domenica 14 giugno 2015

Sicilia: il compagno Crocetta legalizza 30mila case abusive

http://www.marsalaoggi.it/wp-content/uploads/2013/07/coste.jpgSchizofrenia politica da condono

La decisione di Crocetta legalizza in un colpo solo 30 mila abusi

di Tomaso Montanari Repubblica 13.6.15

COME in un film horror di terz’ordine riprende vita un devastante virus congelato, un orrendo mostro che dormiva da dodici anni nei cassetti giuridici a triplo fondo della Regione Sicilia: che sempre di più appare autonoma soprattutto dalla Costituzione, oltre che dal buon senso.
Giusto un anno fa, un comunicato stampa della giunta Crocetta annunciava la soddisfazione dell’allora assessore all’ambiente Maria Rita Sgarlata e del presidente della commissione ambiente Giampiero Trizzino per aver bloccato il mostro, e cioè il condono in forma di circolare: «Un atto fondamentale a difesa del territorio siciliano. La circolare di fatto allargava l’ultimo condono edilizio agli immobili ricadenti in aree sulle quali insistono vincoli di protezione, tra i quali quelli paesaggistici ed idrogeologici ». Oggi – silurata la Sgarlata e marginalizzato Trizzino – la stessa identica giunta Crocetta scongela e sottoscrive quella famigerata circolare: un atto di schizofrenia politica che genera istantaneamente un mostruoso supercondono, che a sua volta legalizza in un colpo solo 30mila abusi siciliani. Anche edifici sul mare, anche in zone vinco-late: e soprattutto anche in luoghi ad altissimo rischio idrico e geologico. E qui non c’è solo l’inqualificabile esempio di un’amministrazione che invita i suoi cittadini a perseverare allegramente nell’illegalità in attesa della prossima sanatoria (che immancabilmente arriverà): c’è molto di peggio, perché rinunciando per sempre alle demolizioni, si mettono le basi per le stragi future, nella più completa rimozione della pur recentissima memoria dei trentasette morti dell’alluvione di Giampilieri (Messina, 2009).
Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano ha appena constatato pubblicamente che «non esiste una strategia per lo sviluppo del Mezzogiorno». Di fronte all’azzardo inqualificabile della Giunta Crocetta c’è da augurarsi che ciò sia vero letteralmente. Perché se invece una strategia ci fosse, e se questa strategia avesse a che fare con il ballottaggio di domenica prossima, saremmo di fronte al più cinico dei calcoli: puntare tutto sull’ignoranza, e barattare la vita stessa dei cittadini con il loro consenso.
La cosa più impressionante è che quello fino a ieri congelato era un mostro partorito dal governo Berlusconi nel 2003: un mostro che in salsa siciliana è diventato ancor più mostruoso, perché la versione originale non permetteva di condonare gli edifici in aree vincolate. E ci si chiede: ma è possibile che il ministro Delrio e il presidente Renzi rimangano muti di fronte ad un governatore del Pd che resuscita una devastante legge del ventennio berlusconiano, e anzi la peggiora ulteriormente? L’uscita di scena del ministro Maurizio Lupi aveva fatto sperare che il Nazareno dell’ambiente (simboleggiato dallo Sblocca Italia) fosse stato sepolto per sempre: ma ora quel patto risorge, e lo fa nella regione più bella e più infelice di un’Italia che sembra condannata a non cambiare mai verso.


Sanatoria in Sicilia, bufera su Crocetta

In extremis, e alla vigilia dei ballottaggi, una circolare riscopre il condono varato da Berlusconi nel 2003 Interessate 30 mila case abusive, in gran parte nei paesi che votano
Il governatore: “Non sapevo nulla”

di Emanuele Lauria Repubblica 13.6.15

PALERMO. Uno, due, trentamila. È lo stesso assessore al Territorio Maurizio Croce, l’uomo che ha firmato la circolare sblocca- sanatoria, a fornire il numero definitivo delle pratiche che tornano in pista. La Sicilia del “comunista” Crocetta riscopre il condono Berlusconi, dodici anni dopo, ed è un corto circuito che scatena polemiche. Perché il provvedimento incriminato arriva a pochi giorni dalle elezioni eof course - favorirà pure gli abusivi di numerosi centri interessati dai ballottaggi delle amministrative. «Io non lo sapevo», dice il presidente Crocetta impegnato in una difficilissima sfida elettorale con i grillini nella sua Gela, una delle capitali dell’abusivismo siciliano. «L’atto - dice il governatore - l’ha firmato il mio assessore e comunque dovevamo adottarlo per forza se vogliamo rispettare le sentenze della giustizia amministrativa». La questione, in realtà, non è così semplice. La circolare che ha scatenato il putiferio, infatti, ne cancella una precedente di segno contrario che, a sua volta, ne annulla un’altra firmata ancora prima. Tutto nasce dall’incerta applicazione della sanatoria Berlusconi del 2003: l’Assemblea regionale siciliana, infatti, nel recepirla, si “dimenticò” di importare anche nell’Isola le norme più stringenti sulla cosiddetta “inedificabilità relativa”, che si applica in alcune zone protette, fra le quali pezzi di riserva e aree soggette a vincolo idrogeologico. In altre aree, come quello entro 150 metri dalla battiglia, vige l’inedificabilità assoluta.
I Comuni sono rimasti prigionieri di dubbi interpretativi, fugati ora dalla circolare del duo Croce-Crocetta: il vincolo “relativo” può essere bypassato «anche se non in automatico», si affretta a precisare l’assessore alludendo al fatto che il via libera definitivo alle pratiche, in ogni caso, sarà subordinato ai pareri degli organi competenti (assessorato, sovrintendenze). «Cosa dovevamo fare, soccombere davanti a un contenzioso enorme? », si giustifica ora Croce che cita «ben 23 sentenze contrrarie del consiglio di giustizia amministrativa ». Ora, in una terra segnata dalla piaga dell’abusivismo, dove complessivamente sono 770 mila le domande di sanatoria (e secondo la commissione ambiente dell’Ars la maggior parte delle irregolarità non viene denunciata) un provvedimento del genere non poteva passare inosservato. Crocetta è finito nel mirino dei grillini: «Governo incapace che conferma la propria totale schizofrenia», dice il deputato Giampiero Trizzino. A ruota le proteste dei Verdi, che con Angelo Bonelli annunciano un esposto al governo nazionale: «Possibile che su un tema così delicato Crocetta imiti in peggio Berlusconi? ». «C’è il dubbio - dice Gianfranco Zanna di Legambiente- che si tratti di un tentativo di fare cassa a danno del territorio ». Quindi lo «sconcerto» di Italia Nostra che parla di «mossa disperata dell’ultima ora».

Già, l’ultima ora. Ovvero la vigilia dei ballottaggi. La Regione ha fatto subito sapere che a Gela, la cittadina di Crocetta, le istanze che si sbloccano sono “soltanto” 150. Non vengono fornite altre cifre dettagliate. Ma un segnale si può cogliere dal numero complessivo delle domande di sanatoria presentate nel 2003. Nei primi posti della classifica siciliana figurano Marsala (1.379 istanze), Carini (1.322), Gela (1.319), Barcellona (1.158) e Milazzo (1.111): tutti centri interessati dal voto. Un caso? Forse. Di certo, il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, dice che «la tempistica di questo atto, probabilmemnte dovuto, è discutibile». E lo stesso assessore Croce, rivendicando la sua buona fede, infine ammette di essersi “pentito”: «La circolare dovevo firmarla, ma forse sarebbe stato meglio farlo martedì». 

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