sabato 8 novembre 2014

Fu l'Urss a scatenare la Seconda guerra mondiale. Russia "totalitaria" e "revisionismo" secondo il proprio comodo

Patto Molotov-Ribbentrop,  il revisionismo di Putin
di Luigi Ippolito Corriere 8.11.14
Fu il patto fra i due totalitarismi del Ventesimo secolo per spartirsi le spoglie dell’Europa orientale. L’accordo fra la Germania nazista e la Russia sovietica, siglato dai ministri degli Esteri Ribbentrop e Molotov, diede il via alla Seconda guerra mondiale. Certo, ci sono storici che sostengono che Stalin agì in una logica difensiva, per guadagnare tempo di fronte all’inevitabile aggressione tedesca. Ma comunque l’Urss fra il 1939 e il 1940 si impadronì dei Baltici e di parte della Polonia. 
A distanza di 75 anni, il leader russo Vladimir Putin difende quella scelta. Parlando a una platea di giovani storici, ha affermato che «quei metodi erano parte della politica estera di quel tempo. L’Unione Sovietica aveva firmato un patto di non aggressione con la Germania. Cosa c’è di male in questo?». 
Il problema è che il protocollo segreto del patto Ribbentrop-Molotov ridisegnava i confini dell’Europa orientale lungo le linee di influenza russa e tedesca. Putin sembra essere a suo agio con quell’esito in quel dato contesto storico. Ma che dire del contesto attuale? I discorsi e le azioni della leadership russa degli ultimi tempi puntano alla revisione dell’architettura di sicurezza europea uscita dal crollo dell’impero sovietico. Putin ha accusato gli Stati Uniti di violare gli interessi russi, lasciando intendere che Mosca reclama la propria sfera di influenza in Europa. 
La difesa del patto nazi-sovietico non farà che alimentare i timori per l’atteggiamento revisionista del Cremlino. Una volta queste erano discussioni riservate agli storici: dopo l’invasione dell’Ucraina e il rombo dei bombardieri ai confini della Nato, riguardano la cronaca politica. 

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