Stefano G. Azzarà
Friedrich Nietzsche dal radicalismo aristocratico alla Rivoluzione conservatrice. Quattro saggi di Arthur Moeller van den Bruck
Castelvecchi
È la stessa cosa leggere Nietzsche alla
fine dell’Ottocento, quando è ancora vivo il ricordo della Comune di Parigi e i
ceti dirigenti tedeschi tremano di fronte all’avanzata socialista, e leggerlo
qualche anno dopo, quando le ambizioni di una Germania baldanzosa e in
impetuosa crescita spostano l’attenzione dalla lotta di classe interna al
conflitto esterno latente con le altre potenze continentali? Ed è la stessa
cosa, infine, leggerlo nel 1919, quando una sconfitta disastrosa e un
cambiamento rivoluzionario di regime hanno mostrato quanto fosse fragile
l’unità del paese?
Arthur Moeller van den Bruck è il padre
della Rivoluzione conservatrice tedesca e le sue tesi anticipano molte
posizioni di autori come Spengler, Heidegger o Jünger.
Nel suo sguardo, il Nietzsche artista e profeta, il genio avanguardistico che
presagisce la nuova cultura europea in gestazione ma che nel suo desiderio
snobistico di distinzione condanna se stesso a decadere con la propria epoca,
rinasce alla svolta del secolo come l’intellettuale che trasvaluta in chiave
metafisica il darwinismo, il filosofo-guerriero che elabora l’ideologia
aggressiva della nuova Germania; per poi, dopo il crollo del II Reich e agli
esordi della Repubblica di Weimar, ripresentarsi come l’improbabile teorico di
un “socialismo spirituale” che ha il compito di integrare in chiave subalterna
la classe operaia e di rinsaldare la compattezza della nazione, preparando le
condizioni per una rivincita militare che diventerà il cavallo di battaglia del
nazismo.
Tre diverse letture di Nietzsche emergono
dunque da tre diversi momenti della storia europea. E sollecitano un percorso
evolutivo del liberalismo conservatore che dalla reazione aristocratica
tardo-ottocentesca verso la società di massa e verso la democrazia condurrà,
nel Novecento, alla Rivoluzione conservatrice e alla sua pretesa di fondere
destra e sinistra e di padroneggiare in chiave reazionaria la modernità e le
masse, il progresso e la tecnica.
In appendice la prima traduzione italiana
dei quattro saggi nei quali Arthur Moeller van den Bruck si confronta con la
filosofia di Nietzsche.
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