sabato 10 ottobre 2015
L'ultimo romanzo storico di Sebastiano Vassalli
Risvolto
Secondo le
cronache ufficiali Giulia Di Marco è stata un'eretica, uno dei più
clamorosi scandali del Cristianesimo. La sua vera storia, raccontata in
prima persona, inizia in Molise: venduta come amante bambina a un uomo
che poteva essere suo nonno, Giulia cresce nella miseria e anni dopo
dovrà abbandonare una figlia in fasce. A Napoli diventa "suor Partenope"
e indica al popolo una nuova strada per arrivare a Dio: l'estasi.
Venerata come una santa, finisce per dare fastidio al nemico più
terribile, il Papa. Perseguitata, torturata per mesi e costretta
all'abiura, Giulia inizierà una nuova vita a Roma, divenendo confidente
di Gian Lorenzo Bernini, l'architetto che sta aprendo l'Urbe al futuro.
Io, Partenope" è di fatto il testamento dello scrittore morto da poco, ultimo erede della tradizione manzoniana. Che vede nel passato i segni premonitori del presente
Giuseppe Conte - il Giornale Sab, 10/10/2015
Il libro testamento dell’autore de “La Chimera”, scomparso domenica
Corriere 27 luglio 2015
Repubblica 27 9 2015
Dalle antiche leggende ai
misteri medievali alle guide turistiche la Oxford University
ricostruisce l'invenzione del mito (fondato) della città
Vassalli a Napoli soccorre l’ultima strega
Come nella “Chimera” una donna perseguitata e torturata dal potere ecclesiastico (ma eviterà il rogo)
Lorenzo Mondo tuttolibri 10 10 2015
Leggo il libro postumo di Sebastiano Vassalli, Io, Partenope, e sono portato inevitabilmente a ricordarmi della Chimera, uno dei suoi capolavori. Anche qua c’è una donna perseguitata e torturata dal potere ecclesiastico, anche se, a differenza di Antonia, la «strega» di Zardino, le viene risparmiato il rogo. E c’è un Seicento fastoso e pezzente su cui l’autore indaga, con la sua passione per le microstorie, per i micropersonaggi sottratti alla polvere dell’oblio. Chiamati a dare testimonianza non soltanto sul loro tempo ma sull’«eterno presente delle vicende umane».
Giulia De Marco, la protagonista, nasce in un poverissimo paese del Molise, viene venduta dalla famiglia a un vecchio commerciante di pentole e stoviglie che le fa da padrone e marito, si innamora di un guappo e rimane incinta di una bambina che affiderà alla Ruota degli orfanelli. Questi dolorosi trascorsi intanto l’hanno portata a Napoli, dove darà una svolta alla sua vita. Sente le prediche di un frate in sospetto di eresia e si converte a una preghiera senza mediazioni, ad un «naufragio» in Dio che culmina nell’estasi. Con l’abito di terziaria francescana, fonda delle «Case di preghiera», dove si raccolgono le «suore di strada», dedite al soccorso della plebe miserabile. E dove i «perfetti» (ci sono anche uomini, e preti, tra gli adepti) entrano in comunione con Dio.
Vassalli racconta la grande diffusione del movimento, anche tra i ceti altolocati. E fu proprio un notabile che impose a Giulia il nome di Suor Partenope, come se incarnasse cristianamente l’antica sirena e l’anima della città. Poi cominciò il declino e il tracollo. Al di là delle ragioni teologiche - argomenta Vassalli - scandalizza il fatto che una donna governi in piena autonomia una comunità composta prevalentemente da donne. L’egida di Teresa d’Avila, beatificata quasi a furor di popolo dopo i contrasti con le autorità, non riesce ad allontanare il sospetto contro una religione al femminile, la diffidenza contro la donna, atavica tentatrice.
Nel 1614, Giulia viene arrestata e tradotta a Roma per ordine del Sant’Offizio. In pagine frementi di orrore e indignazione viene raccontato lo squallore della reclusione e la ferocia degli interrogatori. La contestazione dell’estasi è soltanto la via, da parte dell’inquisitore, per imputare a lei e alle seguaci abominevoli perversioni sessuali e infanticidi. Dopo le prime torture, Giulia cede, confessa le colpe che le vengono imputate, accetta di pronunciare la formula dell’abiura sul palco eretto in una piazza di Roma, coram populo. Troverà sollievo e quiete quando, dopo essere stata segregata in alcuni conventi, approderà nella residenza romana del cardinale Decio Carafa, arcivescovo di Napoli. Diventa governante e persona di fiducia del prelato che, oltre alla nativa benevolenza, non è persuaso che si sia davvero macchiata di eresia cercando un rapporto diretto con Dio.
Fin qui abbiamo assistito alla rievocazione, tra storica e romanzesca, di un movimento spirituale pressochè sconosciuto, come Suor Partenope, la sua fondatrice. Ma Vassalli conferisce con un colpo d’ala una ennesima, e la più catturante, svolta al romanzo. La vita di Giulia incrocia infatti quella di Gianlorenzo Bernini. incontrato nella cerchia dei Carafa. Il sommo architetto si trova a conversare con questa donna ormai invecchiata, fragile e minuta ma rimasta fedele alle sue convinzioni. Gli spiega che «l’estasi è soltanto un passaggio, uno tra i tanti, nel cammino che il nostro corpo e la nostra mente possono compiere all’interno di Dio». E Gianlorenzo presterà il volto di Giulia giovane alla conturbante «Estasi di Santa Teresa» in Santa Maria della Vittoria. Vassalli, negli «a parte» d’autore, si concede un periglioso azzardo intravedendo fin da oggi l’inarrestabile declino del papato e della religione istituzionale, superata da un rapporto personale con il divino; eccede forse facendo della sua eroina una antesignana nel pieno riscatto della femminilità; ma nella figura di Giulia ha trovato, ancora forse, qualche rispondenza alle proprie inquietudini spirituali. Mentre scriveva, in gara con la morte, la sua veridica storia.
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