venerdì 13 maggio 2016
Costruire e manipolare la percezione della realtà: spacciatori professionisti di bufale fanno i moralisti e temono la concorrenza dei bufalari artigianali
Si dovrebbero biasimare da soli, la mattina quando si fanno la barba [SGA].
Nando Pagnoncelli:
Dare i numeri. Le percezioni sbagliate sulla realtà sociale, Dehoniane (pp103, euro 10
Risvolto
La
discussione pubblica italiana rischia di partire da una somma di
percezioni clamorosamente sbagliate. Una distanza rispetto alla realtà
che può fare comodo alla politica per cavalcare gli allarmi sociali ai
fini del consenso. E ai media per aumentare l’audience.
Un’indagine
condotta in 33 Paesi su un campione di oltre 25 mila individui consente
di misurare le percezioni dei cittadini su aspetti sociali, demografici
ed economici. Dal
numero degli immigrati a quello dei giovani adulti che ancora vivono
con i genitori. Dall’occupazione all’obesità. Dalla presenza delle donne
in politica agli accessi a internet. Dalla ricchezza all’andamento
demografico. Dal sentimento religioso alla vita in campagna.
Le
discrepanze tra percezione e realtà consentono di creare un «indice di
ignoranza» che classifica i Paesi dal meno al più informato.
Ilvo Diamanti: Password Renzi, la Juve e altre questioni italiane, Feltrinelli, pagg. 112, euro 10
Risvolto
"È come se
avessimo finito le parole. Se le avessimo ormai esaurite. Io,
all'inseguimento delle Password che si succedono, una settimana dopo
l'altra, mi scopro incapace di trovare La Password. La Parola capace di
decifrare e catalogare le altre. Così, sperduto in mezzo a tante parole,
rischio di scoprirmi afasico. Senza parole. Per questo ho pensato fosse
utile ricominciare dalle parole. Per dire agli altri quel che sta
avvenendo. Per contribuire a comprendere e ad affrontare i cambiamenti e
le resistenze del nostro mondo. Cercare la chiave del discorso per
poter comunicare." Ilvo Diamanti torna a raccontare l'Italia in brevi,
illuminanti istantanee. Diamanti affronta le questioni più pressanti
della contemporaneità italiana, mescolando cifre statistiche e citazioni
della cultura popolare, episodi di vita quotidiana e scenari politici,
considerazioni sociologiche e battute bonarie. E ripartendo, nella
confusione dei nostri tempi, dalle parole. Un manuale di istruzioni, una
guida per il curioso, un repertorio di concetti e un'indagine
sociologica in pillole: da "Renzismo" a "Tifo", da "Anti-politica" a
"Voto", da "Nord" a "Romanzo criminale", l'Italia dei nostri giorni in
quaranta voci.
Nando Pagnoncelli Avvenire 10 maggio 2016
Astensione, etica, ripresa ecco le parole chiave per capire un paese spaesato
S’intitola “Password” il nuovo libro di Ilvo Diamanti una sintesi delle passioni e delle divisioni che attraversano l’Italia di oggi, dove si salva solo il Papa
MARINO NIOLA Restapa 10 5 2016
Cercasi password per entrare nella testa di un’Italia sconnessa. Anche da se stessa. È quel che fa Ilvo Diamanti con il suo nuovo libro intitolato giustappunto Password. Renzi, la Juve e altre questioni italiane
(Feltrinelli, pagg. 112, euro 10). È un compendio della crisi del paese in quaranta lemmi, da Anti-politica a Voto passando per Astensione, Destra, Etica, Giovani, Ripresa, Renzismo, Salute, Sinistra, Sud.
Una sintesi delle passioni, ossessioni, repulsioni, tentazioni, emozioni, elezioni che agitano le acque del nostro presente. E che il professor Diamanti sonda da anni, per questo giornale, nonché per trasmissioni televisive come Ballarò, restituendoci dimensioni, misure e numeri del nostro scontento.
Le password del libro sono le parole che affiorano dalle cifre, dalle statistiche, dai sondaggi formando una rete interpretativa che cattura l’immagine di un Belpaese in cerca di coordinate. Perché ha perso quelle tradizionali, ma non ne ha ancora inventate di nuove. Tanto è vero che continua a usare le parole di sempre, anche se il loro significato è cambiato sotto i nostri occhi di spettatori spaesati. Termini esausti che hanno sempre meno presa sulla realtà. Ecco perché tentiamo di rianimarli con prefissi e suffissi. Ante, post, anti, neo. Post-democrazia, antipolitica, non-partiti, post- comunisti, post-democristiani. E adesso post-berlusconiani.
Insomma le parole non riescono più ad agganciare quel pattinamento generale che trascina partiti e istituzioni, individui e collettività, fuori dai loro confini. Politici, territoriali, etici, ideologici. Anche opposizioni consolidate come destra/sinistra, o come Nord/Sud significano sempre meno in un mondo che ha fatto fuori muri e frontiere. E adesso corre a costruirne di nuovi per sfuggire alla paura e all’insicurezza, i due grandi elettori del partito dell’antipolitica. Che, secondo Diamanti, è il vero sentimento del tempo. Ecco perché l’astensione è diventata «il voto di chi non vota ». E la maggioranza si affida al suo leader in una specie di face to face mediatico ed estatico. Da una parte una folla solitaria, che è quel che resta del popolo sovrano. Dall’altra un uomo solo al comando, il front- man che le dà “senso, rappresentazione e identità”. È il trionfo del pop, in politica come altrove. Perché se oggi tutto è pop — «i Festival, la cultura, la cronaca e perfino la criminalità » — è perché sono venuti meno i confini tra realtà e reality. Politica, spettacolo, tifo calcistico, tutto si fonde e confonde. In altre parole, siamo entrati nell’era del “politainment”, la politica-intrattenimento. Non a caso, nota l’autore, la passione identitaria che una volta si riversava sui partiti di massa, oggi si riversa sul calcio. Imitato a sua volta dalla politica che ne mutua linguaggi, slogan e atteggiamenti con un continuo feedback che produce un’escalation di aggressività e di volgarità.
Le ideologie sono finite, ma le divisioni si sono moltiplicate. In fondo, osserva giustamente Diamanti, la fede calcistica è più solida di quella politica. Si cambia partito ma non squadra. «L’elettore è mobile, il tifoso no». Forse anche per questo ci si accapiglia sul sistema elettorale come su un fuorigioco non visto o un rigore non concesso. L’autore fa notare che l’Italia è l’unico paese dove si discute più di regole elettorali che di risultati. Tra mattarellum, porcellum e italicum, conta più come farlo che con chi. Come scrivere un kamasutra senza partner.
A salvarsi dal naufragio generale è il Papa. Molto più amato della Chiesa stessa. Otto italiani su dieci hanno fiducia in lui. Francesco sì che è connesso. Forse perché, come ha detto nella “parabola del cellulare”, il suo telefonino ha sempre campo. Sfido io, l’operatore è Dio.
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