martedì 18 febbraio 2014

Tradotto il pamphlet fondamentalista di Millet su Breivik

Richard Millet: Lingua fantasma. Elogio letterario di Anders BreivikLiberilibri

CopertinaRisvolto
Langue fantôme è un’analisi impietosa del processo di autodemolizione del­­la civiltà occidentale, e della sua resa alla re­­­­torica del multiculturalismo. Un pro­­cesso che passa attraverso la corruzione delle lingue nazionali, le quali vanno via via perdendo le loro consolidate fisionomie, e in cui alla messa a morte della lingua e della letteratura si accompagna la negazione stessa del­l’idea di nazione.
In Éloge littéraire d’Anders Breivik, Mil­­let prende in esame il sanguinoso episodio che sconvolse, il 22 luglio 2011, il popolo norvegese: il massacro di 77 persone com­piuto da Anders Breivik a Utoya. Questa strage, incontesta­bil­mente atto di un singolo, può essere in­terpretata anche come una tragica me­tafora della insofferenza che alberga in molti europei, ri­mossa ma generalizzata, nei confronti delle massicce im­migrazioni di stra­nieri portatori di vi­sioni religiose e co­stumi difficilmente conciliabili con i nostri.
La questione, tra le più complesse e gravi di questa fase storica, è aperta. E l’Au­tore, per averla sollevata senza la ri­tuale “correttezza politica”, ha do­vuto su­bire feroci ritorsioni censorie da parte di numerosi clercs non solo del suo Paese.
Richard Millet (Viam, Francia, 1953)

Romanziere e saggista, è annoverato tra i più autorevoli scrittori francesi contemporanei.
Tra le sue numerose opere ricordiamo: Le Sentiment de la langue, Un balcon à Beyrouth, La Gloire des Pythre, Lauve le pur, Ma vie parmi les ombres, La Con­fession négative, L’Enfer du roman, La fiancée libanaise, Fatigue du sens.




Camillo Langone - il Giornale Sab, 15/02/2014

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