La patria degli ebrei non è per tutti. “Dico no a nuovi immigrati Israele è il Paese degli ebrei”
venerdì 10 gennaio 2014
La cosiddetta "sinistra sionista" ovvero la sinistra coloniale
La destra, almeno, ci risparmia l'ipocrisia [SGA].
Abraham Yehoshua
La patria degli ebrei non è per tutti. “Dico no a nuovi immigrati Israele è il Paese degli ebrei”
La patria degli ebrei non è per tutti. “Dico no a nuovi immigrati Israele è il Paese degli ebrei”
Non possiamo essere noi a risolvere anche i problemi dell’Africa”. Al contrario del collega David Grossman, lo scrittore Abraham Yehoshua appoggia la politica restrittiva di Netanyahu
di Roberta Zunini il Fatto 10.1.14
Questa settimana migliaia di immigrati, sudanesi, eritrei, etiopi (non
ebrei) e altri africani provenienti da vari Paesi si sono radunati nelle
piazze principali di Tel Aviv, Eilat e Gerusalemme per protestare
contro l'arresto e la detenzione di molti di loro nel centro di raccolta
di Holot in pieno deserto del Negev. “Siamo profughi non criminali, non
potete arrestarci”, urlavano In piazza Rabin a Tel Aviv dove erano ben
30mila, decisi a rischiare l'arresto pur di manifestare la loro rabbia e
frustrazione nei confronti del governo conservatore guidato da
Netanyahu. Che non intende rivedere la sua politica restrittiva in
materia di immigrazione e le espulsioni di massa, nonostante il parere
contrario della Corte Suprema, poiché molti sono richiedenti asilo
politico, essendosi opposti alle dittature in cui vivevano e dunque
costretti a fuggire.
Al contrario del suo collega David Grossman, lo scrittore e
intellettuale Abraham Yehoshua ritiene che le autorità debbano essere
inflessibili sull'immigrazione perché Israele è un paese piccolo, con
una vasta minoranza (arabo-israeliana, ndr) già dentro i confini
nazionali.
“Mi dispiace ma Israele è la patria degli ebrei, inoltre lo spazio
territoriale è limitato e quindi non possiamo dare asilo a tutti quelli
che lo chiedono e, tanto meno, a coloro che vengono a cercare lavoro.
Dobbiamo già affrontare la crescita demografica dei palestinesi con
nazionalità israeliana. Non possiamo essere noi a risolvere anche i
problemi dell’Africa.
Cosa dovrebbero fare allora le autorità per dirimere la questione?
Fermarli al confine, sigillando ancora di più la lunga frontiera con il
Sinai, attraverso cui transitano e impiegare i 50mila circa che si
trovano già qui in ambito agricolo, dandogli un permesso di lavoro
temporaneo al posto degli immigrati asiatici. In questo modo si
impedirebbe peraltro il loro sfruttamento.
Quando dice sigillare, intende l’allungamento della barriera costruita sul confine?
Sì, e aumentare massicciamente la sorveglianza lungo tutto il confine. Entrambe hanno dimostrato di funzionare.
A proposito di sorveglianza, il segretario di Stato americano John Kerry
ha appena ricevuto il niet del premier Netanyahu circa il dispiegamento
di forze internazionali per controllare la valle del Giordano in
Cisgiordania. Cosa ne pensa?
Che Netanyahu in questo caso ha agito bene perché la valle del Giordano,
anche qualora dovessero andare a buon fine i negoziati di pace e
dovesse nascere lo Stato palestinese, come spero, dovrà essere
sorvegliata almeno per i primi anni dalle forze dell’ordine israeliane
assieme a quelle palestinesi e internazionali dato che la sua posizione è
cruciale per la sicurezza di Israele, a maggior ragione dopo il caos
siriano.
Non ha fiducia nelle forze della comunità internazionale?
Non sono sufficienti, basta guardare come si comportano in Libano dove
sono dispiegate a ridosso del confine con il nostro Stato. La valle del
Giordano è quella grande area che mette in comunicazione la Siria con la
Giordania e la Giordania con Israele. Se i terroristi di Al Qaeda che
stanno combattendo in Siria non riescono a entrare nel territorio
israeliano attraverso le alture del Golan, visto che è capillarmente
pattugliato dai nostri soldati, a quel punto potrebbero entrare
attraverso la valle del Giordano. Voglio far notare che sarebbe un
grosso problema anche per la dirigenza palestinese avere i qaedisti in
casa.
Cosa pensa della situazione siriana?
Che ormai vige il caos assoluto. Nessuno può essere in grado di predire cosa accadrà.
Se Sharon non fosse in coma da 8 anni lo saprebbe?
Non credo.
Chi era, come militare e politico, Sharon?
Un uomo molto pericoloso.
Il suo errore più grave?
La guerra con il Libano nel 1982.
Una cosa positiva ?
Il ritiro dalla Striscia di Gaza.
Perché i suoi familiari si ostinano a impedire ai medici di lasciarlo morire, anche ora che non ci sono più speranze?
La sua pensione è molto alta.
Ritiene giusto che il Consiglio di Stato francese abbia dato parere
positivo alla richiesta del ministro degli Interni di vietare gli
spettacoli di Dieudonné, il comico francese antisionista e antisemita?
Certamente. I suoi spettacoli sono vergognosi e criminali. Non si
trattava di salvaguardare la libertà di espressione ma di impedire che
venissero commessi dei reati: diffamazione e istigazione all'odio
razziale. Sarei dello stesso parere anche se insultasse un’altra
minoranza.
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