sabato 11 aprile 2015
La mitologia pagana nell'arte del Rinascimento
Malcolm Bull: Lo specchio degli dèi, Einaudi
Risvolto
Nel Rinascimento fino all'età barocca
le divinità del mondo classico, oscurate
da secoli di fede cristiana, tornarono a nuova
vita per declinare in infinite variazioni fantasie
erotiche e trasfigurazioni politiche.
Ripercorrendo lo sterminato repertorio
di personaggi e situazioni che ispirò non solo
i capolavori di Botticelli e Tiziano, Poussin
e Rembrandt e tanti altri, ma anche arazzi
e decorazioni, cassettoni e bomboniere,
acconciature, abiti e giochi di corte,
Malcolm Bull getta una luce del tutto inedita
e mai convenzionale sull'epoca piú alta
dell'arte occidentale.
Alla fine del XV secolo, i resti delle
antiche divinità ingombravano il paesaggio
dell'Italia e dell'Europa occidentale.
Il cristianesimo aveva cancellato
le religioni dell'antica Grecia e di
Roma e la maggior parte degli europei
riteneva che la distruzione dell'arte
classica fosse espressione del giudizio
di Dio sul mondo pagano. Eppure,
nel corso dei tre secoli successivi, dèi
e divinità della mitologia riemersero
nel bel mezzo dell'Europa cristiana in
capolavori quali La nascita di Venere di
Botticelli o il Parnaso di Raffaello.
Nello Specchio degli dèi, Malcolm Bull
ricostruisce nella sua interezza la rinascita
degli antichi miti. Ogni capitolo del
saggio è dedicato a una diversa divinità
(Diana, Apollo, Ercole, Venere, Bacco,
Giove), non limitandosi alla pittura e
alla scultura, ma ridando vita all'intero
mondo vissuto e progettato dall'uomo
rinascimentale, nel quale i personaggi
della mitologia potevano comparire su
carri allegorici, nei banchetti o perfino
sotto forma di pupazzi di neve e fuochi
d'artificio. I ricchi e potenti principi
d'Europa potevano identificarsi con le
divinità pagane e il mito poteva divenire
un docile strumento in mano all'artista
per raccontare la storia del suo tempo.
Un fenomeno che dal XV secolo giunge
all'età barocca, quando le scandalose
storie degli dèi della letteratura classica
vennero reinventate da artisti quali Leonardo,
Raffaello, Botticelli, Tiziano,
Poussin, Rubens e Rembrandt per dar
vita a opere bellissime e sovversive.
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