martedì 14 gennaio 2014
La genesi dell'identità comunitaria
Luigi Luca Cavalli-Sforza, Daniela Padoan: Razzismo e noismo. Le declinazioni del noi e l'esclusione dell'altro, Einaudi
Risvolto
Che cosa significa «noi»? Come si
stratificano le appartenenze identitarie
che, cristallizzando un sistema
di confini e di soglie in coppie oppositive
(uomo-donna, uomo-animale,
bianco-nero, civiltà-barbarie) portano
alla gerarchizzazione del vivente e alla
creazione di sistemi politici, religiosi
e ideologici? Come si legittimano
i molti cerchi di gesso entro i quali
perpetuiamo la nostra narrazione del
mondo, fino a farli apparire ai nostri
stessi occhi non piú culturali, ma naturali
e innati? Quando il noi buono,
positivo, diventa disprezzo dell'altro,
fino a volgersi in sterminio? Da queste
domande prende avvio un dialogo tra i
due autori: un genetista noto nel mondo
per aver dimostrato l'inservibilità
del concetto di razza applicato agli uomini
e una studiosa che da tempo si occupa
della testimonianza dei genocidi
del Novecento. Si apre cosí un album
di famiglia che include i 10 000 anni
in cui Homo sapiens sapiens, dopo aver
soppiantato le altre specie umane, ha
codificato l'egoismo e la sopraffazione
in istituzioni sociali e politiche, basate
sulla proprietà privata, la guerra e lo
schiavismo. Ma, spingendo lo sguardo
piú oltre, fino alla famiglia originaria,
scopriamo altri modi del noi che non
prevedevano gerarchie sociali: una cultura
che l'istituirsi di un noi egemone
- bianco, maschio, dotato di logos - ha
reso necessario dipingere come un'infanzia
di bruti.
Maurizio Ferraris 141 14-01-2014 la repubblica 47
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