lunedì 15 giugno 2015
I figli dell'occupazione nazista in Italia
Michela Ponzani: Figli del nemico. Le relazioni d'amore in tempo di guerra 1943-1948, Laterza, pagg. 180, euro 20
Risvolto
«Essendo fidanzata con un prigioniero di guerra tedesco ed avendo ad
oggi una bambina, faccio appello a codesto Comando di voler concedere
l’autorizzazione onde poterci unire in matrimonio, sebbene prigioniero.»
Rimasta sola a crescere la figlia nata dall’amore con un soldato
tedesco, Lola Oldrini così scriveva alla Commissione alleata di
controllo di Roma nel luglio del 1946. Come lei, nel periodo dell’Asse
Roma-Berlino, e poi durante l’occupazione nazista, tra il 1943 e il
1945, molte donne italiane intrattennero relazioni sentimentali con
militari tedeschi della Wehrmacht. Furono fidanzamenti voluti dalle
famiglie d’origine, relazioni di lungo periodo sfociate in ‘matrimoni
misti’, oppure relazioni extraconiugali e incontri fugaci ricercati per
bisogno d’affetto e protezione nei giorni della solitudine della guerra.
Ciò che è stato omesso è che i bambini nati da questi incontri,
considerati ‘figli del nemico’, furono spesso oggetto di
discriminazione, subirono l’abbandono delle madri, passarono l’infanzia
chiusi in orfanotrofi, negli istituti di cura religiosi o nei brefotrofi
gestiti dalla Croce Rossa o dall’Opera nazionale maternità e infanzia o
vennero dati in adozione. Attraverso le lettere private e i diari oggi
conservati nell’Archivio Segreto Vaticano e nell’Archivio delle Nazioni
Unite, Michela Ponzani racconta le loro vite dimenticate, insieme a
quelle delle loro madri, dei loro padri e di chi se ne prese cura,
riportando alla luce storie sconosciute e sorprendenti.
I bambini nati da militari della Wehrmacht nel Paese occupato subirono il disprezzo sociale. E talvolta furono abbandonati
Luca Gallesi - il Giornale Dom, 14/06/2015
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