martedì 19 gennaio 2016

Torna da Aragno "Par delà Nietzsche" di Julius Evola

Julius Evola: Par delà Nietzsche, a cura di Gianfranco de Turris, Aragno, pagg. 70, euro 10

 Barbadillo 18 gennaio 2016 da Giovanni Sessa

Il filosofo predicava la Sapienza dei Misteri contro la decadenza del mondo moderno 

Luca Gallesi Giornale - Mar, 19/01/2016

Evola: «Nietzsche è il fuoco che salverà l’Europa» La magica sofferenza del superuomo, il nihilismo che uccide le illusioni, il superamento di Dio In uno scritto giovanile il pensatore individua nel collega tedesco la soluzione alla decadenza 19 gen 2016  Libero Di JULIUS EVOLA
Nietzsche. Nietzsche che non è il dannunziano eroe minore Corrado Brando, Nietzsche che non ha nulla a che fare con le parodie estetico-letterarie, muscolari o “baionettiste” che hanno abusato del suo nome.
Un Nietzsche anche di là dalla sua filosofia, di là dalla sua “psicologia”, di là dalla sua umanità, di là di Nietzsche stesso, identificabile a unvalorecosmico, aunaforza conica, il Fuoco terribile delle iniziazioni magiche: forza cheNietzsche, malgradoilsuo essere si rivoltasse e cedesse, ha saputo eroicamente sostenere a prezzo di sofferenze inaudite, fino a che, senza un lamento, dopo aver dato tutto, crollò.
QuestoNietzsche attende ancora d'essere compreso. In lui ci sono l'allarme, la chiamata al disgusto, alla rivolta, alGrandeRisveglio - e alla grande Lotta: quella in cui sideciderà ildestinodell' Occidente - verso un crepuscolo o verso un'alba.
Poiché occorre che si sappia: non si tratta realmente della lotta di una forza contro un'altra, ma la lotta della forza contro la negazione della forza - della volontà che affermacontro la lassitudine e l'abbandono, contro la débâcle dell'Io, contro l'oscura pesantezza di colui che si scioglie e degenera - e vuole la degenerescenza, vuole la decomposizione.

Una vita sufficientemente forte per non credere, per sussistere senza inventare Dio- taleèilprincipio. Ilpassaggio attraverso un nihilismo assoluto - questa direzione verso cui l'Europa si incammina per quanto rimanga un avvenire lontano - ecco il fuoco purificatore da cui non c'è verso di non passare anche se fatalmenteapporterà con la rigenerazionedialcuni la catastrofe per altri. (…)

Ilnihilismoniccianosignifica: morire alla volontà di illusione Julius Evola (1898-1974) è unmasso erratico incollocabile e infrequentabile, per taluni, della storia culturale italiana. Tra i maggiori, se non il maggiore, pittore dadaista italiano e filosofo che maneggia con disinvoltura la letteratura filosofica tedesca a lui contemporanea traghetta poco prima della metà degli anni Trenta verso la Philosophia perennis, verso la Tradizione. A incoraggiarlo nel passaggio è forse la persuasione che l'uomo, nella sua solitaria individualità, nonavrebbe potuto avere lameglio

e crearsi un occhio aperto sulla realtà nuda, data nella sua natura tragica e «a-provvidenziale È il crollo dei valori: nessun appiglio esiste più, nessun «perché Rimane solo uno spavento, un vuoto, forze enormi gravitanti attornoaoggetti che non esistono più e come realtà unica, una durata senza più alcun fine, senza alcun risultato, senza alcuna utilità. (…)

È allora che si aprono le


La copertina del libro sul reale. Per quanto di lui nel Dopoguerra ci si sia dimenticati in Italia, allora così sconosciuto non era, se addirittura Heidegger non esita a evocarlo, ha assicurato qualche giorno fa Angelo Bolaffi su Repubblica. Seguono poi l'impegno nellamorfologia delle civiltà, lo studio comparato delle religioni e gli scritti di dottrina della razza, occasione per i detrattori di inchiodarlo alla damnatio memoriae. Ora Aragno, una delle più ricercate e sofisticate case editrici italiane, manda in

alternative nicciane dei gradi di potenza. Che lo contraddice.

C'è chi non può resistere aquestospettacolo e siaffloscia. Edè l'occasionenegativa del nihilismo, la vita comedisperazione, contraddizione, sofferenza.

C'è chi reagisce e si impone. Coluichene safissarel'irrazionalitàdell'esistenza, tieneilpasso, noncredeaivalori, ma vuole i valori. La contraddizione e la mancanza diunaprovvidenzanelle cose non lo spaesa, ma al contrario lo eccita: egli la vuole perché essa lo costringe a mettersi in piedi e a diventare costruttore e creatore. Egli la vuole perché essa lo giustifica. Gli spiriti di questa libreria, purtroppo senza tradurla in italiano, Par delà Nietzsche (pp. 68, euro 10) una conferenza pronunciatadaEvola presso la LegaTeosofica Indipendente romana di Decio Calvari, il 6 dicembre 1925, e, resa in francese, nel secondo numero di 900. Cahiers d'Italie e d'Europe, rivista pubblicata in parte, dalle edizioni di La Voce e diretta da Massimo Bontempelli e CurzioMalaparte. Ne pubblichiamo qui un estratto inedito, tradotto da Libero.

specie riconoscono il mondo dell'illusione come mondo d'illusione: esso non esiste ma occorre che esista: la realtà che lo contraddice deve trasformarsi in lui, deve realizzarlo attraverso l'azione. (…)

Così dunque: potenza di farsi carico di tutto, di volere conintrepidezza tuttoquantoènegazione, tragedia irragione dell'esistenza, al fine direnderequest'ultimaassolutamente immanente, al fine di non conoscere più un «altro» che funga da giustificazione, al fine di fare dell'Io - diquestoIo- uncentrospaventevole di responsabilità cosmica - in una parola: per uccidere Dio e liberare il mondo da Dio. Questa è la prova suprema.

Questi valori (Dio, l'universale, l'Essere necessario n.d.r.) non possono suscitare nostalgia nell'individuo a meno che questi non fallisca edegeneri: staqui la presunzione elementare della dottrina nicciana, ma è anche la saggezza delmito di ogni tradizione iniziatica dell'Oriente e dell'Occidente.

Nascita dell'individuo. Caduta. Apollo e Dioniso. Conferma. Vibrante e risonante nella luce universale, l'uomo nell'innocenza favolosa dell'Eden era immortale e felice. In lui fioriva l'«Albero della Vita», e lui stesso era questa vita luminosa. Ma ecco il «Mysterium Magnum» (Böhme), ecco che un tema inaudito sorge e si impone: la volontà di dominare laVita, di superare l'Essere per la potenza del Sì e del No. È l'AlberodelBene e del Male. Così l'uomo si strappa all'Albero della Vita e sul crollo di tuttounmondo, ilvalore supremo si erge folgorante: la legge di colui che - secondo un logos ermetico - è superiore agli stessiDei dalmomentoche alla legge immortale, a cui gli Dei sono legati, con la sua potenza abbraccia anche la naturamortale, conl'infinito il finito, con l'affermazione la negazione, e così è lo Spirito, l'Autarchia.
Ma per questo atto l'uomo non basta.

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