lunedì 17 ottobre 2016
L'effetto ottico dell'Occidente come cosmopoli: Franco Rella
Risvolto
La metropoli è fatta di accelerazioni e vuoti abissali, in cui il moto
vorticoso del tempo sembra d’improvviso congelarsi nell’immagine di una
natura morta, in una silente piazza di De Chirico. Questo libro racconta
l’emergere di diverse immagini del tempo, di diverse strategie
attraverso cui si è cercato di dominarlo e di averne ragione. Ma via via
che ci avviciniamo ai nostri anni, la metropoli si trasforma nella
città odierna, in cui penetrano gli esclusi che premevano sui suoi
confini, in cui risuonano voci fino ad ora inaudite. È la complessità
della vita metropolitana, il suo “adesso”, il suo tempo, o meglio i suoi
tempi, che trasformano la metropoli in cosmopoli, lo spazio di cui non
è possibile tracciare confini. Cosmopoli non è nemmeno più New York o
Parigi o Londra o Tokyo. È l’Occidente della globalizzazione, e forse la
Siria, la Libia, l’Isis non sono il suo altro, ma la sua banlieue –
anch’esse Occidente, dunque – in cui in frammenti convivono molti tempi,
molte istanze, molte storie aprendo ai conflitti e alle tensioni che
caratterizzano il nostro tempo, questo nostro tempo estremo, che
assomiglia sempre più ad un vero e proprio passaggio d’epoca.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento