mercoledì 25 maggio 2016
Le sorti dell'archivio Lukács
Intervista. Parla Mária Székely, curatrice dell’archivio Lukács, in via di smembramento
Massimo Congiu Manifesto 25.5.2016, 0:05
In una recente conferenza, l’Accademia ungherese delle scienze
(Magyar Tudományos Akadémia, Mta) ha confermato la decisione di
trasferire altrove il materiale da quello che dal 1972 è l’archivio
Lukács, a Budapest. Con tutta probabilità questo materiale non verrà
portato in uno solo luogo e per questo motivo si teme lo scorporo e la
dispersione di un’eredità importante. Contro questa decisione sono state
lanciate due petizioni che, a tutt’oggi, hanno raccolto,
rispettivamente, settecento e oltre diecimila firme. Ne parliamo con
Mária Székely, curatrice dell’archivio.
La decisione dell’Mta di chiudere l’archivio Lukács di Belgrád
rakpart è nota ormai da mesi anche fuori dall’Ungheria. Vi aspettavate
questa disposizione?
Sì, ce l’aspettavamo. Lukács non si può assimilare a nessun regime. A
dire il vero gli avvenimenti più recenti hanno fatto sospettare che ci
fosse quest’intenzione da parte dell’Accademia. Basti pensare che le
autorità hanno già soppresso alcuni luoghi di studio poi, pian piano,
hanno iniziato a liquidare l’archivio. Non è stata una decisione
inattesa, anche perché hanno cominciato circa sei mesi fa a consegnare
materiali all’Accademia: libri e altro.
Quali le motivazioni ufficiali?
La motivazione ufficiale riguarda gli alti costi di mantenimento del
posto. Ora l’affitto è di circa trecentomila fiorini (intorno ai mille
euro) al mese più spese. Si tratta di una bella cifra ma sospettiamo che
non sia questa in realtà la motivazione vera. Sembra invece una
decisione politica. Tutto lo fa pensare. I sospetti sono forti.
Si tratta dell’ennesima prova della volontà di controllo del governo in tutti gli ambiti?
Sì, però bisogna dire che la situazione è un po’ complessa. Lukács è
una figura emblematica. È difficile che nei giornali di destra ci siano
articoli in cui si parli di Lukács dal punto di vista dei contenuti. Per
essi si tratta solo di uno sporco comunista. È sufficiente pronunciare
il suo nome, e subito scattano alcuni meccanismi. Di certo questi
ambienti non sanno nient’altro di Lukács, solo che era un comunista e
come tale è una figura di opposizione, senza contare il fatto che
nell’opposizione ci sono diversi suoi allievi, liberali o di sinistra, e
li si denuncia anche in questo modo.
Il trasloco dovrebbe avvenire entro la prima metà dell’anno prossimo…
Sì, c’è un edificio in costruzione che ospiterà un Centro di studi
umanistici. Questo edificio non è stato ancora ultimato, dovrebbe essere
portato a termine entro la fine dell’anno – devo dire che per me la
cosa non è urgente -. Il trasloco è previsto per un momento ancora
imprecisato da situarsi entro la metà del prossimo anno.
Quale sarà il destino dell’appartamento in cui Lukács ha
vissuto e lavorato a lungo e che da un anno dopo la sua morte a oggi
ospita l’archivio omonimo?
L’appartamento è di proprietà del V distretto; qui gli affitti sono
molto cari, la cosa non è indifferente. Come ho già avuto modo di dire,
la motivazione ufficiale è questa: l’affitto è caro e i costi di
manutenzione sono elevati. Ma siamo in possesso anche di altre
informazioni secondo le quali il luogo nel quale verrà portato parte del
materiale conservato in questo appartamento sarà pure più costoso. Di
certo, non ci starà tutta la documentazione conservata qui e sicuramente
non si potrà riprodurre in un altro luogo l’atmosfera di questo posto.
Le caratteristiche dell’edificio scelto sono completamente diverse, è
una costruzione moderna.
A questo punto, la soluzione migliore sarebbe che tutto il materiale
potesse trovare collocazione in un solo luogo. Sappiamo che i
manoscritti e le lettere saranno trasfriti in Accademia. non conosco
invece la destinazione dei mobili, temo che non potranno trovare posto
nella nuova sede insieme ai libri. Una volta effettuato il trasloco
l’appartamento sarà vuoto e a disposizione delle autorità del V
distretto che magari faranno un bando. Poi chissà!
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