Un processo, tra l’altro, che coincide in larga parte con la stessa aspirazione alla costruzione del genere umano (il che significa, ad esempio, che in nessun modo può essere considerato democratico un paeseche ne opprima un altro).
lunedì 24 novembre 2014
La fine della democrazia moderna e le sue premesse politiche e culturali: un intervento su La Città Futura
di Stefano G. Azzarà, lacittafutura.it Novembre 22, 2014
La democrazia non è il vertice
insuperabile nell’evoluzione della convivenza politica umana, come aveva
sostenuto – pensando anzitutto alla sua versione liberale – Francis Fukuyama. E non è nemmeno quella cosa retorica che prendiamo a pretesto o che usiamo come scudo ideologico quando facciamo le guerre in
giro per il mondo per esportare la nostra civiltà. Molto più
semplicemente, la democrazia è un regime politico determinato che, come
tutte le cose umane, ha un suo decorso storico e può perciò anche
tramontare.
Anzitutto, più che di democrazia tout court sarebbe il caso di parlare di democrazia moderna.
Anche altri regimi, infatti, hanno preso questo nome nel corso della
storia – penso alle forme di democrazia in regime di produzione
schiavista nell’antichità, oppure alla democrazia Herrenvolk
presente in alcuni paesi ancora nel corso della seconda metà del
Novecento – e tuttavia stenteremmo parecchio oggi a riconoscerci in
essi. Democrazia in senso forte, infatti, quella democrazia della quale
cominciamo ad avere ormai solo un vago ricordo, è un ordinamento che
garantisce non soltanto i diritti politici ma anche
quelli economici e sociali. E che implica dunque la presenza di una
componente materiale che è costitutiva per la sua stessa definizione.
Una democrazia moderna, appunto, nella quale attraverso l’azione
politica viene rotto ogni presunto ordine naturale e tende a compiersi
quel gigantesco processo di emancipazione consapevole, collettiva e
organizzata che costituisce il senso stesso della modernità.
Un processo, tra l’altro, che coincide in larga parte con la stessa aspirazione alla costruzione del genere umano (il che significa, ad esempio, che in nessun modo può essere considerato democratico un paeseche ne opprima un altro).
Un processo, tra l’altro, che coincide in larga parte con la stessa aspirazione alla costruzione del genere umano (il che significa, ad esempio, che in nessun modo può essere considerato democratico un paeseche ne opprima un altro).
Questo tipo di regime nasce e cresce a
partire da condizioni storiche determinate. Esso è possibile, cioè,
soltanto quando i rapporti di forza tra le classi sociali non sono
eccessivamente squilibrati, quando non c’è una classe che prevalga in
maniera arbitraria sulle altre...
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4 commenti:
Per errore ho eliminato un commento invece di cliccare il tasto per la risposta: prego chi era intervenuto di ripostarlo.
In ogni caso il senso della mia risposta è che nel mio libro mi occupo anche di alcune di quelle cose che venivano chiamate in causa nel post.
Poco male. Solo una curiosità: considera il debito pubblico elevato un problema da affrontare?
Senz'altro. Ritengo che vada affrontato con grande urgenza e definitivamente tramite una tassazione patrimoniale che funzioni anche come una grande operazione di redistribuzione sociale.
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