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Svelato il segreto di Ostia antica “Una città più grande di Pompei”
di Sara Grattoggi Repubblica 17.4.14
COSÌ grande da doppiare Pompei. Nessuno fino a ieri lo aveva
immaginato, ma Ostia Antica era ben più estesa di quanto si credesse. E
proseguiva oltre il Tevere con un quartiere circondato da possenti mura
fortificate, a proteggere i grandi magazzini per le merci e un edificio
con un doppio colonnato, ancora misterioso. A scoprire l’altra metà
“segreta” di Ostia Antica nel sottosuolo dell’Isola Sacra, a pochi
chilometri dall’aeroporto di Fiumicino, sono stati gli archeologi
guidati da Paola Germoni e Angelo Pellegrino per la Soprintendenza
archeologica di Roma, Simon Keay per l’Università di Southampton e la
British School at Rome e Martin Millett dell’Università di Cambridge.
Grazie alle indagini condotte con un magnetometro, in grado di rivelare
senza scavare la presenza di strutture sepolte,
hanno scoperto un
quartiere commerciale, finora sconosciuto, con 70mila metri quadri di
strutture, fra grandi magazzini e un imponente edificio porticato ancora
da interpretare.
Nel 2007 gli archeologi della Soprintendenza e
delle università inglesi, che collaborano da 10 anni, avevano iniziato
le indagini geofisiche su quella lingua di terra, dove oggi si alternano
campi, capannoni, qualche casa e numerosi abusi edilizi. Cercavano
l’hinterland di Portus, l’antico insediamento marittimo cresciuto
intorno ai porti di Claudio e Traiano, a nord di Ostia. La scoperta
delle mura, forse il prolungamento di quelle costruite da Cicerone e
Clodio fra il 63 e il 58 a.C. per proteggere la città, ha portato però
al risultato inaspettato. «Eccezionale - lo definisce la soprintendente,
Mariarosaria Barbera - perché fino a oggi si credeva che il Tevere
chiudesse Ostia Antica a nord».
Invece, oltre il fiume, la città
continuava: «Abbiamo individuato almeno quattro grandi complessi
sottoterra. Non possiamo datarli con certezza, ma pensiamo possano
essere di età imperiale» racconta Keay. «Tre di questi erano magazzini
usati per lo stoccaggio delle merci, come rivelano le loro piante, con
molte celle, simili a quelle dei Grandi Horrea di Ostia. Il quarto,
invece, è ancora “misterioso”». Si tratta di un grande edificio
porticato «con una pianta atipica, che non permette di definirne la
funzione ». «Potrebbe trattarsi di un altro tipo di magazzino, di un
deposito per le navi o, forse, di una residenza monumentale» ipotizza
Keay. Mentre Germoni non esclude che potesse trattarsi di «un edificio
con funzioni pubbliche ». A rivelarlo, saranno le prossime indagini:
«Abbiamo già un piano per il 2015 - spiega Germoni - Non faremo scavi
estensivi perché non ce li possiamo più permettere, ma li faremo mirati,
con una sorta di “microchirurgia archeologica”». Ma soprattutto,
sottolinea l’archeologa, «faremo in modo che l’area venga tutelata con
un vincolo archeologico più stringente di quello in vigore dal ‘62, in
un’area che fino alla fine degli anni ‘90 è stata la prima in Italia per
abusivismo edilizio».
“Più di 40 anni fa trovai i primi ruderi ma non capimmo la loro importanza”
di S. G. Repubblica 17.4.14
«NEMMENO io che lì avevo scavato, aprendo alcune “finestre” sulle
strutture nascoste, avevo immaginato che quella fosse l’altra metà della
città, cinta probabilmente dalle stesse mura». L’archeologo Fausto Zevi
nel 1968 aveva già scavato nella stessa area dell’Isola Sacra
interessata dalla recente scoperta.
Ci racconta quella campagna?
«Per
costruire una linea elettrica l’Enel aveva piantato quattro piloni, a
150 metri di distanza l’uno dall’altro, e ciascuno di essi era incappato
in strutture antiche. Quindi cominciammo a scavare e portammo alla luce
resti e reperti di strutture commerciali e grandi depositi,
probabilmente proprio i magazzini di cui parliamo oggi. Chiamammo il
quartiere la “Trastevere ostiense”, ma non immaginavamo certo che fosse
parte integrante della città».
Come l’avevate interpretato?
«Pensavamo fosse il suburbio, al di fuori delle mura».
Cosa cambia, invece, ora?
«Cambia
tutto, l’intera conoscenza della topografia e dello sviluppo
urbanistico di Ostia Antica. È una scoperta davvero straordinaria ».
Come contestualizzerebbe la scoperta del nuovo quartiere?
«Il
58 a.C., anno in cui Clodio completò la costruzione delle mura di Ostia
Antica, fu lo stesso anno in cui con una legge estese il privilegio
dell’elargizione gratuita di grano alla plebe a 230 mila nuovi capi
famiglia. Questi grandi magazzini, strutture così enormi e capienti,
potrebbero indicare la funzione annonaria che il quartiere aveva. Non
dico che le cose siano collegate, ma penso che, magari, Clodio nel
promuovere la propria legge abbia tenuto conto della disponibilità di
tali imponenti edifici per lo stoccaggio del grano».
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