Fabio Nicolucci: Sinistra e Israele. La frontiera morale dell'Occidente, Salerno Editrice, 2013, pagg. 280, euro 12, 90
giovedì 13 marzo 2014
La sinistra non è ancora abbastanza filo-israeliana...
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Fabio Nicolucci: Sinistra e Israele. La frontiera morale dell'Occidente, Salerno Editrice, 2013, pagg. 280, euro 12, 90
Fabio Nicolucci: Sinistra e Israele. La frontiera morale dell'Occidente, Salerno Editrice, 2013, pagg. 280, euro 12, 90
Risvolto
“Sinistra” e “Israele”: due termini che oggi
sembrano cosí distanti per la nostra cultura politica di europei e
italiani da costituire quasi un ossimoro. Il loro rapporto è faticoso e
pieno di incomprensioni, alimentate da luoghi comuni e pregiudizi. Il
miglior combustibile per far divampare polemiche e rancori. Nessuno
ricorda che il padre del socialismo “scientifico”, Carlo Marx, era
ebreo, che molti rivoluzionari russi erano ebrei. La tradizione giudaica
è parte costitutiva della nostra cultura, soprattutto di quella della
sinistra, e delle nostre città da duemila anni. Sentinella di un
occidente contro l’oriente per la destra, ponte tra occidente e oriente
per la sinistra. Fabio Nicolucci, in questo suo nuovo lavoro, sostiene
che Israele è l’occidente dell’occidente e non è possibile negare
l’identità comune. In particolar modo l’autore si sofferma sul rapporto
di Israele e della sinistra con l’occidente: per Israele, con un inedito
in Italia (per fonti e ricchezza) studio dei rapporti tra
neoconservatori usa e israeliani; per la sinistra, con una non
diplomatica analisi dei suoi vizi, dei problemi e dei rapporti con
Israele, e infine della via da seguire per ritrovare una sua capacità di
ricollocarsi nel nuovo mondo, quello del post 11 settembre.
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