domenica 9 novembre 2014
Il Lacan dell'acchiappo catodico
Con quel fisico del ruolo, per i prossimi 10 anni Recalcati non avrà rivali, tra gli spacciatori televisivi di ovvio e i laudatori di Edipo, ma anche un po' Telemaco [SGA].
Magari
non sembra, ma la televisione italiana sempre affamata di ospiti,
lavora alacremente all’evoluzione delle specie. Massimo Recalcati, per
esempio, rappresenta la nuova generazione della pregiata specie dello
psicologo da salotto; quelli che, invece di fare accomodare il paziente
sul divano, preferiscono accomodarsi loro in poltrona. Molti di loro,
come Alessandro Meluzzi, negli ultimi tempi sono definitivamente passati
alla cronaca nera, nuova Mecca degli ascolti, e ormai i loro
ragionamenti sulla colpevolezza del marito cornuto o della cugina
invidiosa non sono più distinguibili da quelli che si sentono fare al
bar. Solo una ristretta élite di questi psicologi continua a volare
veramente alto; così Recalcati rappresenta un riuscito restyling del
modello Paolo Crepet per quanto riguarda l’immagine (giacca di buon
taglio e occhiali di celluloide al posto di cachemire color pastello),
ma anche del modello Raffaele Morelli per quel che riguarda i concetti.
Anche Recalcati tende a scoprire l’acqua calda, ma con più fatica, come
se il boyler avesse il termostato difettoso; poi però la porta a
ebollizione con aria più calma, senza scaldarsi troppo lui. Uno
psicologo a induzione, come i fornelli. Domenica scorsa Recalcati ha
presentato a Che tempo che fa il suo libro L’ora di lezione – Per
un'erotica dell’insegnamento: titolo promettente, che pareva evocare
grandi professoresse del passato come Edwige Fenech o Gloria Guida.
OSSERVANDO
intensamente Fazio come Castellitto osserva Kasia Smutniak in In
treatment, lo psicologo a induzione ha esordito con alcune grandi verità
della vita. Prima verità: “Si insegna agli altri solo ciò che noi
stessi amiamo”. Seconda verità: “Siamo passati dalla ‘Scuola Edipo’ di
quando i genitori si alleavano con i professori contro i figli, alla
‘Scuola Narciso’ di oggi, in cui i genitori si alleano con i figli
contro i professori. Terza verità: “La vita è fatta di incontri, tutto
dipende dagli incontri che facciamo”. Quarta verità: “Gli incontri si
dividono in due categorie: quelli buoni e quelli cattivi” (questa
conviene segnarsela, è troppo complessa). Di fronte a un Fazio pensoso e
un po’ preoccupato (non sapremmo se per le verità della vita o per lo
share del programma), l’induttore si è poi messo a narrare due incontri
decisivi. Uno buono e l'altro cattivo. L’incontro cattivo avvenne alle
elementari, quando la maestra chiese ai bambini “Perché ci piace il
fuoco? ”, e lei stessa dette la risposta: “Perché il fuoco si muove”.
Una delusione cocente, che lo studente Recalcati riuscì a superare
grazie un nuovo incontro nel liceo di Quarto Oggiaro, “un’insegnante di
lettere giovane e carina che si dimostrò capace di trasformare i libri
di testo in corpi erotici”. Evvai: vuoi vedere che era proprio Gloria
Guida? E il compagno di banco di Re-calcati sarà stato Alvaro Vitali? Ma
no, questa è archeologia edipica da buco della serratura; questa
professoressa, invece, spalancò fino in fondo alla sua classe le porte
della conoscenza. “Appartengo a una generazione che si è perduta nella
droga, nel terrorismo, nelle filosofie orientali. Se mi sono salvato,
devo dire grazie a quell’insegnante”. Fu lei a cambiargli la vita, e un
po’ l’ha cambiata anche a noi. Se trent’anni fa Recalcati non è partito
per l’India, ma sta in tv a spiegarci come va il mondo, ora anche noi
sappiamo a chi dire grazie.
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