sabato 11 gennaio 2014
Il colpo di Stato del capitale e la fine della democrazia moderna: Luciano Gallino
Quando nel 2011 Napolitano licenziò Berlusconi, tutti erano contenti e quei pochi che osarono parlare di colpo di Stato furono considerati degli screanzati estremisti o dei complici delle destre [SGA].
Luciano Gallino: Il colpo di Stato di banche e governi. L'attacco alla democrazia in Europa, Einaudi
Risvolto
La crisi che stiamo vivendo è stata sovente
rappresentata come un fenomeno
naturale imprevedibile: un terremoto,
uno tsunami. Oppure come un
incidente capitato a un sistema, quello
finanziario, che di per sé funzionava
perfettamente. In realtà è stata il risultato
di una risposta sbagliata, di ordine
finanziario, che la politica ha dato al
rallentamento dell'economia reale in
corso da lungo tempo. E non, come
afferma Bruxelles, il prodotto del debito
eccessivo che gli Stati avrebbero
contratto a causa della crescente spesa
sociale. Al contrario è stato favorito lo
sviluppo senza limite delle attività speculative
dei grandi gruppi finanziari.
Avere lasciato il potere di creare denaro
per nove decimi alle banche private
è un difetto che sta minando alla base
l'economia. E questo con la complicità
dell'intero sistema politico e finanziario
(la Bce, la Fed, la Banca d'Inghilterra,
i fondi speculativi e quelli sovrani,
i governi e la Commissione europea).
Poche decine di migliaia di individui,
i responsabili, contro decine di milioni
di vittime. Senza contare che per rimediare
ai guasti del sistema finanziario le
politiche di austerità stanno generando
pesanti recessioni: nell'intento di proseguire
con ogni mezzo la redistribuzione
della ricchezza dal basso verso
l'alto in atto da oltre trent'anni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento