Luciano Canfora:
Intervista sul potere, a cura di A. Carioti, Laterza
Risvolto
Guerra e politica, Oriente e Occidente, religione e potere, libertà e giustizia: sono alcuni dei temi che troveremo in questa Intervista
curata da Antonio Carioti. Partendo dall’esperienza del mondo classico
per giungere fino all’attuale crisi delle cosiddette democrazie, Luciano
Canfora mette in campo la sua competenza di conoscitore dell’antichità
nonché la sua passione di intellettuale alieno dai luoghi comuni del
pensiero unico. I suoi giudizi non risparmiano neanche ciò che un tempo
si chiamava la sinistra e che dalla caduta del comunismo a oggi sembra
smarrita al rimorchio di un’inquietante degenerazione oligarchica.
Luciano Canfora
Traiettoria tra individuo e Stato
di Angelo Varni il Sole24 domenica 8.6.14
Storia
e politica; militanza personale e approfondimento scientifico; lettura
disincantata della realtà e richiamo all'astrattezza dei principi: c'è
tutto questo e altro ancora nella densa intervista a Luciano Canfora,
curata con ritmo dialogante da Antonio Carioti. Ma c'è soprattutto
l'esigenza di una riflessione sui tempi lunghi della vicenda della
nostra civiltà, in una prospettiva che tende a cogliere la traiettoria
che lega individuo e Stato, nella costante dialettica tra potere e
libertà, dall'età classica greco-romana all'oggi.
E Canfora riesce a
farlo con la lucidità del profondo conoscitore di quel mondo antico,
arricchita dalla passione civile di chi mai - anche per la tradizione
familiare antifascista - si è chiuso al confronto con l'impegno a
vantaggio della polis odierna.
È indubbio, del resto, che in politica
il linguaggio utilizzato per individuare istituzioni e comportamenti
non sia mutato rispetto al periodo "classico". Canfora ha maturato la
convinzione della possibilità di "perlustrare" la vicenda storica anche
utilizzando "il pensiero ' analogico', che consiste nel riconoscere
(quando si tratti di fenomeni politici) un nesso non velleitario fra
dinamiche di epoche differenti che s'illuminano a vicenda".
Una
ragione interpretativa che trova conferme nel rinvio costante e
illuminante ai principi e alle fasi della Rivoluzione dell' '89, a loro
volta intrisi di continui richiami alle esperienze della classicità. Con
queste siamo chiamati di volta in volta a fare i conti per comprendere
quanto è accaduto lungo i due secoli che ci separano da quel sogno di
rigenerazione dell'uomo allora vagheggiato.
Così è, ad esempio, per
le diverse fasi della rivoluzione sovietica, come per gli autoritarismi
del '900, evitando di dar credito a " spiegazioni monolitiche e
unilaterali, in cui tutto si riduce a un solo elemento diagnostico".
Compito dello storico - ci ammonisce Canfora a più riprese- gli appare
quello di sottrarsi a valutazioni che lo assimilino ad un " padreterno
con intorno gli angeli al momento del giudizio universale". Solo in tal
modo è possibile pure scrostare le esperienze rivoluzionarie dalle
motivazioni ideologiche di partenza, facendole realisticamente rientrare
nelle specifiche vicende nazionali dei diversi Paesi coinvolti, per
giungere a rendersi conto dell'inevitabile "generale vittoria della
storia, intesa in senso continuistico, sull'ideologia".
Il dialogo
intrecciato nel volume porta il lettore a ritrovare i grandi temi delle
forme d'esercizio del potere nel confronto millenario tra Occidente ed
Oriente, tra dimensioni imperiali e frammentazioni nazionali, fino agli
attuali "scontri di civiltà" affidati ad ottimistiche quanto
irrealistiche - ci avverte Canfora - visioni espansive di una cultura
democratica occidentale. Un affascinante succedersi di "quadri" storici,
dove non manca il rapporto tra politica e religione; né il ruolo
cruciale dell'istruzione; come pure il susseguirsi degli scontri
sociali; per poi addentrarsi in un'originale disamina degli effetti
dirompenti della prima Guerra mondiale seguita dalle esplosioni
rivoluzionarie dei totalitarismi, derivanti dal comune " fallimento del
sistema parlamentare rappresentativo di stampo liberale".
Nel
procedere verso l'oggi, lo scambio di opinioni tra i due interlocutori
si fa sempre più serrato, segnato dall'appassionata ricerca di risposte
convincenti all'attuale dispersione dei "valori". Spezzatosi, infatti,
il filo orientativo di tutto il Novecento, rappresentato dalle diverse
declinazioni dello Stato sociale; elevata di nuovo a dogma indiscutibile
la supremazia della ricchezza individuale; modellata un'Europa solo
delle monete e dei capitali; disgregati - è il caso dell'Italia - i
partiti tradizionali, ci si è affidati alle decisioni di tecnocrati
incapaci di cogliere bisogni e aspirazioni dei cittadini. Da qui, dai
troppi errori commessi, il diffuso disagio e l'immaturità politica
segnalati dall'espandersi di movimenti populisti densi di pericolosi
echi propri delle derive fasciste che abbiamo ben conosciuto.
Di
fronte alle nuove oligarchie imperanti in questo mondo globalizzato,
teme Canfora di assistere a una sconfitta degli ideali di libertà
concepiti due secoli fa nella temperie rivoluzionaria dell''89, con le
poche speranze di risalire la china affidate unicamente a quel "
laboratorio immenso costituito dal mondo della formazione e della
scuola. È lì che l'educazione antioligarchica, su base critica, può
farsi strada". Dequalificarlo - è l'ammonitrice conclusione - gli appare
" un gesto suicida".
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