sabato 22 novembre 2014
Fu Castro - portato al potere da Franco - ad aiutare Videla. Festorazzi ha trovato nuovi temibili concorrenti
María José Henríquez: ¡Viva la verdadera amistad! Franco y Allende, 1970-1973, Editorial Universitaria)
Castro appoggiava Videla E Franco foraggiava Allende
Da documenti declassificati e da un saggio emergono gli strani intrecci tra simboli della destra e della sinistra. A dispetto dell’ostilità di facciata
22 nov 2014 Libero MAURIZIO STEFANINI
Fidel Castro aveva offerto a Jorge Rafael Videla armi e soldati,
Francisco Franco diede a Salvador Allende un prestito da 40 milioni di
dollari. Insospettabili relazioni pericolose tra governanti ispanici in
teoria di opposti orientamenti politici stanno emergendo quasi in
contemporanea: quelle tra il caudillo comunista cubano e il
dittatore argentino dei desaparecidos in seguito alla declassificazione
di documenti ufficiali di Buenos Aires; quelle tra il generalissimo già
vicino a Hitler e Mussolini e il presidente cileno simbolo
dell’alternativa di sinistra grazie a un libro.
Il più recente dei due idilli, dunque, è stato rivelato da una settantina di documenti dell’ambasciata argentina all’Avana, appena finiti nel sito «Desclasificación» del ministero degli Esteri. La maggior parte sono firmati dall’allora ambasciatore argentino Raúl Medina Muñoz, e attestano, a esempio, l'appoggio di Videla a Castro in sede Onu per far rieleggere Cuba nel Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Centinaia di guerriglieri e militanti di sinistra argentini, che spesso erano pure passati per Cuba o addirittura si erano là addestrati, in quegli anni venivano uccisi nei modi più truci. Un nome su tutti: lo scrittore Rodolfo Walsh, pioniere del new journalism e decifratore del telex da cui Castro era stato avvertito del tentativo di sbarco della Baia dei Porci. Padre di una desaparecida e ucciso il 25 marzo 1977 in un conflitto a fuoco mentre cercava di distribuire nelle cassette della posta le copie di una sua durissima Lettera Aperta di uno Scrittore alla Giunta Militare.
Nel contempo, Fidel ricambiava Videla votando per l’ammissione dell'Argentina al Consiglio economico e sociale dell’Onu, e ovviamente i due regimi erano solidali nel bloccare ogni possibile risoluzione di condanna al Comitato dei diritti umani dell’Onu. Il climax sarebbe comunque arrivato al momento della guerra delle Falkland-Malvinas, quando dall’Avana arrivò alla Giunta militare di Buenos Aires non solo appoggio diplomatico, ma anche un’offerta di materiale bellico e truppe. Va detto che non se ne fece niente, e l’unico a fornire effettivamente armi ai generali argentini fu Gheddafi. Sembra che a motivare l’asse non fosse però tanto un interesse diretto, quanto la preoccupazione dell’Urss per il Paese di cui era il primo acquirente di cereali.
Un interesse diretto c’era invece nei flussi finanziari dalla Spagna franchista al Cile di Unidad Popular, indagato nel libro della storica cilena María José Henríquez ¡Viva la verdadera amistad! Franco y Allende, 1970-1973 (Editorial Universitaria). Non solo infatti Franco prestò 40 milioni di dollari al governo di Allende: gliene aveva promessi altri 100, se lo stesso Allende si fosse recato in visita a Madrid a stringere le mani al Caudillo. Non è in realtà un segreto di Stato. Ma dopo il golpe di Pinochet era diventata una realtà così imbarazzante che si era preferito dimenticarla. Va ricordato che in nome della Hispanidad, il regime di Franco mise sempre le relazioni con le ex colonie al di sopra delle antipatie ideologiche.
La proposta di esibire una stretta di mano tra Allende e Franco di fronte a un milione di persone fu in occasione del viaggio che nel dicembre 1972 aveva portato il presidente cileno a Mosca e alle Nazioni Unite. Secondo la testimonianza dell’allora presidente della Banca centrale cilena Alfonso Inostroza, Allende ebbe un entusiastico sì dai suoi consiglieri più pragmatici. «Presidente, sono tanti soldi!», gli dissero. Ma l’antifranchista Pablo Neruda, tra l’altro suo avversario comunista alle primarie di Unidad Popolar, era ambasciatore a Parigi, e capofila dei critici. «Sono stato un democratico tutta la mia vita, non posso dare la mano a quel signore», fu la conclusione.
Però nel marzo 1971 Allende aveva ricevuto alla Moneda il ministro degli Esteri spagnolo Gregorio López Bravo, a cui arrivò a proporre di curare i progetti di sviluppo nel nord del Cile. Franco regalò anche ad Allende un reattore nucleare e lo aiutò per il debito con il Club di Parigi. In cambio Allende concesse alla spagnola Pegaso un’importante licitazione per una fabbrica di camion, preferendola a Ford e Fiat. Henríquez segnala anche che Allende, notoriamente amante dell’alcol, andava spesso a bere whisky con l’ambasciatore spagnolo. Il flirt durò per lo meno fino al giugno del 1973. Paradossalmente a sabotarlo, impedendo la realizzazione della fabbrica, furono proprio i militari cileni.
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