domenica 17 aprile 2016

La versione russa del delirio islamofobo


Il mondo dominato dall’islam nei romanzi ispirati da Oriana
Houellebecq e Sansal, ma anche Prosperi e la Ganieva hanno imparato la lezione della grande toscana. La prima a lanciare l’allarme sull’Eurabia
Libero 20 Apr 2016 RANCESCOBORGONOVO AUTORI DI DISTOPIE RIPRODUZIONE RISERVATA
A settembre saranno dieci anni dalla scomparsa di Oriana Fallaci. A Cremona, nei giorni scorsi, la giunta comunale di sinistra ha respinto la proposta di intitolarle una via, sostenendo che le sue opere sarebbero «troppo divisive». Già, talmente divisive che dopo il susseguirsi infinito di stragi islamiche - persino una marea di odiatori del web si sono simbolicamente scusati con la grande fiorentina ammettendo quanto avesse ragione…
Per fortuna,  tutte le autorità la pensano allo stesso modo. Ieri, la Regione Lombardia ha intitolato a Oriana una sala del suo palazzo, il Pirellone. Alla cerimonia, a cui anche Libero ha offerto supporto, era presente Edoardo Perazzi. Proprio al nostro giornale il nipote ed erede della Fallaci aveva spiegato che, per ora, le iniziative in programma per celebrare il decennale fallaciano sono davvero poche.
Ieri, però, un piccolo passo avanti è stato compiuto. Massimiliano Romeo - capogruppo della Lega in Lombardia che ha proposto per primo di dedicare una sala a Oriana - ha fatto una promessa. Come ci aveva anticipato, ha annunciato che intende onorare il decennale della Fallaci «con un convegno in cui si ricorderà l’acume quasi profetico di una figura coraggiosa che non solo ci ha messo in guardia dal fondamentalismo islamico, ma che ha anche posto l’accento su tutti quei temi etici e quei valori che l’Occidente sta purtroppo perdendo».
Insomma, c’è qualcuno (e noi siamo fra questi) che Oriana proprio non ha intenzione di dimenticarsela. Tra i tanti meriti che le vanno riconosciuti, c’è quello di aver aperto la strada - nel mondo culturale e nel mercato editoriale - a una serie di opere importanti e coraggiose che si muovono nel solco da lei tracciato.
Sono libri che è bene leggere, non solo per il loro valore letterario. C’è ovviamente Sottomissione di Michel Houellebecq, il quale - proprio come Oriana - dovette subire in Francia un processo per islamofobia. Ma c'è pure 2084, dello scrittore algerino Boualem Sansal, da poco uscito in Italia per Neri Pozza. Sansal è fallaciano quanto orwelliano, e descrive un mondo del futuro dominato da fanatici religiosi ricalcati sui macellai dello Stato islamico. Costoro venerano un dio violento di nome Yolah, ed è facile capire quale sia il riferimento...
Prima ancora di Houellebecq e di Sansal, sono usciti i romanzi di Sopra, la scrittrice e saggista russa Alisa Ganieva (1985). A sinistra lo scrittore algerino Boualem Sansal, autore del bestseller distopico «2084» Pierfrancesco Prosperi, editi da Bietti. Anche lui toscano come Oriana, Prosperi ha prodotto una trilogia distopica che mette in scena un’Italia sottomessa all’islam, e ha già completato un quarto romanzo di cui il nostro giornale ha pubblicato un estratto nelle scorse settimane.
Sempre per restare nell’ambito della narrativa, citiamo un romanzo di cui non si è parlato moltissimo, ma che vale la pena scoprire. Lo firma Alisa Ganieva , ed è stampato da La Nuova Frontiera. Si intitola La montagna in festa ,e si distingue dagli altri che citati finora per l’ambientazione. Si tratta sempre di una distopia, ma il teatro questa volta è il Caucaso, in particolare la zona del Daghestan. Accade che, un bel giorno, il presidente russo (e i paragoni con l’attualità vengono facili), stanco dei problemi causati da quella regione, decida di erigere una barriera per isolarlo una volta per tutte. È allora che i fanatici islamici prendono il potere, trasformando quella terra in un inferno.
Sebbene l’opera della Ganieva risalga al 2012, affronta una serie di temi che in questi giorni deflagrano sui giornali. Racconta le tensioni religiose che i reporter di mezzo mondo hanno documentato in questi mesi, mostrando quante siano e quanto siano radicate le roccaforti jihadiste nel Caucaso. E, ancora una volta, svela il lato violento dell’islam.
Ecco, ogni volta che si prende in mano uno di questi volumi, non si può non pensare ad Oriana. È stata lei, per prima, a lanciare l’allarme, a metterci in guardia. Per questo non dobbiamo permettere che qualcuno la oscuri. E per tenere viva la sua memoria, prima di tutto, dobbiamo leggere: le opere dei suoi eredi, e ovviamente le sue.

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