lunedì 10 novembre 2014

La Coop sono loro: la fine del Sistema Sanitario Nazionale e le mani della costellazione di potere PD sulla salute

Sanità privata Dal pediatra al dentista il medico della mutua rinasce al supermercato
Da oggi alla cassa di 78 market Coop si acquisteranno tre pacchetti assistenziali pagando da 10 a 210 euro si potranno evitare ticket e avere visite specialistiche
di Michele Bocci Repubblica 10.11.14

IN CODA alla cassa del supermercato per comprare sanità. I luoghi da cui passa l’assistenza ai malati diventano sempre più vari e talvolta restano a debita distanza dal servizio pubblico. E’ il caso delle mutue, che grazie a ticket e liste di attesa, stanno ampliando il loro spicchio di mercato. E ora si attende un salto in avanti, perché proprio da oggi si muove un colosso come la Coop.
Per certi versi si tratta di un ritorno all’antico, a quando nel dopoguerra gruppi di cittadini si mettevano insieme per creare fondi dai quali attingere denaro con cui pagare prestazioni sanitarie agli associati. Oggi in Italia ci sono un centinaio di mutue che assistono circa 600mila persone. I dati sono di Placido Putzolu, il presidente della Fimiv, la federazione più grande di queste realtà. Siamo in un campo diverso dalla previdenza complementare delle aziende e degli ordini professionali, che assiste circa 7 milioni di persone, e anche da quello delle assicurazioni private, un altro milione e 200mila. Le mutue assistono chi non ha tutele legate alla professione e non possono permettersi polizze costose. Cittadini che hanno bisogno di un aiuto per visite, esami, assistenza domiciliare e odontoiatria. E’ proprio su quest’ultima specialistica, assai difficile da avvicinare per molti a causa della crisi, che puntano molte di queste realtà. «In pochi anni abbiamo raddoppiato la nostra presenza - spiega Putzolu - La nostra è sanità integrativa e bisogna diffidare dalle mutue spurie, con dentro i privati». La spesa per i soci varia a seconda della copertura che vogliono avere. In media ci vogliono 160 euro all’anno ma per programmi completi si arriva anche a 500 euro.
Da oggi in ben 78 ipermercati e grandi supermercati di Coop Adriatica, Reno e Consumatori nord-est di Emilia, Lombardia, Trentino, Friuli, Veneto, Marche e Abruzzo verranno venduti i pacchetti NoiSalute, assicurati da Faremutua. Le visite dal pediatra o dal dentista si pagheranno alla cassa come fossero detersivi o sacchetti di verdure. Tre le tariffe previste. Appena 10 euro all’anno per avere il rimborso del ticket per visite, esami, assistenza a domicilio dopo un ricovero, consulenza in caso di familiari non autosufficienti, disponibilità telefonica di un medico 24 ore su 24 oppure a domicilio. Un modo che sembra più che altro pensato per far avvicinare i consumatori a questo strumento. Con 110 euro c’è un’indennità in caso di ricovero e tariffe ridotte per una serie di prestazioni offerte da professionisti convenzionati, che in alcuni casi hanno lo studio addirittura dentro il supermercato. Il pacchetto da 210 euro offre anche il dentista, con visita odontoiatrica e igiene orale gratuite, oltre a un piano di assistenza per i non autosufficienti. Del resto si prevede di avere molti soci anziani.
Dalle Coop puntano anche sulla rapidità della risposta, perché sanno che questo è uno dei problemi del servizio pubblico. Le strutture e gli specialisti convenzionati sono di Unisalute della Unipol. «Siamo convinti di offrire un servizio utile, qualificato e approvato da Coop a migliaia di persone che oggi rinunciano o faticano a curarsi - dice Marco Gaiba, presidente di Faremutua - Non si tratta di sostituire il servizio sanitario nazionale ma di integrarne le prestazioni con un meccanismo di mutuo aiuto, che consente di ottenere di più a costi minori». Da oggi si capirà quante persone infileranno nel carrello l’assistenza sanitaria integrativa.



Cornaglia Ferraris “Così i cittadini si difendono dai disservizi del pubblico”

Repubblica 10.11.14
 E’ LA crisi del sistema pubblico ad aprire spazi alle mutue. Ne è convinto Paolo Cornaglia Ferraris, medico specializzato in pediatria e ematologia e scrittore sempre pronto a rivelare le falle del servizio sanitario nazionale.

Cosa pensa della crescita dell’assistenza integrativa?
«E’ come una risposta di anticorpi di fronte ad un infezione. Il sistema sanitario non è più sostenibile ed efficiente. Così i cittadini hanno bisogno di qualcuno che gli offra assistenza e prezzi non troppo alti».
Perché il servizio sanitario è in cattive condizioni?
«E’ stato violentato dalle amministrazioni regionali, che lo hanno usato in modo clientelare per solidificare i poteri locali. I costi sono diventati non più sostenibili perché appesantiti da corruzioni e sprechi. E così le mutue copriranno aree che non funzionano. Si muovono in modo ben organizzato, offrendo sanità ai cittadini a prezzi contenuti ».
Il regionalismo in sanità ha fallito?
«L’idea di partenza era buona, finalmente si decentrava, mettendo le decisioni in mano a persone che conoscono i bisogni locali. Ma lo schema non è stato rispettato, si è risposto alle clientele per consolidare il potere. Del resto la sanità rappresenta l’80% del bilancio delle regioni, e serve a fare assunzioni, dare appalti, accordarsi con i sindacati».
Se le mutue crescono ancora cosa succederà?
«Produrranno un sistema parallelo, caratterizzato dall’appropriatezza delle prestazioni perché se uno ha bisogno di assistenza avrà quella di cui necessita davvero, e niente di più. In quel sistema legato al denaro non si faranno gli esami e le visite inutili che vengono svolti nella sanità pubblica».
Le regioni si devono preoccupare delle mutue?
«Non credo, l’unica cosa di cui sono preoccupate adesso è di protestare contro il taglio di 4,5 miliardi. Ma Renzi è stato gentile, poteva fare riduzioni ben più radicali. Comunque vedranno molti pazienti allontanarsi. Del resto con quello che costa il ticket è meglio rivolgersi a privati, che fanno prezzi concorrenziali e danno prima le prestazioni oppure, appunto, farsi coprire da una mutua». (mi. bo.)

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