lunedì 14 dicembre 2015

La Natività virtuale a Palermo

Torna in copia il Caravaggio rubato

Alessandro Beltrami Avvenire 12 dicembre 2015

Il Caravaggio torna a Palermo
Mattarella: prodigio tecnologico Ricostruita una copia “perfetta” dellaNativitàrubata dai mafiosi nell’Oratorio di San Lorenzo nel ’69. Sky ha pagato la ricostruzione 


Laura Anello Stampa 13 12 2015
No, non l’ha restituito la mafia in un tardivo impeto di ravvedimento. Quello vero chissà dov’è: divorato da topi e maiali come sostenne il pentito Gaspare Spatuzza, esibito a mo’ di trofeo ai summit di Cosa Nostra, usato da Totò Riina come scendiletto, perduto nel terremoto dell’Irpinia mentre stava per essere venduto, come testimoniarono picciotti e boss. Di sicuro della Natività di Caravaggio, il capolavoro seicentesco dell’artista fuggito in Sicilia dall’accusa di omicidio e rubato all’Oratorio di San Lorenzo di Palermo la notte del 17 ottobre 1969, non c’è traccia da quasi mezzo secolo.
Ma quello che è comparso ieri, svelato agli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è una copia perfetta. «Un clone, come la pecora Dolly», scherzano gli autori della «rimaterializzazione», nata da un’idea di Peter Glidewell e firmata dal laboratorio madrileno diretto dal britannico Adam Lowe, autore della copia della tomba di Tutankhamon e di quella delle Nozze di Cana di Veronese ricollocata nel monastero di San Giorgio a Venezia. Già, un clone. Davanti al quale anche il capo dello Stato è rimasto a bocca aperta: «Una così accurata riproduzione digitale – dice - consente di ritrovare l’effetto e l’emozione che l’opera di Caravaggio suscitava in quest’oratorio». 
Un’opera ricostruita sulla base delle pochissime testimonianze rimaste: l’unica diapositiva a colori scattata dal fotografo Enzo Brai poco prima del furto, le immagini in bianco e nero e le radiografie prodotte dall’Istituto centrale del restauro nel 1951 dopo un intervento conservativo, lo studio dal vero dei dipinti di Caravaggio nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi. Tutto passato attraverso procedimenti digitali e rifiniture manuali.
Et voilà, ecco la sosia della Natività issata a colmare il vuoto di due metri per tre sull’altare dell’Oratorio di San Lorenzo, a supplire all’assenza di un’opera che è nelle top ten delle più ricercate al mondo, (anche dall’Fbi) e che vale sul mercato venti milioni di euro. Centomila euro è costato invece il clone commissionato da Sky che l’ha donato allo Stato italiano e ha realizzato un documentario che andrà in onda dal 6 gennaio in tutta Europa, come hanno spiegato i vertici della pay-tv, in testa l’amministratore delegato Andrea Zappia e il direttore di Sky Arte Roberto Pisoni. Prima produzione di «Sky Art Production Art», il nuovo centro europeo con sede a Milano per la produzione di programmi di divulgazione culturale. 
Aria di festa allo Steri, la sede istituzionale dell’Università di Palermo, padrone di casa il rettore Fabrizio Micari, a parlare con Mattarella di speranza a pochi giorni dal rapporto della Fondazione Res che testimonia la fuga del trenta per cento dei giovani cervelli dal Sud Italia. «La giornata di oggi – dice Mattarella - è la dimostrazione della capacità di coniugare cultura e tecnologia avanzata. Il nostro Paese ha il privilegio di avere un grande patrimonio culturale, dobbiamo avere una sensibilità intensa verso i giovani, e il richiamo alla cultura e il suo sviluppo insieme ai progressi tecnologici è molto importante». E anche per il neo-arcivescovo, Corrado Lorefice, «questo è un segnale di speranza in una terra dove i giovani devono prendere esempio dai Padri costituenti che dopo la guerra si rimboccarono le maniche e fecero dell’Italia uno dei Paesi leader dell’Occidente». E se per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, «questa è una vecchia ferita che si rimargina», il presidente degli Amici dei Musei siciliani, Bernardo Tortorici – principe «illuminato» che gestisce l’Oratorio da oltre dieci anni – festeggia aprendo per un giorno le porte gratis ai visitatori. 
Sembra vero, il dipinto, a vederlo da vicino. Ma vero non è. E questo è abbastanza per riaprire l’eterno dibattito tra originale e copia, proprio mentre Palermo si spacca sull’ipotesi di ricostruzione «com’era, dov’era» di Villa Deliella, l’edificio liberty abbattuto in una notte negli Anni Cinquanta, diventato simbolo del sacco edilizio-mafioso di Palermo. Prodigi del virtuale, ormai è possibile ricostruire tutto, e con la massima fedeltà. Vero e falso si sovrappongono e giocano a rimpiattino, qui nell’eterna terra di Pirandello.

L’ARTE SI RIMATERIALIZZA
La resurrezione tecnologica del Caravaggio dei misteri Il capolavoro rubato a Palermo nel ’69 è stato il quadro più ricercato al mondo La sua clonazione digitale si trasforma in un evento e in un documentario Sky13 dic 2015  Libero
Si entra nell’oratorio, in una penombra rischiarata dal bianco degli stucchi che prende vita in forma di putti, angeli, santi, uomini e donne colpiti dalla Grazia. Lembi dorati piovono dal soffitto, rievocazione del Cielo infinito. Lo sguardo è diretto verso l'altare ed è lì che si compie il miracolo: dove c'era un vuoto vecchio di decenni ora campeggia il grande quadro, la Natività di Caravaggio, con la sua Madonna dolce e popolana, il Bambino steso sulla nuda terra, l'angelo che scende in verticale ad annunciare l'inaudito: Dio si è fatto uomo e abita tra gli uomini. Un'emozione, che non si riduce per il fatto che quel quadro è in realtà una rimaterializzazione di un’opera scomparsa.
Questa è la storia di varie incredibili vicende che si intrecciano tra loro e generano una storia appassionante come un thriller, un intrigo internazione e l'immancabile pizzico di mistero. Perché si parte da un quadro dipinto dal più fascinoso e perturbante artista di tutti i tempi, Michelangelo Merisi da Caravaggio, dalla sua meravigliosa opera La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, dipinta nel 1609, per secoli custodita nello scrigno dell'oratorio della Compagnia di San Lorenzo a Palermo. Poi, in una piovosa notte dell'ottobre 1969, viene rubata in modo rocambolesco: due o tre uomini tagliano la tela dalla grande cornice posta sopra l'altare, la rotolano e se vanno a bordo di una moto Ape. Primo mistero, perché da quella notte non se ne sa più nulla e cominciano le leggende: è stata rubata per conto di Cosa Nostra, qualche boss se l'è sistemata in salotto, è stata bruciata, no, è stata data in pasto ai porci, è sepolta in una landa sperduta delle campagne intorno a Palermo. La Natività diventa una sorta di ossessione, il quadro più ricercato al mondo, in cima alla lista dell'Fbi. E possiede anche una valutazione ufficiale: 20 milioni di dollari. Secondo mistero, o meglio caso straordinario. Adam Lowe, mago della tecnologia, a capo di uno dei laboratori all’avanguardia, Factum Arte, società specializzata nella realizzazione di ricostruzioni perfette di opere d'arte, comincia a pensare che potrebbe realizzare il sogno di far riprendere vita a quell'opera perduta e ormai mitizzata, di cui esistono pochi fotogrammi, quasi tutti in bianco e nero. A questo punto entra in gioco Sky tv. Il progetto è affascinante, i dirigenti ci credono e lo commissionano a Factum Arte. Costo dell'operazione, circa 100mila euro.
Il risultato è davanti agli occhi nel giorno della presentazione dell'opera, ieri mattina, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in prima fila, perché a lui è stato donato il dipinto «rimaterializzato» e Mattarella a sua volta ha deciso che deve rimanere nell'oratorio di San Lorenzo. Viene spiegata la complessa opera messa a punto da Lowe e dal suo laboratorio: un team di informatici, architetti, specialisti vari hanno dato vita al quadro attraverso tecniche di stampa fantascientifico, poi applicate ad una tela che ha le stesse caratteristiche di quella che aveva usato Caravaggio per dipingere l'opera originale. Per restituire i colori originari sono state utilizzate le scansioni che anni fa il laboratorio stesso aveva effettuato sul trittico Caravaggio della chiesa romana di San Luigi dei Francesi. Lo spiega l’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia nella cornice di Palazzo Steri («La tecnologia oggi consente di poter almeno riviverne le sensazioni che Caravaggio voleva dare, recuperandone l’ispirazione visionaria»). L’Operazione Caravaggio poi è diventata anche un documentario , creato da Sky Arts Production Hub, il nuovo centro di eccellenza europeo per la produzione di programmi sull'arte con sede a Milano, e che con il titolo, appunto, Operazione Caravaggio-Mistery of the lost Caravaggio, andrà in onda su Sky Arte HD a gennaio 2016, contemporaneamente negli altri Paesi europei in cui è presente Sky, per una platea potenziale di 21 milioni di famiglie di abbonati.
E dall'emozione si è lasciato prendere anche il capo dello Stato che davanti all'opera riprodotta ha parlato di « iniziativa che ha tanti significati, a partire da quello simbolico» e che, sia pure in una riproduzione digitale, consente di «ritrovare l’effetto e l’emozione che l’opera di Caravaggio suscitava». Rimane la domanda che rimanda alla vexata quaestio: è giusto o no copiare le opere d'arte, magari per proteggerne gli originali, o per rimetterle nei luoghi per i quali erano state concepite e «vedere l'effetto che fa»? Per la verità non è questo il caso del Caravaggio di Palermo. Qui, in fondo, come ha spiegato l'arcivescovo della città, Corrado Lorefice, «siamo dinanzi al racconto potente della Natività, che i cristiani hanno il compito di annunciare, sempre e a tutti». Il miracolo del Natale, nel linguaggio potente del genio di Caravaggio.


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