giovedì 12 gennaio 2017

Osterhammel, la globalizzazione e la politica europea

Jürgen Osterhammel: Die Verwandlung der Welt: Eine Geschichte des 19. Jahrhunderts, Beck 2009

Risvolto

Mit dem 19. Jahrhundert beginnt die Vorgeschichte der Gegenwart. Es war das Zeitalter der großen politischen Ideologien und der Verwissenschaftlichung des Daseins, der Eisenbahn und der Industrie, der Massenemigration zwischen den Kontinenten und der ersten Welle wirtschaftlicher und kommunikativer Globalisierung, des Nationalismus und der imperialen Expansion Europas in alle Teile der Erde. Zugleich ist das 19. Jahrhundert aus heutiger Sicht fern und fremd geworden: eine faszinierende Welt von gestern. Dieses Buch porträtiert und analysiert die Epoche in weltgeschichtlicher Sicht: als eine Zeit dramatischer Umbrüche in Europa, Asien, Afrika und Amerika und als eine Ära entstehender Globalität.


Jürgen Osterhammel erzählt kundig und facettenreich die Geschichte einer Welt im Umbruch. Aus einer Fülle an Material und einer Vielzahl unterschiedlicher Blickwinkel entsteht das Porträt einer faszinierenden Epoche. Osterhammel fragt nach Strukturen und Mustern, markiert Zäsuren und Kontinuitäten, Gemeinsamkeiten und Unterschiede. Seine kulturübergreifenden, thematisch aufgefächerten Darstellungen und Analysen verbinden sich dabei zu einem kühnen Geschichtspanorama, das nicht nur traditionelle eurozentrische Ansätze weit hinter sich lässt, sondern auch erheblich mehr bietet als die gängigen historiographischen Paradigmen wie Industrialisierung oder Kolonialismus. Die Herausbildung unterschiedlicher Wissensgesellschaften, das Verhältnis Mensch- Natur oder der Umgang mit Krankheit und Andersartigkeit kommen darin ebenso zur Sprache wie Besonderheiten der Urbanisierung, verschiedene Formen von Bürgerlichkeit oder die Gegensätze von Migration und Sesshaftigkeit, Anpassung und Revolte, Säkularisierung und Religiosität. Zugleich stellt Osterhammel immer wieder Bezüge zur Gegenwart her. Auf der Höhe der Forschung, engagiert geschrieben und zugleich wohltuend unideologisch, ist sein Werk nicht nur ein Handbuch für jeden Historiker. Seine plastischen Schilderungen ziehen auch den interessierten Laien in den Bann eines Jahrhunderts, dessen Bedeutung in dieser welthistorisch angelegten Epochengeschichte ganz neu ausgelotet wird.

Un libro sui pericoli della globalizzazione è il vangelo segreto di Angela Merkel 
Sabadin Busiarda 30 12 2016
I leader politici europei che devono incontrare la Cancelliera tedesca Angela Merkel dovrebbero prima leggere un libro, Die Verwandlung der Welt (La trasformazione del mondo), scritto dallo storico tedesco Jürgen Osterhammel. È lungo 1000 pagine, più altre 300 di note e di bibliografia. La Merkel lo ha letto tutto nelle settimane in cui è stata costretta a letto da una frattura del bacino, causata da un incidente di sci a Sankt Moritz nel dicembre del 2013. Da allora, dice chi la conosce bene, ogni sua azione politica è stata ispirata dalla visione di Osterhammel, un docente dell’Università di Costanza del quale sono stati pubblicati in Italia Storia della globalizzazione (Il Mulino) e Storia della Cina (Einaudi). 
Il Financial Times ha definito La trasformazione del mondo uno dei libri al quale vale la pena di dedicare un’intera estate di lettura e The Guardian ha intervistato ieri Osterhammel per capire come le sue tesi stiano influenzando la Merkel, cosa che lui nega senza troppa convinzione. Un fatto è certo: alla festa per i suoi 60 anni nel 2014, invece di invitare come si fa di solito qualcuno che parlasse bene di lei, la Cancelliera ha chiesto allo storico di tenere un discorso di un’ora sui destini del mondo. 
La tesi di Osterhammel non è del tutto nuova, ma è declinata in modo molto convincente. Il destino delle nazioni non è più nelle loro mani e forse non lo è mai stato. Piccoli e grandi eventi accadono lontano da noi e hanno gravi conseguenze sulle nostre vite senza che sia possibile governarli, perché raramente i politici li vedono e li capiscono in tempo. Uno di questi sono le migrazioni, che non hanno dimensioni contingenti, ma storiche. Quando incontra il primo ministro britannico Theresa May per discutere dei controlli ai confini, la Merkel dovrebbe ricordarle che alla fine dell’800 chiunque poteva entrare in Gran Bretagna senza l’obbligo di registrarsi. 
Quando si parla di moneta unica, bisogna pensare al predominio occidentale sulla Cina, che fu possibile nel 19° secolo perché l’Europa adottava l’Unione monetaria latina del 1866 e i cinesi avevano invece un arcaico sistema che mescolava monete d’argento e di rame. La storia nazionale, secondo Osterhammel e secondo la Merkel, è il prodotto della storia mondiale. Per questo bisogna essere severi con la Grecia, con l’Italia e con la Brexit: il destino dell’Europa non è certo, ma è messo costantemente in pericolo perché le cose accadono in modo imprevisto e i cambiamenti sono molto più rapidi della capacità di governarli. 
Nella globalizzazione non c’è niente di nuovo: prima di essere distrutta da due guerre mondiali, aveva toccato uno dei punti più alti tra il 1860 e il 1914. Ma è sbagliato pensare che sia benigna. È invece discontinua, reversibile, contraddittoria e produce sempre vincitori e vinti. C’è dunque un solo modo per stare un po’ tranquilli a casa propria: stare attenti, molto attenti, ai guai che combinano gli altri. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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