Francesco Tomatis Avvenire 6 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
Tradotto il "Gesù romantico" di Xavier Tilliette
Risvolto
In questo studio Xavier Tilliette, colui che
ha dato forma e legittimità alla cristologia filosofica, scandaglia con
agilità estrema e sconfinata erudizione i fondali sterminati del
romanticismo. L'ombra del Cristo errante accompagna gli scrittori
romantici e nonostante i rintocchi funebri della morte di Dio, il Cristo
rimane riferimento sorgivo e sopravvive con tratti molteplici nelle
diverse forme della sensibilità romantica. In particolare la confessione
a Cesarea di Filippo e soprattutto l'orto degli ulivi sono i due luoghi
eminenti della cristologia romantica. Negli autori che si susseguono,
da Jean Paul a Hölderlin, da Novalis a Schleiermacher, da Lamartine a
Lamennais, da de Vigny a Musset e G. de Nerval, fino ai due romanzieri
simbolo, Balzac e Dostoevski, e nella schiera innumerevole di epigoni e
autori minori, l'autore rinviene costantemente la traccia di Colui del
quale il romanticismo non è riuscito o non ha voluto liberarsi; fosse
anche solo come il peso di un'assenza, la tristezza di un non esserci
più, il Cristo continua ad albergare il cuore di ogni uomo anche nel
secolo cosiddetto della morte di Dio.
Cristo il primo romantico
Francesco Tomatis Avvenire 6 gennaio 2015
Francesco Tomatis Avvenire 6 gennaio 2015
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