mercoledì 28 ottobre 2015
Così il giornale della borghesia nazionale racconta un colpo di Stato liberale
Senza pudore [SGA].
Portogallo, la «nuova» sinistra resta al palo.
Alleanza I socialisti cambiano idea e si alleano con Pc e Bloco de
Esquerda (fratelli di Syriza)
Incarico ai conservatori. Senza maggioranza, «ma l’alternativa è incoerente»
di Sara Gandolfi Corriere 27.10.15
Doveva accadere nel Paese di Fernando Pessoa, il poeta che nel Secondo
libro dell’inquietudine scrive «il più alto fra noi è solo uno che
conosce da più vicino il vuoto e l’incertezza del tutto». Perché bisogna
riconoscere, oltre ogni possibile polemica, che il conservatore Pedro
Passos Coelho, il premier uscente del Portogallo cui il presidente
Anibal Cavaco Silva, anch’egli conservatore, ha affidato il mandato di
ri-formare il governo è davvero «il più alto di tutti»: la coalizione
con cui s’è presentato al voto il 4 ottobre ha conquistato più elettori,
il 39%, rispetto al rivale socialista. E poco importa se poi il leader
del Ps, Antonio Costa, ha ingaggiato un negoziato a quanto pare proficuo
con quelli più a sinistra di lui, con cui diceva di non volersi proprio
alleare. Il neonato blocco di Ps, comunisti e Bloco de Esquerda (i
fratelli lusitani di Syriza) farà pure maggioranza ma per ora resta al
palo. Lo scettro dell’incertezza spetta a Passos Coelho che la prossima
settimana affronterà, quasi inevitabilmente, il voto di sfiducia, visto
che non ha i numeri in Parlamento per governare.
Sfida impossibile che il presidente Cavaco Silva, politico anziano e di
lungo corso, ha voluto comunque tentare, parlando in Tv di «interessi
superiori del Portogallo» per spiegare la sua scelta. Ha provato a
convincere Costa ad un governo di unità nazionale. Sconfitto, ha
bocciato l’«alternativa incoerente» che rischia di avere «conseguenze
finanziarie, economiche e sociali ben più gravi» di un governo di
destra, pur senza futuro. Così ha messo a nudo le debolezze dell’Europa
anti-deficit e del suo elettorato. Stanco della durissima austerità
imposta da Bruxelles ma forse non ancora del tutto capace di presentare
un’alternativa credibile. Almeno per l’establishment attuale.
Tocca allora a Passos, il «più alto», stare sul baratro dell’incertezza e
del vuoto che ne seguirà. Ieri la sinistra ha eletto, compatta, il
nuovo presidente del Parlamento Eduardo Ferro (120 voti contro i 108 del
candidato di destra). Se Passos fallisce questa nuova alleanza potrebbe
tentare un governo — benché le posizioni economiche delle sue tre anime
appaiano poco conciliabili — oppure i portoghesi torneranno alle urne.
Solo in tarda primavera, però, dopo la tregua imposta dalle
presidenziali in gennaio, lasciando in sospeso anche il bilancio dello
Stato, che Bruxelles sta ancora aspettando.
L’Europa tiene il fiato sospeso guardando quel piccolo laboratorio che è
il Portogallo. E la Spagna trema: alle elezioni di dicembre, il premier
conservatore Rajoy rischia di perdere la maggioranza. Ma la nuova
sinistra riuscirà mai a governare?
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