domenica 16 novembre 2014

Internazionalismo imperialista nella guerra d'Etiopia

Joao Fábio Bertonha: La "legione straniera" di Mussolini I volontari stranieri nella guerra d’Etiopia 1935-1936, "ITALIA CONTEMPORANEA"Domenica 16 Novembre, 2014


la Legione Straniera per il Duce 

LA LETTURA © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 3 agosto 1935 il maresciallo Pietro Badoglio, capo di stato maggiore, ricevette una lettera dal ministero delle Colonie: uno studio intitolato Costituzione di una divisione straniera coloniale . Era in pratica la proposta di una Legione straniera sul modello di quelle francese e spagnola. Il momento era propizio: l’avventura coloniale in Etiopia. E quale strumento migliore di proselitismo internazionale, in contrasto al vento sfavorevole antifascista, di una Legione straniera? Mussolini era d’accordo e il progetto fu sul punto di essere realizzato, ma l’opposizione dei vertici militari, e in particolare di Badoglio, motivata in una risposta scritta del 15 agosto, ebbe la meglio. A quel progetto e agli uomini disposti nel mondo a rischiare la vita per il fascismo ha dedicato un saggio su «Italia contemporanea» lo storico di origini lusitane João Fábio Bertonha, La legione straniera di Mussolini. I volontari stranieri nella guerra d’Etiopia 1935-1936 . La motivazione del «no» di Badoglio era sintetica ma efficace: l’avventura coloniale italiana era vissuta anche come un riscatto della sconfitta di Adua, che doveva avvenire per mani italiane. Inoltre le colonie erano considerate una soluzione al nostro eccesso demografico. Intanto nelle ambasciate del mondo continuavano ad arrivare richieste di arruolamento: Bertonha, che ha studiato materiali inesplorati presso l’archivio storico del ministero degli Esteri, ha calcolato circa 10 mila domande. Più o meno la stessa cifra stimata inizialmente per costituire tre reggimenti, in massima parte di fanteria. Se si guardano le oltre 3 mila domande d’arruolamento arrivate tra l’8 agosto e il 31 dicembre 1935, si vede che le popolazioni più interessate erano quelle vicine al fascismo: Germania, Romania, Ungheria, Jugoslavia. Ma tante domande arrivavano anche dalla Francia e persino dalla Russia. Gli interessati erano avventurieri, persone in cerca di riscatto, spesso con l’esperienza della Grande guerra alle spalle, ma soprattutto disoccupati attratti dal soldo sicuro dell’avventura coloniale.  © RIPRODUZIONE RISERVATA


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