mercoledì 1 ottobre 2014
Ancora su Pacelli, il nazismo, gli ebrei
Matteo Luigi Napolitano Avvenire 1 ottobre 2014
Pio XII, Hitler e la guerra delle radio
Le carte segrete di Eugenio Pacelli sui rapporti con l’Unione Sovietica in un convegno oggi a Roma
di Marco Ansaldo Repubblica 2.10.14
CITTÀ
DEL VATICANO C’ERA una “guerra delle onde radio” fra Pio XII e Adolf
Hitler. Un confronto sotterraneo ma serrato, fra i meno conosciuti della
Seconda guerra mondiale. Dove se da un lato la Germania nazista
bloccava il segnale di Radio Vaticana “sovrammodulando” il segnale per
renderne incomprensibili le trasmissioni, dall’altro la Santa Sede si
era organizzata con una stazione di ascolto di radio estere, di Paesi
non amici. E tra i “Paesi non amici” non c’era solo la Germania, ma
anche l’Unione Sovietica. Dunque, Radio Mosca.
Questo elemento
potrebbe trovarsi con più dettagli nei documenti sul pontificato di
Eugenio Pacelli, quando il Vaticano deciderà di renderli pubblici. Oggi
un convegno a Roma dal titolo “Pio XII e la Seconda guerra mondiale:
eventi, ipotesi e novità dagli archivi”, rifletterà su che cosa si
potrebbe trovare in quelle carte. Il simposio, organizzato
all’Università Guglielmo Marconi dallo storico Matteo Luigi Napolitano e
a cui parteciperanno esperti della Sorbona e studiosi italiani come
Andrea Riccardi, Anna Foa, Alberto Melloni, Pierluigi Guiducci, Marcello
Pezzetti, affronterà argomenti ancora non sufficientemente esplorati.
Come
ad esempio gli studi di Richard Breitman sull’OSS, l’agenzia
antesignana della Cia. Guardando quei documenti si vede che le
direttrici di azione del Vaticano e degli Alleati erano non proprio
convergenti. Infatti, pur essendo Pio XII percepito come un alleato
contro l’Asse, gli Alleati mantennero la loro priorità di debellare la
Germania piuttosto che di salvare gli ebrei, magari bombardando le linee
ferroviarie che portavano ai campi di sterminio. Con la Santa Sede
orientata a far capire che erano i sofferenti, e in primo luogo gli
ebrei, la priorità. Ulteriore elemento, il rapporto fra Vaticano e URSS.
Alcuni studiosi hanno l’impressione che nelle alte sfere vaticane si
parlasse con insistenza addirittura di un accordo con Mosca. «La cosa
non suonerebbe molto strana — è l’opinione di Napolitano — dato che se
ne parla anche nel primo dopoguerra. Non stupirebbe così di trovare
segnali di una Ostpolitik ante litteram fra i più stretti collaboratori
di Pio XII, e forse nel Papa stesso». Del resto, è nota la famosa frase
di Stalin: «Quante divisioni ha il Papa?». Meno lo è la risposta di Pio
XII, fatta arrivare a Stalin tramite Churchill: «Dite a mio figlio Josip
che incontrerà le mie divisioni in Paradiso!». Con il che Pio XII
diceva due cose: che considerava Stalin un suo figlio, e che avrebbe
potuto andare in Paradiso.
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