martedì 18 febbraio 2014

La bagatellizzazione della memoria del PCI nella stampa scandalistica italiana

Per un approccio serio, anche se non totalmente condivisibile, si veda l'ultimo intervento [SGA].

Moriva 50 anni fa il leader storico del Pci scisso tra Urss e via italiana al socialismo
Aveva contraddizioni irrisolte Ma cercava soluzioni condivise Sinistra grillini oggi spaccano
Francesco Piccolo La Lettura 16 febbraio 2014

IL "CORRIERE" SI SCHIERA CON TOGLIATTI
Oggi alla Camera una giornata di studi a trent'anni dalla morte del segretario comunista. Pubblichiamo l'intervento di Giorgio Lunghini: «L'austerità come filosofia sociale» 
Giorgio Lunghini Europa 11 febbraio 2014 STAMPA

Alla camera dei deputati una giornata di studi nel trentennale della morte del segretario comunista. «Il primato della politica internazionale», per un leader condannato a rimanere «isolato» tra i due blocchi
Lorenzo Biondi Europa 11 febbraio 2014 STAMPA

DA TOGLIATTI A BERLINGUER I DIARI SEGRETI DE L'UNITA' 
110  16-02-2014  il fatto quotidiano  12/13


Questione morale e austerità Quel che resta di EnricoUn sondaggio sullo storico leader del Pcidi Jolanda Bufalini l’Unità 11.2.14



A giugno sono trent’anni che è morto Enrico Berlinguer, significa che una giovane donna di trent’anni, o un giovane uomo, non ha il ricordo fisico della sua presenza. A novembre sono venticinque anni che è crollato il Muro di Berlino. Dunque per una ragazza o un ragazzo appena usciti dalla scuola il mondo diviso in due, la guerra fredda, il comunismo sono un periodo appreso sui libri, piuttosto complicato e difficile da immaginare nelle sue tensioni, nelle sue passioni. Non c’è da stupirsi se alla domanda «Chi era Enrico Berlinguer? » solo il 25% degli intervistati dà la risposta giusta «il capo del Partito comunista italiano» mentre il 30 per cento non sa proprio chi fosse (il 26 non sa, il 4 risponde in modo non pertinente). 

Golpe in Cile, Salvador Allende esce dalla Moneda con il mitra in spalla. Gli articoli di Berlinguer sul compromesso storico. Vietnam, grappoli umani appesi ai pattini dell’elicottero militare Usa in fuga da Saigon. Italia, il referendum conquista la legge sul divorzio. Europa, crollano le dittature in Grecia, Spagna, Portogallo. Eurocomunismo, in Italia il più grande partito comunista dell’Occidente conquista il 34,4% dei voti, è a un soffio dalla Dc ma fallisce il sorpasso. I salari agganciati all’inflazione, il diritto allo studio. Governo di unità nazionale, la foto mostra una stretta di mano fra Berlinguer e Moro. Il terrorismo. Rapimento e morte di Aldo Moro. Tremila morti nel terremoto in Irpinia, la svolta di Berlinguer: questione morale e alternativa democratica. 
Le gigantesche trasformazioni del mondo al tempo di Berlinguer scoloriscono per densificarsi a quell’ultimo scorcio, il politico lascia il passo alla figura morale. 
Quali immagini avranno presenti i giovani intervistati dal sondaggio Ixè di Roberto Weber, fra i mille del campione dai 18 ai 64 anni? Berlinguer nella cerata bianca da velista? Berlinguer in braccio a Roberto Benigni? Berlinguer andava a vela come giocava a calcio e si arrampicava sugli alberi, senza nessuna spocchia, da ragazzo cresciuto in Sardegna. Una volta, già segretario del più grande partito d’occidente, sparì con il mare grosso lasciando tutti col fiato sospeso. Dal sondaggio a campione viene fuori una figura atemporale, che difficilmente potrebbe dire qualcosa oggi: per il 38 la sua figura «appartiene al passato» anche se per il 33% «figure come la sua non tramontano ». Alla domanda «di lui cosa resta?» il 20% risponde «la statura morale», il 32% «il carisma personale», solo il 22% risponde «l’opera politica » mentre per il 26% «non resta nulla di particolare ». La «grande onestà individuale» è di gran lunga il suo merito maggiore (27%) contro il 12% che gli riconosce di «avere posto il tema della corruzione dei partiti e della politica», il compromesso storico è ricordato come un merito dal 6% del campione, l’8% gli riconosce l’aver resistito alle Br, altrettanti di «avere rotto con l’Unione sovietica », ma sono molti di più (il 12%) quelli che ritengono che «non ruppe abbastanza con l’Unione sovietica ». 
Sul piano della notorietà la figura di Enrico Berlinguer è superata da quella di Aldo Moro. La fama dello statista Dc appare però legata alla sua tragica fine, infatti il 47% del campione risponde esattamente «il leader della Democrazia cristiana ucciso dalle Br» contro il 39%degli intervistati da 18 a 64 anni che ricordano esattamente chi fosse il segretario del Pci. E solo il 32 % ricorda con esattezza chi fosse Bettino Craxi. Anche nel legame affettivo Aldo Moro è il più ricordato (36%) mentre il 23% ricorda «con affetto» Berlinguer che è, comunque, considerato «un grande leader politico» (43%) e «l’ultimo grande leader comunista » (30%). Interessante che, nella valutazione della sua azione, i più giovani, dai 18 ai 29 anni, che evidentemente hanno già inforcato gli occhiali della storia, valorizzano il compromesso storico (il 54 % pensa sia la sua azione più efficace). I vecchi (45-64), al 75% ritengono la «questione morale» la battaglia ancora attuale di Berlinguer contro il 66% dei giovani. 
Lo studio Ixè è stato commissionato in occasione della giornata di studi che si svolgerà oggi, dal titolo «Enrico Berlinguer. La serietà della politica », a Roma, h 10 - 17, Aula dei Gruppi Parlamentari, via di Campo Marzio 78. 
La Giornata di studio è promossa da Associazione per il rinnovamento della sinistra, Cespe, Crs, Associazione Berlinguer, Futura Umanità. Il confronto, presieduto da Aldo Tortorella, sarà intessuto su 5 relazioni: Francesco Barbagallo (Enrico Berlinguer nella storia d’Italia), Laura Boella (La politica e la vita), Lucio Caracciolo (Il mondo di Berlinguer), Giorgio Lunghini (L’austerità come filosofia sociale), Alberto Melloni (Chiesa e questione cattolica in alcuni scritti di Enrico Berlinguer). 

Alle origini della Bolognina e della "mutazione genetica" del Pci. Un contributo per tenere aperta la riflessione storica

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pci perlavvenireditaliaPer gentile concessione degli autori e degli Editori Riuniti, anticipiamo il seguente saggio che è parte integrante del volume in uscita nei prossimi giorni per iniziativa dell’Associazione Marx XXI: Novant’anni dopo Livorno. Il Pci nella storia d’Italia, a cura di Alexander Höbel e Marco Albeltaro, per la Biblioteca storica degli Editori Riuniti University Press. Una presentazione del volume e l'indice completo si trova a questo link.

di Fausto Sorini e Salvatore Tiné
Nell’analisi delle cause piú profonde del processo di «mutazione genetica» del Pci, destinato a sfociare nella svolta della Bolognina e quindi nella sua tragica auto-dissoluzione, è necessario riprendere la riflessione sulla storia dei comunisti italiani dal 1945 al 1989. Si è trattato infatti di un processo storico profondo, ma tutt’altro che lineare e fino alla fine sempre aperto a sviluppi e a esiti diversi e perfino contrapposti tra loro: la «mutazione genetica » che gradualmente e nelle forme di una trasformazione tanto profonda quanto «molecolare» ha investito una parte importante dei gruppi dirigenti a tutti i livelli del partito, la loro prassi concreta come la loro ideologia e cultura politiche, nel corso dei drammatici e travagliatissimi anni Settanta e Ottanta, ha incontrato ostacoli e resistenze tenaci, generando sempre contraddizioni e conflitti anche aspri, non solo tra i quadri del partito, ma anche nel suo corpo, ovvero nella massa degli iscritti e dei militanti. 
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