venerdì 8 gennaio 2016

Il medioplatonismo: una raccolta

Opere, frammenti, testimonianzeMedioplatonici. Opere, frammenti, testimonianze, a cura di Emmanuele Vimercati, Bompiani, pp. 1616, euro 55

Risvolto
Con "Medioplatonismo" si intende il periodo della tradizione platonica compreso nei primi tre secoli dell'età imperiale romana. Gli autori medioplatonici sistematizzarono il pensiero di Platone, dando vita a una tradizione anticipatrice del Neoplatonismo. Importanti furono la riscoperta della metafisica, il confronto con il Pitagorismo, lo Stoicismo, l'Aristotelismo e con l'Accademia scettica, l'interazione con i movimenti religiosi coevi. L'eredità di questo periodo si spinge fino al Medioevo e, per certi aspetti, all'età moderna. Il volume propone una raccolta di autori maggiori e minori.




La sapienza primitiva e il metodo allegorico dei Medioplatonici 

6 gen 2016  Libero MAURIZIO SCHOEPFLIN 
Una delle prove più evidenti della grandezza di Platone è costituita dalla straordinaria e persistente vitalità del suo pensiero che, si può dire sino a oggi, è stato costantemente ripreso, discusso e commentato. Una delle fasi meno note, ma sicuramente significativa, di tale lungo cammino è stata denominata dagli studiosi Medioplatonismo: a essa appartennero vari autori vissuti in un arco di tempo compreso fra la seconda metà del I secolo a.C. e tutto il II secolo d.C.. Un valido strumento per entrare in contatto con questo notevole patrimonio filosofico è rappresentato dal volume Medioplatonici. Opere, frammenti, testimonianze (Bompiani, pp. 1616, euro 55), ottimamente curato da Emmanuele Vimercati, professore della Pontificia Università Lateranense. 
Accomunati dalla convinzione che Platone fosse il depositario della vera sapienza filosofica, gli esponenti del Medioplatonismo sottolinearono in particolare la dimensione metafisica delle dottrine del Maestro, privilegiandone la componente che faceva riferimento al mondo soprasensibile e trascendente, in opposizione al materialismo che stava dominando la scena filosofica del loro tempo. 
A questo riguardo Vimercati afferma che «un fenomeno decisivo per comprendere il Medioplatonismo è il rapporto tra filosofia e religione», e individua tre componenti del pensiero medioplatonico nelle quali è più evidente la feconda commistione da esso realizzata fra Platonismo e ispirazione religiosa. I tre aspetti in questione sono «l’impiego del metodo allegorico, la ripresa del tema della “sapienza primitiva” e l’intrecciarsi di argomenti filosofici e religiosi nella spiegazione dei principi metafisici e del destino escatologico delle anime». Tra essi, suggestiva è l’idea dell’esistenza di una sapienza primitiva e veritiera che avrebbe attraversato i secoli. Giustamente Vimercati ricorda che Celso, uno dei maggiori esponenti del Medioplatonismo, «era convinto che i diversi popoli appartenessero a una stirpe comune e che avessero tratto la loro sapienza da un corpus dottrinale originario (un palaios logos), rispecchiato, fra gli altri, negli insegnamenti... del persiano Zoroastro e di Pitagora».  
Profondamente interessati alla vita morale, i Medioplatonici ritennero che fosse di estrema importanza che l’uomo si impegnasse a moderare le passioni. Anche in ambito etico essi attribuirono grande rilevanza alla dimensione religiosa e pensarono che il cuore della morale fosse l’imitazione di Dio e l’assimilazione a Lui, come aveva insegnato Platone nel Teeteto, mostrandosi in piena continuità con le dottrine di Pitagora e, addirittura, con gli insegnamenti di Omero. Non casualmente, secondo il medioplatonico Numenio di Apamea, Platone era stato un Mosè che parlava greco, capace di guidare gli uomini all’incontro col Divino.

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