domenica 18 ottobre 2015
40 anni da Politica e cultura di Bobbio
di Marco Albeltaro La Stampa 18.10.15
Sessant’anni non sono molti, ma i sessant’anni che ci dividono dal 1955,
anno in cui uscì la prima edizione di Politica e cultura (Einaudi),
forse il libro più noto di Norberto Bobbio, sembrano un’eternità. Siamo
nel cuore della guerra fredda e Bobbio decide di uscire allo scoperto,
proponendosi come intellettuale «mediatore» per aprire un dialogo con
quelli che Guareschi aveva definito i «trinariciuti» e che i più
moderati si limitavano a dipingere come estranei alla civiltà
democratica, i comunisti e, in particolare, con il loro segretario,
Palmiro Togliatti. Gli argomenti che si affollano nelle dense pagine di
Bobbio sono tanti, la democrazia innanzitutto e il suo rispetto nei
regimi comunisti, il peso della libertà e il ruolo degli intellettuali,
temi di cui si parlerà anche domani e martedì prossimi al Circolo dei
lettori di Torino, al convegno che celebrerà l’anniversario dell’uscita
del libro.
L’intellettuale, scrive Bobbio, ha il compito «di seminare dei dubbi e
non già di raccogliere certezze», un’affermazione che pare accentuare
ulteriormente la distanza temporale di questo libro ma che ci
restituisce anche tutto l’impegno politico di un filosofo che ha scelto
di porsi come un ponte fra le ragioni dei comunisti e i principi delle
democrazie liberali. Non fu un dialogo facile e non vi fu convergenza
fra le due proposte in campo. Ciò non toglie che non si trattò soltanto
di un esercizio accademico fra intellettuali – perché, va ricordato,
Togliatti oltre che un politico era anche un intellettuale di razza – ma
del più significativo contributo alla distensione all’interno della
guerra fredda culturale che si agitava nel nostro paese.
Questi sessant’anni che ci separano dal ‘55 sembrano dunque un’eternità.
Il dibattito contenuto in Politica e cultura non può essere, infatti,
capito se non si tiene conto che il Novecento è stato il tempo delle
ideologie totalizzanti. E oggi non possiamo che guardare al secolo
scorso per coglierne le discontinuità con il presente. Ma proprio libri
come Politica e cultura ci consegnano non soltanto le chiavi
interpretative del passato, ma anche stimoli per il presente e per il
futuro.
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