Remo Bodei: La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel, il Mulino
Risvolto
Il volume viene
oggi riproposto in edizione rivista e aggiornata. Definendo la filosofia
"il proprio tempo appreso col pensiero", Hegel condensa in una singola
frase alcuni dei nodi più complessi della sua opera. Cosa significa per
lui pensare il suo tempo? Qual è il senso della corrispondenza fra
struttura sistematica e campo dei mutamenti storici? Quale il rapporto
fra la civetta della filosofia, che interpreta coscientemente le
modificazioni prodotte dall'epoca, e la "talpa" dello spirito, che
trasforma inconsciamente l'epoca attraverso il suo cieco lavorio? A tali
interrogativi Remo Bodei cerca in queste pagine una risposta,
esaminando i progetti sistematici dello Hegel maturo, dalla
"Fenomenologia delio spirito" al ciclo delle lezioni berlinesi.
Hegel, la talpa non parla più alla civetta
di Federico Vercellone La Stampa 3.2.15
Quando
Hegel afferma nei Lineamenti di filosofia del diritto che «la filosofia
è il proprio tempo appreso nel pensiero» non si limita a proporre un
ruolo egemone della filosofia nell’ambito del sapere, ma addirittura di
riassumere nel proprio seno l’andamento stesso del mondo. Questo ruolo
egemone viene assunto, secondo Hegel, dalla filosofia, e ciò significa
che la filosofia stessa è responsabile nei confronti del proprio tempo,
che l’astratto è ben più concreto di quel che erroneamente si ritiene.
Questo può suonare molto eccentrico alle nostre orecchie abituate a
pensare che la filosofia possa al massimo riflettere su quello che è o
accade ma difficilmente influenzarlo.
Proprio su questi temi ritorna
Remo Bodei riscrivendo il suo primo libro, Sistema ed epoca in Hegel,
uscito nel 1975, ora ripubblicato, sempre da Il Mulino, in una nuova
versione con il nuovo titolo La civetta e la talpa cui fa seguito, come
sottotitolo, il titolo antico.
Che cosa significa per un filosofo e
per un grande esegeta come Bodei riaggiustare la prospettiva su di un
gigante come Hegel a distanza di quasi quarant’anni? Che aspetto assume
il pensiero di Hegel dopo il tramonto del marxismo del quale, nella
cultura filosofica del Novecento, le interpretazioni del pensiero
hegeliano sono state molto spesso congiunte? Qual è il nuovo volto di
Hegel dopo la caduta del Muro di Berlino, dopo il declino della cultura
postmoderna dominata, fra l’altro, da una costellazione filosofica molto
variegata che va da Deleuze, a Derrida a Martin Heidegger?
In questo
importantissimo libro, che è ormai parte integrante della grande
tradizione degli studi hegeliani italiani e insieme, dell’ermeneutica
della cultura del nostro tempo, Bodei mostra, tra le altre cose, che
l’epoca alla quale apparteniamo non è più in grado di mettere insieme la
talpa del negativo hegeliano che scava e plasma la realtà con la
civetta del pensiero che la organizza nel sistema del sapere
speculativo. Nell’universo globalizzato l’inquietudine del pensiero non
potrà ma più coniugarsi con lo sguardo panoramico che si appaga della
propria riuscita costruzione. In questa lacerazione ci tocca vivere e
pensare.
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