martedì 26 gennaio 2016
Sinistra Carina pensa già a come sbattere meglio le corna sul referendum
Abbondano però i Volti Nuovi: Cofferati, Casarini, Fratoianni, Piccolotti... [SGA].
La sinistra rinasce insieme al referendum
Il lancio. A febbraio l’assemblea, poi il partito. Fratoianni: «Non ci saranno inviti perché non c’è padrone di casa» La conferenza stampa del nuovo partito della sinistra
di Daniela Preziosi il manifesto 26.1.16
«Vedrete che il referendum sarà il primo passo per allargare il campo.
Molti elettori del partito democratico sono critici con la riforma
costituzionale di Renzi». L’ex pd Alfredo D’Attorre è sicuro che sarà il
«plebiscito» la vera start up del nuovo partito di sinistra. «Conosco i
miei compagni. Molti della minoranza Pd se ne stanno rendendo conto, si
capisce anche dalle parole di Gianni Cuperlo: in tanti non faranno i
militanti dei comitati del sì».
Nel frattempo il nuovo partito della sinistra nasce, giurano. È già una
notizia. Dopo tante repliche dello sketch «annunciazione, annunciazione»
(del trio la Smorfia dell’indimenticabile Massimo Troisi) stavolta una
data c’è. Dal 19 al 21 febbraio al Palazzo dei Congressi di Roma si
riunisce una sinistra più o meno autoconvocata dall’appello «una
sinistra di tutti e tutte», lanciato su internet da un gruppo di ragazzi
di diversi movimenti e accolto al balzo da Sinistra italiana-Sel, e da
tante singole personalità, come Sergio Cofferati, l’europarlamentare che
ha rotto con il Pd dopo le primarie in Liguria. Cofferati ieri era uno
dei protagonisti della presentazione della tre giorni intitolata
«Cosmopolitica», forse un’allusione autoironica alla conquista dello
spazio dei cosmonauti russi. Con Cofferati, in una mezcla che la dice
lunga dice sulle culture e storie diverse che si troveranno fianco a
fianco nella nuova partenza, c’erano il giovane Claudio Riccio (Act,
acronimo di Agire, costruire, trasformare) e la giovane Mapi Pizzolante
(portavoce della rete Tilt), Nicola Fratoianni e Betta Piccolotti (Sel),
lo stesso D’Attorre. Fra il pubblico c’è anche il già no global Luca
Casarini. Non sarà «la solita assemblea», giura Fratoianni, «ma uno
spazio pubblico, tre giorni di lavoro, confronto, studio e dibattito in
cui condividere l’inizio di una sfida collettiva». Nella conferenza
stampa gli aggettivi «discontinuo» , «originale», «innovativo» e
«trasparente» si elargiscono senza economia. Presto in rete sbarcherà la
piattaforma digitale, sarà un po’ la vera base spaziale dei nuovi
cosmopolitici.
Nei 24 laboratori di venerdì 19 e sabato 20 si discuteranno temi
selezionati in anticipo fra quelli più cliccati sul sito
cosmopolitica.org. Ogni tavolo «non sarà una kermesse», spiega
Piccolotti, ma produrrà un pezzo del programma del nuovo soggetto
politico che — mai dire Cosa Rossa — a fine assemblea avrà finalmente un
nome, un pre-tesseramento (Sel ha sospeso il suo in attesa del nuovo
partito) e un gruppo dirigente provvisorio, eletto dalla plenaria
finale. Il congresso fondativo arriverà a fine anno, non solo dopo le
amministrative — che qui vengono appena citate ma saranno comunque un
banco di prova importante — ma soprattutto dopo il referendum
costituzionale: quello sì descritto come fondativo. Il nuovo soggetto
non sarà — giurano — solo l’evoluzione di «Sinistra italiana», il gruppo
parlamentare nato dalla fusione di vendoliani ed ex pd. Ma quanto al
nome, è probabile che non si discosterà troppo da un semplice ed
ecumenico «Sinistra» o «La sinistra». «Ma nessuno fin qui può anticipare
nulla», spiega Cofferati, «perché il processo è aperto e l’ambizione è
grande, quella di colmare un vuoto della politica italiana, dare un
riferimento organizzato a sinistra a tutti quelli a cui manca. Sappiamo
che sono tanti».
Qui arriva una parte delicata del discorso. Alla presentazione
dell’assemblea mancano alcune facce storiche e alcuni pezzi di sinistra:
i comunisti di Ferrero, i ’possibilisti’ di Civati e L’Altra europa.
Fra loro c’è chi parteciperà e chi no. Dopo le rotture degli scorsi mesi
i fili del dialogo si stanno riannodando, spiega Fratoianni, «ma
all’assemblea non ci saranno inviti perché il ’processo’ non ha
proprietari. Non è tanto l’unità della sinistra che cerchiamo, ma quella
delle persone». La squadra della «cosmopolitica» confida che alla fine,
un passo alla volta, si ritroveranno tutte o quasi le sigle della
sinistra. Ma il punto vero sarà trovare o ritrovare tutti gli altri.
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