per alcuni il linguaggio è un muro di pietra. Per altri è un vetro trasparente. Chi può e chi vuole vedere... vede.
Speriamo... :)
ottimo articolo
io direi: Alleluia!
L'anti-fascismo in assenza di fascismo può solo essere strumentalizzato. Da qualunque parte lo si guardi. Diego Fusaro ne dà un'ottima interpretazione.
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