Il volume intende rilanciare la discussione in merito al cosiddetto “dualismo platonico”, vero luogo comune dell’interpretazione del pensiero di Platone e vero luogo del pensiero che interroga e mette in questione l’intera esperienza della filosofia.
lunedì 23 novembre 2015
Studi platonici
Senza dualismo. Nuovi percorsi nella filosofia di Platone. A cura di Laura Candiotto, Mimesis, Milano, pagg. 176, €16,00
Risvolto
Il volume intende rilanciare la discussione in merito al cosiddetto “dualismo platonico”, vero luogo comune dell’interpretazione del pensiero di Platone e vero luogo del pensiero che interroga e mette in questione l’intera esperienza della filosofia.
Il volume intende rilanciare la discussione in merito al cosiddetto “dualismo platonico”, vero luogo comune dell’interpretazione del pensiero di Platone e vero luogo del pensiero che interroga e mette in questione l’intera esperienza della filosofia.
Dualismo platonico Il corpo e l’ anima
di Dorella Cianci Il Sole Domenica 22.11.15
Che cosa s’intende per “dualismo platonico”? Nuove e chiare linee
interpretative si ritrovano nel volume miscellaneo a cura di Laura
Candiotto, che raccoglie prestigiosi contributi. Nel caso del dualismo
non si può negare che in Platone, come per tutti gli uomini, c’è una
certa opposizione fra corpo e anima, fra visibile e invisibile, fra
opinione e verità, né si potrebbe negare che Platone attribuisce
differenze di valore ai due elementi della coppia. La peculiarità
dell’aggettivo “platonico” risiederebbe proprio nel maggior valore dato
alla dimensione spirituale, all’ascesi che avrebbe determinato una
mortificazione del corpo nella cultura occidentale. Anche quest’aspetto
tuttavia è abbastanza paludato, perché Platone ha trascinato il corpo
nella parte “celeste”, ma al tempo stesso non lo ha imprigionato in una
sfera asessuata, anzi nel Simposio è tornato di continuo sull’uso dei
verbi legati al “vedere” e il possesso del bello lo realizza solo
abbandonandosi al valore educativo di Eros (nel Timeo afferma «non
esercitare l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima»). Non si
può negare che Platone stesso ha contribuito a una visione dicotomica
del suo pensiero sia per ragioni di carattere etico-politiche sia per
ragioni epistemologiche, come ricorda Mario Vegetti. Platone sin da
subito ha voluto contrastare il relativismo etico di Protagora e per
questo ha rivendicato una città dove tutto fosse chiaro: il bene e il
male, le cose morali e quelle immorali, per poter avere una vita privata
e una vita pubblica saldamente orientate. Ma poi ha dato l’impressione
di una netta divisione anche per combattere il mobilismo eracliteo e il
nichilismo gorgiano. Platone ha voluto anche garantire una stabilità
scientifica e offrire il carattere dell’universalità al sapere. Stando
ancora al Timeo non si dovrebbe parlare di opposizione fra anima e
corpo, ma di mediazione, in quanto l’anima è a un livello intermedio fra
il sensibile e l’intellegibile, frutto di una mescolanza fra la materia
del Demiurgo e la sede provvisoria in cui è ospitata. Probabilmente
causa di questa marcata opposizione si deve in parte anche ad Aristotele
che volle ridimensionare il pensiero platonico considerandolo una fuga
fuori dal mondo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento