mercoledì 28 ottobre 2015

Kazi­mierz Laski

Laski, l’economista della Riforma Cruciale 

Commiati. Addio allo studioso polacco che scrisse «From Marx to Market» e che mise in guardia i paesi socialisti prima delle varie catastrofi 

Gabriele Pastrello Manifesto 27.10.2015, 0:04 

Il pro­fes­sor Kazi­mierz Laski, nato a Var­sa­via nel 1921 si è spento a Vienna pochi giorni fa. Soprav­vis­suto all’occupazione tede­sca (girando armato in città, come mi rac­contò), allievo di Michael Kalecki, era diven­tato una delle per­so­na­lità più rile­vanti nella bat­ta­glia per la riforma eco­no­mica delle eco­no­mie pia­ni­fi­cate, da diret­tore dell’Istituto di eco­no­mia poli­tica dell’Sgpis (Scuola supe­riore di pia­ni­fi­ca­zione e sta­ti­stica di Var­sa­via), ai cui semi­nari par­te­ci­pava Michael Kalecki. 
Dovette abban­do­nare l’Istituto nel 1968. Ricordo ancora quando, nel pieno della cam­pa­gna anti­se­mita che lo costrinse a lasciare, mi disse: «Caro Gabriele (ero bor­si­sta del mini­stero degli esteri, ndr) non son tempi per par­lare di eco­no­mia, par­liamo del tempo». E mi annun­ciò la par­tenza per Vienna, dove Joseph Steindl allora diret­tore dell’Istituto di Vienna per l’Economia Com­pa­rata (Wiwv) l’aveva chia­mato. Isti­tuto di cui poi diventò diret­tore. Il Wiwv pro­du­ceva un’incredibile mole di lavori sulle eco­no­mie pia­ni­fi­cate. Ma non fu certo que­sta mole empi­rica a sug­ge­rir­gli il titolo del libro che scrisse con il suo amico e col­lega, Wlo­d­zi­mierz Brus, allievo di Oskar Lange. Titolo autoi­ro­nico, che sug­ge­riva la disil­lu­sione di un’intera vita: From Marx to Mar­ket, dove l’inglese rende meglio il gioco di parole. 
Insieme a Brus aveva com­bat­tuto per anni la bat­ta­glia poli­tica per la riforma eco­no­mica dei paesi socia­li­sti. Quella riforma che lo stesso Michael Kalecki aveva defi­nito la «Riforma Cru­ciale» (neces­sa­ria) del socia­li­smo para­go­nan­dola a un’altra Riforma Cru­ciale, quella roo­se­vel­tiana del capi­ta­li­smo, in un arti­colo — pub­bli­cato in Ita­lia su Poli­tica ed Eco­no­mia — scritto insieme a Tadeusz Kowa­lik, stu­dioso di Rosa Luxem­burg (e mio docente a Var­sa­via dopo Laski). 
Ma la riforma non c’era né ci sarebbe stata. Kalecki lo sapeva benis­simo, e con lui Laski e Brus. Il ’68 fu fatale per quel pro­getto. L’offensiva con­ser­va­trice nel Poup (Par­tito ope­raio uni­ta­rio polacco; il par­tito di regime), cui l’antisemitismo aveva dato con­senso di massa, va letta in paral­lelo con l’attacco alla Pri­ma­vera di Praga — con­cluso tra­gi­ca­mente con l’invasione — il cui nucleo era infatti la «riforma economica». 
Ma sep­pur meno vio­lenta, l’epurazione del par­tito polacco non fu meno vasta, e por­tava a com­pi­mento in Polo­nia lo scon­tro aperto in Unione Sovie­tica nel 1964 con la defe­ne­stra­zione di Chru­sciov da parte di Suslov, die­tro il para­vento del kage­mu­sha Bre­zh­nev. Laski aveva com­bat­tuto que­sta bat­ta­glia fin dall’inizio, insieme a Brus e Kowa­lik (tutti non solo mem­bri del par­tito, ma anche docenti negli isti­tuti di for­ma­zione supe­riore del par­tito), restan­done via via sem­pre più disil­luso fino al titolo, iro­nico e amaro, del libro scritto insieme a Brus. 
Ma le radici di sini­stra erano rima­ste. Accan­to­nando Marx, si era ancora più sal­da­mente radi­cato nell’insegnamento di Kalecki. Nei primi anni Novanta, su quella base, aveva cri­ti­cato aspra­mente la shock the­rapy — l’immersione bru­tale dell’economia polacca nell’inflazione e nel mer­cato — della cui ado­zione l’economista sta­tu­ni­tense Jef­frey Sachs aveva con­vinto la nuova dire­zione poli­tica della Polo­nia nell’estate del 1989, pre­ve­den­done con incre­di­bile pre­ci­sione, ina­scol­tato, le gravi con­se­guenze recessive. 
Così con­ti­nuò, fino all’ultimo. Con rife­ri­mento teo­rico a Kalecki, con­tro la poli­tica euro­pea di auste­rità. Di lui si può dire quello che Kowa­lik scrisse in morte del loro mae­stro Kalecki: una vita che aveva ha rag­giunto i suoi scopi e il cui lavoro era stato com­piuto con onore.

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