lunedì 12 gennaio 2015
Trasformismo & Sinistra "radicale": la scuola del PD si prepara a coprire anche questa parte in commedia
Il tour dei due esponenti pd per studiare Syriza
di Andrea Nicastro Corriere 12.1.15
ATENE
L’autoironia non manca. «Ci fosse anche Gianni Cuperlo potremmo anche
fondare un nuovo Pd in esilio». Fine settimana di vacanze-lavoro per
Stefano Fassina e Pippo Civati. Due dei più coriacei dissidenti del
renzismo sono arrivati alla scuola di Atene per abbeverarsi alla fonte
della nuova sinistra-sinistra di Alexis Tsipras. Sono l’avanguardia
delle scanzonate Brigate Kalimera della sinistra italiana prenotate sui
voli low cost per il weekend elettorale di fine gennaio quando il
partito anti liberista e anti austerity Syriza potrebbe conquistare la
maggioranza del Parlamento greco. «Per chi come noi crede sia possibile
un’alternativa alle politiche rigoriste europee sarebbe una bella
spinta». Solo all’idea brilla nuova luce negli occhi.
Sono come al
primo giorno di un nuovo corso che promette di insegnare cose
meravigliose. Invece di Platone hanno trovato il giovane Tsipras. Civati
è venuto a sue spese con la compagna. Anche Fassina attinge al
portafogli personale, ma in compagnia di «uno degli ultimi funzionari di
partito viventi, praticamente un dinosauro» (così come si definisce
l’interessato). Pure «l’esemplare in via di estinzione» è in ferie.
Sarà
la passione, l’aria dolce di Atene, il profumo di souvlaki o che qui
discutere di politica attorno ad una bella cena costa meno di 10 euro a
testa, fatto sta che la maggior parte degli incontri assume una venatura
nostalgica. Non è mai bello stare in panchina a guardare gli altri
vincere, anche quando sono degli amici. La rete di accoglienza è fatta
da pochi elementi scelti. Un ex candidato nelle liste di Tsipras in
Italia, un’ex giovane comunista esiliata a Roma ai tempi dei colonnelli,
simpatizzanti di origini disparate. Compare anche Stathis, fratello del
rivoluzionario Panagulis, amore di Oriana Fallaci e ispiratore del suo
«Un uomo». Pare un viaggio nel tempo: passato e futuro.
Il lavoro
che la coppia di minoranza si propone in Grecia è serio quanto
ciclopico: capire come Syriza sia riuscito in tre anni a passare dal
2-3% a proiezioni che lo danno primo partito con il 30 per cento. La
scalata greca è avvenuta per di più senza rinnegare l’ispirazione
marxista del movimento. Ai due Pd in trasferta potrebbe forse bastare un
innesto di egalitarismo e una spintarella keynesiana. Civati sembra
preoccuparsi soprattutto di carpire il segreto del radicamento sociale
di Syriza attraverso le associazioni di assistenza promosse dal partito.
Mense sociali, ambulatori gratuiti, il vecchio sano lavoro di base che
nel Pd «made in Renzi» è dato per «desaparecido». «Movimento sociale e
politico crescono insieme — dice Pippo —. E crescita dovrebbe coincidere
con uguaglianza». Fassina, da buon economista, è concentrato sui
numeri. Guarda alla gravità della crisi sociale greca e alla
disperazione che ne è nata. «In Italia, fortunatamente, non siamo
arrivati a tanto».Tra un piatto di tzatziki e un dibattito, il gioco
degli specchi tra Grecia e Italia regala riflessi a volontà. Un tempo
era la sinistra ateniese a scappare da noi, domani chissà? Allora la
sinistra italiana era la più forte d’Europa, il 26 gennaio potrebbe
essere la greca. Una volta facevano scuola le salamelle alle Feste
dell’Unità e la capillarità delle sezioni Pci. Oggi è Syriza ad
inventarsi le lenticchie equosolidali e le associazioni di auto-aiuto.
Parallelismi e fughe in avanti. Da noi la frammentata banda dell’Ulivo
di Prodi è stata incapace di reggere alla prova di governo, qui ad Atene
l’ala massimalista del partito potrebbe togliere il sorriso a Tsipras.
C’è spazio anche per qualche frecciatina al frenetico segretario restato
in Italia. «Nel semestre europeo di presidenza italiana, Renzi non ha
aperto alcun discorso di verità sull’Eurozona — dice Fassina —. Vediamo
se ci riesce la Grecia con la vittoria di Alexis Tsipras».
I due
hanno alberghi e agende diverse, ma incontri a ripetizione anche con
esponenti di partiti diversi dal rosso Sypras. Fassina ne approfitta per
presentare il suo libro-manifesto «Il lavoro prima di tutto» (Donzelli
editore) nel Caffè Aitiou, giusto sotto il Partenone. «Il programma di
Syriza non è affatto estremista — spiega —. Anzi è l’unico realista
perché prende atto che l’agenda della Troika non funziona».
La vera
domanda dal pubblico all’ex dipendente del Fondo Monetario
Internazionale è «riusciremo a convincere il mondo a condonare il nostro
debito pubblico?». L’ex vice ministro delle Finanze cerca di regalare
le rassicurazioni che i compagni greci vorrebbero sentire da lui. Parla
della necessità di una «conferenza sul debito» e di una
«rinegoziazione». Ma chi è minoranza non può dare garanzie. Il massimo
che gli esce è: «Farò di tutto per convincere il Pd ad appoggiare le
richieste di Syriza».
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