domenica 19 ottobre 2014

La nuova linea Mosca-Pechino

Mosca-Pechino, 48 ore con il supertreno La nuova Transiberiana avvicina la Cina

di Nicola Lombardozzi Repubblica 19.10.14


MOSCA Si può velocizzare un mito, renderlo più moderno, magari più comodo, senza ucciderne l’alone romantico che lo ha animato per quasi cento anni? La Russia ci prova con un progetto ardito e anche maledettamente costoso: realizzare una linea di Alta Velocità a fianco delle rotaie della vecchia Transiberiana, sacre a generazioni di appassionati di grandi viaggi intorno al mondo. Medesimi panorami, affascinanti e selvaggi, ma visti di sfuggita attraverso i finestrini sfrecciando a più di trecento all’ora. Il viaggio infinito (7000 chilometri e sei fusi orari) da Mosca a Pechino che adesso dura almeno sei giorni di dondolii, sobbalzi e nascite inaspettate di nuove amicizie tra compagni di scompartimento, si ridurrebbe a due giorni scarsi vissuti in asettici vagoni ultramoderni e cambiando così per molti il senso e lo spirito di quella che è sempre stata considerata un’avventura in piena regola. Non tutti a Mosca sono convinti che sia un affare investire la cifra, finora prevista, di 200 miliardi di euro per una simile operazione, ma il primo accordo con le ferrovie cinesi è già stato firmato l’altro giorno e la progettazione della nuova tratta potrebbe essere pronta già per la fine di quest’anno. A mettere fretta al governo russo c’è soprattutto la corsa ad orientare sempre più verso Est i propri interessi economici in questi mesi di sanzioni, controsanzioni e tensioni continue con l’Europa. E anche valutazioni di pura convenienza. I cinesi come è noto sono maestri nel campo dell’Alta Velocità. Non a caso possiedono la rete più estesa del mondo e vantano la tratta, finora più lunga, la Canton-Pechino di 2298 chilometri. Ma soprattutto possono garantire costi irrisori rispetto ad ogni altra nazione. Se la media del resto del mondo è di circa 26 milioni di euro per un chilometro di ferrovia ad Alta Velocità, le aziende cinesi sono in grado di realizzare la stessa distanza con “appena” 13 milioni.
Per questo la Russia ha accettato di realizzare la “Transiberiana veloce” insieme ai cinesi, accettando condizioni che fino a qualche anno fa sarebbero state impensabili visto il gelo tra i due Paesi: sul territorio russo arriveranno macchinari cinesi, ingegneri cinesi e anche operai specializzati cinesi. Il governo di Pechino sarà pagato soprattutto direttamente in natura con gas naturale e petrolio. In effetti da tempo i grandi progetti ferroviari russi languono per eccesso di costi e per difficoltà tecniche. I treni veloci (ma non velocissimi, poco più di duecentocinquanta all’ora), i cosiddetti Sapsan (falco pellegrino) collegano Mosca solo a San Pietroburgo a nord e Niznij Novgorod a sud. Ma corrono sulle rotaie tradizionali senza nemmeno sfruttare tutte le loro potenzialità.
L’inizio di una nuova Transiberiana porterebbe come prima tappa al collegamento veloce della capitale con la città tartara di Kazan, capoluogo di oligarchi e industrie pesanti. La seconda tappa renderebbe veloce il tragitto anche per Ekaterinenburg, altra città emergente per commerci e attività manifatturiere. Le tappe successive interessano meno a Mosca che infatti per bocca dei suoi dirigenti si esprime con vaghezza sui tempi e le scadenze dell’opera. «Non basteranno dieci anni — dice il presidente delle ferrovie russe — e c’è poi da valutare bene quanti passeggeri la utilizzerebbero».
Del resto le migliaia di turisti che sognano il viaggio lento e romantico continuerebbero a preferire la tratta tradizionale, quella voluta dagli zar, che ignorava Pechino e tirava dritto fino a Vladivostok. Ferrovia percorsa da eroi letterari, nobili esiliati e anche da migliaia di deportati nell’orrore dei lager sovietici dell’Estremo Oriente russo. Per percorrerla tutta ci vogliono sette giorni, attraversando pianure deserte, gole spaventose, e le coste straordinarie del lago Bajkal. Difficile che il treno superveloce cinese possa battere la potenza di un fascino immortale.

Nessun commento: