domenica 16 novembre 2014
Una rassegna sulla crisi della destra politica classica
Luigi Iannone, Sull’inutilità della destra, Solfanelli 2014, pagine 101, € 10
Risvolto
La crisi contemporanea se da una parte indica l’esito storico di un processo planetario, dall’altra ci rivela l’inettitudine e la mediocrità delle classi dirigenti di Destra e di Sinistra. Entrambe arrese al monoteismo del mercato, quindi fintamente dicotomiche e perciò categorie inservibili.
Ma se la Sinistra è totalmente ripiegata sulla difesa dei diritti civili, la Destra è riuscita a fare di peggio. Non solo ha messo definitivamente da parte l’idea che la competizione economica vada associata a forme istituzionalizzate di solidarietà (per esempio con l’economia sociale di mercato) e che la centralità della politica e la difesa della sovranità nazionale siano campi di azione irrinunciabili.
Ma grazie ad un’orda di parvenu catapultati in ruoli e responsabilità molto più grandi delle loro reali capacità culturali e politiche, è stata in grado di bruciare in poche legislature entusiasmi e illusioni di varie generazioni di italiani. Questo è quanto accaduto nel recente passato ma è anche l’orizzonte che si sta dischiudendo davanti a noi.
Bruno Tomasich, Lo svendennio. Dalla Fine di un Ventennio ai Fini di uno Svendennio, Settimo Sigillo 2014, pagine 287, € 22
Alessandro Amorese, Fronte della Gioventù. La destra che sognava la rivoluzione: la storia mai raccontata, Eclettica Edizioni 2013, pagine 515, € 20
Annalisa Terranova, Vittoria. Una storia degli anni Settanta, Giubilei Regnani 2014, pagine 234, € 16
La bancarotta postmissina e qualche analogia con quella postcomunista
Antonio Carioti La Lettura
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