domenica 8 giugno 2014

Luciano Canfora: Intervista sul potere

Intervista sul potereLuciano Canfora: Intervista sul poterea cura di A. Carioti, Laterza

Risvolto
Guerra e politica, Oriente e Occidente, religione e potere, libertà e giustizia: sono alcuni dei temi che troveremo in questa Intervista curata da Antonio Carioti. Partendo dall’esperienza del mondo classico per giungere fino all’attuale crisi delle cosiddette democrazie, Luciano Canfora mette in campo la sua competenza di conoscitore dell’antichità nonché la sua passione di intellettuale alieno dai luoghi comuni del pensiero unico. I suoi giudizi non risparmiano neanche ciò che un tempo si chiamava la sinistra e che dalla caduta del comunismo a oggi sembra smarrita al rimorchio di un’inquietante degenerazione oligarchica.


Luciano Canfora
Traiettoria tra individuo e Stato
di Angelo Varni il Sole24 domenica 8.6.14


Storia e politica; militanza personale e approfondimento scientifico; lettura disincantata della realtà e richiamo all'astrattezza dei principi: c'è tutto questo e altro ancora nella densa intervista a Luciano Canfora, curata con ritmo dialogante da Antonio Carioti. Ma c'è soprattutto l'esigenza di una riflessione sui tempi lunghi della vicenda della nostra civiltà, in una prospettiva che tende a cogliere la traiettoria che lega individuo e Stato, nella costante dialettica tra potere e libertà, dall'età classica greco-romana all'oggi.
E Canfora riesce a farlo con la lucidità del profondo conoscitore di quel mondo antico, arricchita dalla passione civile di chi mai - anche per la tradizione familiare antifascista - si è chiuso al confronto con l'impegno a vantaggio della polis odierna.
È indubbio, del resto, che in politica il linguaggio utilizzato per individuare istituzioni e comportamenti non sia mutato rispetto al periodo "classico". Canfora ha maturato la convinzione della possibilità di "perlustrare" la vicenda storica anche utilizzando "il pensiero ' analogico', che consiste nel riconoscere (quando si tratti di fenomeni politici) un nesso non velleitario fra dinamiche di epoche differenti che s'illuminano a vicenda".
Una ragione interpretativa che trova conferme nel rinvio costante e illuminante ai principi e alle fasi della Rivoluzione dell' '89, a loro volta intrisi di continui richiami alle esperienze della classicità. Con queste siamo chiamati di volta in volta a fare i conti per comprendere quanto è accaduto lungo i due secoli che ci separano da quel sogno di rigenerazione dell'uomo allora vagheggiato.
Così è, ad esempio, per le diverse fasi della rivoluzione sovietica, come per gli autoritarismi del '900, evitando di dar credito a " spiegazioni monolitiche e unilaterali, in cui tutto si riduce a un solo elemento diagnostico". Compito dello storico - ci ammonisce Canfora a più riprese- gli appare quello di sottrarsi a valutazioni che lo assimilino ad un " padreterno con intorno gli angeli al momento del giudizio universale". Solo in tal modo è possibile pure scrostare le esperienze rivoluzionarie dalle motivazioni ideologiche di partenza, facendole realisticamente rientrare nelle specifiche vicende nazionali dei diversi Paesi coinvolti, per giungere a rendersi conto dell'inevitabile "generale vittoria della storia, intesa in senso continuistico, sull'ideologia". 
Il dialogo intrecciato nel volume porta il lettore a ritrovare i grandi temi delle forme d'esercizio del potere nel confronto millenario tra Occidente ed Oriente, tra dimensioni imperiali e frammentazioni nazionali, fino agli attuali "scontri di civiltà" affidati ad ottimistiche quanto irrealistiche - ci avverte Canfora - visioni espansive di una cultura democratica occidentale. Un affascinante succedersi di "quadri" storici, dove non manca il rapporto tra politica e religione; né il ruolo cruciale dell'istruzione; come pure il susseguirsi degli scontri sociali; per poi addentrarsi in un'originale disamina degli effetti dirompenti della prima Guerra mondiale seguita dalle esplosioni rivoluzionarie dei totalitarismi, derivanti dal comune " fallimento del sistema parlamentare rappresentativo di stampo liberale".
Nel procedere verso l'oggi, lo scambio di opinioni tra i due interlocutori si fa sempre più serrato, segnato dall'appassionata ricerca di risposte convincenti all'attuale dispersione dei "valori". Spezzatosi, infatti, il filo orientativo di tutto il Novecento, rappresentato dalle diverse declinazioni dello Stato sociale; elevata di nuovo a dogma indiscutibile la supremazia della ricchezza individuale; modellata un'Europa solo delle monete e dei capitali; disgregati - è il caso dell'Italia - i partiti tradizionali, ci si è affidati alle decisioni di tecnocrati incapaci di cogliere bisogni e aspirazioni dei cittadini. Da qui, dai troppi errori commessi, il diffuso disagio e l'immaturità politica segnalati dall'espandersi di movimenti populisti densi di pericolosi echi propri delle derive fasciste che abbiamo ben conosciuto.
Di fronte alle nuove oligarchie imperanti in questo mondo globalizzato, teme Canfora di assistere a una sconfitta degli ideali di libertà concepiti due secoli fa nella temperie rivoluzionaria dell''89, con le poche speranze di risalire la china affidate unicamente a quel " laboratorio immenso costituito dal mondo della formazione e della scuola. È lì che l'educazione antioligarchica, su base critica, può farsi strada". Dequalificarlo - è l'ammonitrice conclusione - gli appare " un gesto suicida".

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