lunedì 4 maggio 2015
La mostra su Roland Barthes a Parigi
BNF, dal 5 maggio al 26 luglio
Roland Barthes aurait eu 100 ans en 2015 et la BnF organise une
exposition qui rend hommage à celui qui fut tout à la fois un
intellectuel, un théoricien du langage et de la littérature, et un
écrivain.
L’allée Julien-Cain mettra en scène et en espace« les écritures de
Roland Barthes » sous la forme de longs panneaux aptes à rendre visible
le « spectacle de l’écriture », dans un parcours qui sera aussi une
manière de retracer les engagements intellectuels de Barthes
(politiques, théâtraux, littéraires, sémiologiques, mythologiques…), et
de reconstituer « l’empire des signes » par lequel l’oeuvre a dévoilé un
imaginaire qui lui est propre.
La Galerie des donateurs sera exclusivement consacrée aux Fragments d’un discours amoureux.
Le manuscrit, les fichiers et les textes préparatoires mettront en
scène la genèse de ce livre majeur dans la reconnaissance publique de
Roland Barthes.
Frammenti di Roland Barthes
Le schede in cui annotava i “discorsi amorosi”, appunti, disegni, lettere. Nell’anno del suo centenario Parigi celebra l’intellettuale che volle
mettere ordine ai sentimenti senza poter evitare di esserne travolto
di Fabio Gambaro Repubblica 3.5.15
PARIGI INTELLIGENZA E SENSIBILITÀ . Spirito critico e passione. A cento
anni dalla nascita e venticinque dalla scomparsa, Roland Barthes
continua a essere considerato uno dei grandi intellettuali del Ventesimo
secolo. Uno studioso curioso e affascinante, mai facilmente
classificabile, nel cui originale percorso facoltà analitiche e rigore
teorico convivono sempre con una dimensione più apertamente disponibile
alle emozioni. Le sue opere maggiori, da Miti d’oggi a Frammenti di un
discorso amoroso, da Il piacere del testo a La camera chiara , nascono
sempre all’incrocio di queste due prospettive, la cui sovrapposizione ha
permesso all’autore de Il grado zero della scrittura di lasciare una
traccia profonda nella cultura del secolo scorso.
Di questa centralità di Barthes, come pure del suo carattere polimorfo
(fu semiologo, critico, saggista e scrittore), si trova conferma nella
mostra che sta per essere inaugurata alla Bibliothèque nationale de
France, Les écritures de Roland Barthes. Panorama ( dal 5 maggio al 26
luglio). Utilizzando due diversi spazi della biblioteca, la mostra
propone una vasta scelta di documenti e manoscritti, oltre che numerosi
disegni e dipinti dell’autore di Critica e verità, nel tentativo di
mettere in luce non solo il suo modo di utilizzare la lingua e la
scrittura per dare corpo ai suoi interessi letterari, mitologici,
semiologici o politici, ma anche la dimensione materiale e grafica della
scrittura stessa, il suo farsi «sistema di segni» capace d’incarnare
l’immaginario dello scrittore. Il tutto lungo un percorso che si
conclude concentrandosi sulla genesi e la realizzazione di Frammenti di
un discorso amoroso, l’opera pubblicata nel 1977 che rivelò l’autore al
grande pubblico, ottenendo un enorme successo.
Proprio questa sezione consente di vedere da vicino le diverse tappe da
cui nasce l’opera di Barthes, che nelle sue celebri “schede” raccoglieva
e accumulava una gran quantità di pensieri, intuizioni, appunti,
citazioni, ricordi, schemi, elenchi, interrogativi che poi aggiornava,
correggeva e arricchiva di continuo. L’opera definitiva — che grazie a
un sapiente lavoro di selezione e montaggio ha conosciuto varianti,
correzioni e trasformazioni — conserva la traccia di tale processo di
costruzione e decostruzione nel quale a poco a poco tutto il materiale —
che tra l’altro sfrutta un vasto corpus di opere letterarie,
filosofiche, musicali o pittoriche — riesce a trovare un’organizzazione
definitiva. Il risultato è un insieme di frammenti, un ricco puzzle di
riflessioni e suggestioni che, dietro la trama colta e raffinata,
nasconde anche una dimensione più sofferta e personale, come risulta tra
l’altro dalle lettere che in quel periodo lo studioso scriveva al
giovane Antoine Compagnon.
Una parte di tale corrispondenza sta per essere pubblicata in una
raccolta d’inediti a cura di Eric Marty: Album. Inédits, correspondances
et varia ( Seuil). Si tratta di una delle tante pubblicazioni in
arrivo, tra cui spicca la bella e approfondita biografia scritta da
Thiphaine Samoyault, Roland Barthes ( Seuil) che sottolinea il
sentimento d’emarginazione e impostura da cui il semiologo cercò di
liberarsi per tutta la vita. Oppure l’intenso omaggio della scrittrice
Chantal Thomas, Pour Roland Barthes ( ancora Seuil), che oltre a
ricordare la sua amicizia per lo studioso, sottolinea l’importanza dei
suoi famosi seminari. Nella raccolta curata da Marty figurano testi
appartenenti alle diverse fasi della vita di Barthes, dagli anni della
giovinezza in cui trascorse lunghi periodi in sanatorio (esperienza
all’origine di un breve saggio del 1946 intitolato Esquisse d’une
société sanatoriale) fino all’ultimo sogno della Vita nova, il progetto
incompiuto che doveva segnare il passaggio dalla riflessione teorica
all’invenzione romanzesca. Album però propone soprattutto un ricco
campione della corrispondenza di Barthes. Da Raymond Queneau a Michel
Leiris, da Maurice Blanchot a René Char, da Claude Lévi-Strauss a Michel
Foucault, da Alain Robbe-Grillet a Julia Kristeva, da Michel Butor a
Jacques Derrida, sono molti i destinatari delle sue lettere: oltre che
preziosa testimonianza di mezzo secolo di storia intellettuale, svelano
molto della personalità dell’autore, dei suoi dubbi, dei suoi tormenti e
delle sue insicurezze. Mostrano un Barthes meno conosciuto che, accanto
al rigore intellettuale e alla straordinaria capacità di leggere e
interpretare i segni della letteratura e del reale, dimostra un
incessante bisogno di relazioni forti e profonde. È un Barthes che ci ha
lasciato — come è stato scritto da Le Monde — un «certo modo di
articolare il testo e la vita » e una «certa maniera di stare al mondo».
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