venerdì 13 maggio 2016
Revisionismo musicale: Prokoviev arruolato nella Cia. Koba non riuscì a prevenire che tutti gli attori in declino recitassero un giorno "Pierino e il lupo"
Compie 80 anni la favola sinfonica del compositore russo: sotto le vesti dell’opera per bambini, una allegorica rivincita verso il regime dittatoriale che aveva ingabbiato la cultura
Sandro Cappelletto Busiarda 8 5 2016
«Posso raccontarvi una storia?». Mosca, 2 maggio 1936: nasce 80 anni fa Pierino e il lupo, la più amata «favola sinfonica per bambini», destinata a essere interpretata dai migliori attori e tradotta in tutte le lingue. Soltanto un’innocente storiella per far prendere ai ragazzi confidenza con gli strumenti dell’orchestra, o un testo a chiave da decifrare?
Secondo il figlio Oleg, suo padre Sergej Prokofiev decise di tornare in Russia soprattutto per due motivi: i debiti di gioco accumulati durante le tournée in Occidente e la sensazione che, a casa propria, sarebbe stato considerato il numero 1, senza che, come accadeva in Europa e negli Stati Uniti, Igor Stravinskij e Sergej Rachmaninov potessero oscurare la sua fama di compositore e pianista.
Ma per gli artisti russi quel 1936 comincia malissimo. Il 28 gennaio la Pravda, quotidiano del Partito comunista, pubblica «Caos anziché musica», stroncatura di Lady Macbeth nel distretto di Mzensk, l’opera di Shostakovic che ambienta la vicenda di Shakespeare nelle campagne sovietiche. Formalismo, l’accusa; in realtà Stalin - che aveva l’incubo di morire avvelenato - era rimasto terrorizzato dalla scena in cui Katerina uccide il suocero servendogli dei funghi con topicida. Shostakovic fa pubblica autocritica e comincia a dormire con la valigia pronta sotto il letto. Sei giorni dopo, altro articolo: ogni brano musicale, prima dell’esecuzione, deve essere approvato da una commissione di censura.
Prokofiev, benestante, sposato con due figli, sembra tranquillo e il regime pensa di affidare a lui, come avverrà, la cantata celebrativa per i venti anni della Rivoluzione del 1917. In primavera - come racconta Maria Rosaria Boccuni nella sua biografia (L’Epos editore) - il compositore incontra Natalja Satz, direttrice del Teatro per i bambini di Mosca. È lei a proporgli l’idea di «una sinfonia per bambini», mettendo in musica una favola della poetessa Nina Saksonskaja. Prokofiev accetta, ma pone una condizione: non solo la musica, scriverà lui anche la storia.
L’uccellino è l’artista
A fine aprile Pierino e il lupo (Petja i volk) è pronto. Pierino in Russia non è il bambino guastafeste delle nostre barzellette e Petja è soltanto il diminutivo di Piotr, ragazzino intraprendente, perfetto Giovane Pioniere, piccolo comunista chiamato a diffondere la cultura proletaria in famiglia e tra i coetanei. A ogni personaggio della favola Prokofiev associa uno strumento: a Pierino gli archi (violini, viole, violoncelli, contrabbassi), all’uccellino il flauto, al gatto il clarinetto, all’anatra l’oboe, al nonno il fagotto, ai cacciatori le percussioni. Al lupo i tre corni. Petja disobbedisce al nonno, va nella foresta, arriva il lupo che mangia l’anatra. Pierino prende una fune, sale su un albero, fa un nodo scorsoio e dice all’uccellino: vola davanti alla bocca del lupo, mentre io cerco di infilare la fune nella sua coda. L’uccellino vola, il lupo non riesce ad acchiapparlo, Pierino invece sì: il lupo è prigioniero.
E se fosse questo il primo indizio lasciatoci da Prokofiev per una lettura meno innocente e più politica, che qui si prova a raccontare, della favola?
Chi è quell’uccellino che - una, due, tre volte, mentre il flauto svetta felice e sbarazzino - arriva a un centimetro dalla bocca del lupo senza farsi sbranare? Chi se non l’artista che riesce a sopravvivere, a irridere il potere, a far impazzire di rabbia tutti i lupi del mondo?
Il tiranno nello zoo
«Smettetela di sparare!» grida Pierino ai cacciatori. «L’uccellino e io abbiamo già catturato il lupo. Aiutateci a portarlo al giardino zoologico».
Secondo indizio: catturare un lupo, non ucciderlo e portarlo allo zoo nel 1936? Prokofiev primo degli animalisti, oppure così tutti avrebbero visto il lupo in gabbia? Il grande dittatore fatto prigioniero.
Per trovare il terzo e a mio avviso decisivo indizio bisogna guardare un cartone animato girato negli Stati Uniti dalla Walt Disney. Prokofiev e Disney si erano conosciuti, e piaciuti, nel 1938 a Hollywood, durante l’ultimo viaggio del compositore all’estero, «con i due figli lasciati in ostaggio a Mosca. Poi, la gabbia si è chiusa. Più viene limitata la sua libertà, più Prokofiev scopre il sarcasmo ed è attratto dalla presenza del diabolico negli uomini», racconta Valerij Voskobojnikov, pianista e scrittore, testimone prezioso della vita dei musicisti russi del Novecento. Nel cartoon della Disney l’uccellino si chiama Sasha; l’anatra Sonya; il gatto Ivan. Solo il lupo non ha nome. Ognuno potrà chiamarlo come gli pare; meglio di niente, in tempi di terrore: essere liberi di dare un nome al lupo.
Per voracità, il lupo ha inghiottito l’anatra tutta intera: «E se qualcuno - dicono le ultime parole della favola - avesse ascoltato con attenzione, avrebbe sentito l’anitra fare ”qua qua” nella pancia del lupo». Sonya, variante russa di Sophia, nome greco che significa sapienza-saggezza. Chi avrebbe liberato la Sapienza dalla pancia del lupo?
Morti lo stesso giorno
Non sappiamo se Stalin decifrò gli indizi. Però da lì a poco cominciò a vendicarsi. Prima da vivo, limitando la libertà del compositore, facendo arrestare la prima moglie Lina Ivanovna, infine proibendo l’esecuzione delle sue opere. Poi, morendo lo stesso giorno, il 5 marzo 1953. «Tutto il paese piangeva Stalin e nessuno sapeva che era morto Prokofiev, che viveva a quattro isolati di distanza dalla sala dove era esposto il corpo del dittatore. A causa della folla, per alcuni giorni non fu possibile far uscire il corpo di Prokofiev da casa. Al suo funerale non vi era neppure un fiore fresco: tutti i fiori di Mosca erano stati portati a Stalin», racconterà Mstislav Rostropovic.
Con Pierino e il lupo Prokofiev si era preso la rivincita in anticipo. Non bisogna mai sottovalutare l’astuzia degli artisti. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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