Sempre più, nel senso comune
veicolato dall'industria dei media, le categorie di destra e sinistra
sono superate, esattamente come piace a Renzi e alla tecnocrazia
liberale prima ancora che ai rozzo-bruni.
Inoltre, nella confusione
generalizzata e in quella wikisfera approssimativa in cui si svolge
ormai il lavoro intellettuale e in cui ognuno può dire quel che vuole su
ciò che sa come su ciò che non sa, sempre più il vago ricordo del
comunismo che fu diviene sinonimo di "comunitarismo".
Che avversario perfetto sarebbe per le classi dominanti e per le loro idee dominanti!
Da una parte la fantasmagoria della merce e l'esplosione glamour e
ultramoderna dei desideri e delle libertà; dall'altra un'improbabile e
grigia armata brancaleone di sfigati, repressi e bacchettoni con la
fissa per la gerarchia, la tradizione e il campanile e con lo sguardo
rivolto all'indietro...
Contro questa vera e propria offensiva
ideologica, contro questa guerra culturale che è conseguenza della
nostra sconfitta e subalternità - e che nell'immagine un Nuovo Fronte
Comunitario Anticapitalistico Transpolitico recepisce la teoria del
totalitarismo cambiandone semplicemente il segno -, bisogna combattere
fino all'ultima energia mentale. Esattamente come bisogna combattere
contro la Sinistra Imperiale Neoliberale, cioè contro la vera sinistra
bombardiera rosso-bruna che Vendola rappresenta.
Perché in
entrambi i casi è in gioco il senso stesso dell'agire politico nel XXI
secolo in una prospettiva marxista e leninista che non vuole estinguersi
ma conservarsi in discreta salute in vista di tempi migliori.
Il
marxismo non è "l'egualitarismo comunitario" ma la libertà dei moderni
universalizzata. E' l'eguale libertà degli individui, che è cosa molto
diversa dal libertinaggio e dall'apologia di quel desiderio assoluto che
porta alla guerra di tutti contro tutti e da qui alla legge del più
forte.
E' esattamente questa libertà moderna ciò che Lenin
insegna poi a quei popoli che i liberali consideravano (e considerano
tuttora) sottorazze.
Gli argomenti che i marxisti oppongono al
fazendero di Terlizzi e alla sua scelta scigurata sono esattamente
l'opposto degli argomenti dei comunitaristi.
A questo proposito va notato che a stessa sinistra neoliberale che nel mito heideggeriano della
decrescita felice esprime tutta la propria sazia indifferenza
occidentale verso l'umanismo moderno e verso il nesso tra sviluppo delle
forze produttive, questione nazionale e questione sociale, si affida
invece totalmente alla tecnica ovunque questa consenta di espandere il
proprio sé oltre ogni limite imposto dall'oggettività. Come nella virtualità senza attriti della rete o nel dominio biotecnologico dell'essenza della libertà.
È un altro aspetto del ritrarsi della politica nella dimensione del
privato e della coscienza, che prolunga un estenuante riflusso iniziato
oltre 30 anni fa. Non potendo più trasformare la realtà e non trovando
più quel senso che viene dalle grandi identità sociali, trasformiamo
indefinitamente noi stessi. [SGA].
Alessio Postiglione Fuffington
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