giovedì 12 gennaio 2017
Perché è nata la rivista "Materialismo Storico" e in che misura se ne poteva fare a meno guadagnando anche tempo
Nell'epoca della frantumazione e della dispersione del nostro patrimonio politico e culturale, la moltiplicazione delle voci in campo non è ricchezza ma sintomo della debolezza e della confusione oggettivamente esistenti. Oltretutto, questa frantumazione è favorita dalla rivoluzione tecnologica digitale, che estendendo al livello di massa la possibilità di diventare piccoli produttori indipendenti di contenuti intellettuali, sollecita inevitabilmente atteggiamenti e derive anarchicheggianti.
Più che aggiungere sigle a sigle, riviste a riviste, insomma, bisognerebbe unire ciò che è stato diviso, sulla base di pochi punti minimi che definiscono una piattaforma di resistenza.
Ho chiaro questo problema da diversi anni. Nel momento in cui mi sono posto l'obiettivo di dare nuovamente un punto di riferimento agli studiosi di orientamento marxista e storico-materialista, che si trovano oggi assai isolati nel lavoro accademico, la prima cosa che ho cercato di fare è stata perciò quella di partire dall'esistente, ovvero dalla realtà. E provare in primo luogo a rilanciare ciò che già c'era. Una rivista, in particolare, del cui comitato redazionale facevo parte e che da tempo languiva in una crisi editoriale e politico-culturale che era, a sua volta, specchio di una difficoltà più complessiva.
Proposi pertanto alla redazione e alla proprietà della rivista un progetto di ricostruzione, che passava anche per la fondazione di un Centro studi internazionale e per una serie di iniziative parallele.
Era il 2010, quando ancora esistevano possibilità migliori di quelle odierne. Quella mia proposta incontrò tuttavia le resistenze ottuse dei soggetti interpellati, del tutto indisponibili a perdere il controllo che esercitavano sulla testata (la quale, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto cessare di essere una mera rivista di partito o di battaglia politica per diventare - unica possibilità di salvarla - una rivista scientifica riconosciuta come tale).
Sono passati sette anni, tutti perduti, al termine dei quali è stato necessario fondare una nuova testata.
Qui sotto rendo pubblica per la prima volta la proposta che avevo formulato all'epoca. Proposta che, dopo un iniziale momento di interesse formale, fu lasciata morire senza darle un seguito.
La risposta quasi beffarda che qualche tempo dopo mi arrivò da uno dei maggiori responsabili della nostra catastrofe, per il quale andava tutto bene e non c'era ragione di preoccuparsi, mi sembra assai significativa di una tragica incomprensione dello stato delle cose che è ancora assai diffusa nel nostro campo. E mi sembra dunque politicamente degna di essere conosciuta, al fine di una corretta genealogia del tramonto di una storia. Ciascuno potrà valutare autonomamente, anche alla luce di quanto è nel frattempo accaduto, se il mio fosse ingiustificato allarmismo o se il loro fosse incorreggibile irresponsabilità [SGA].
"... dà la sensazione di una comunità scientifica
di sfigati: e non è affatto così. In molti campi della scienza e della cultura
gli studiosi di orientamento marxista sono tutt’altro che in minoranza o
“perseguitati”. All’interno delle diverse discipline, infatti, molti di noi
hanno posizioni di primissimo piano e non hanno bisogno di organizzarsi per
evitare di sparire. Il punto, quindi, a mio avviso, è semplicemente quello di
attrezzare alcune delle nostre riviste o collane editoriali con un comitato
scientifico, come dice il D.M. che mi hai inviato a suo tempo, affinché gli
scritti in esse contenuti possano essere valutati come pubblicazioni
scientifiche.
Ma nelle riviste scientifiche di ogni singolo campo dello
scibile, i marxisti (salvo eccezioni, che evidentemente sono tali) hanno loro
ruoli importanti: penso, alla rinfusa, all’italianistica, alla storia dell’arte,
all’archeologia, al diritto, alla filologia, all’urbanistica, etc.".
______________________________________________
Per la progettazione di un Centro studi internazionale e per la
ricerca dei relativi finanziamenti. Bozza
S.G.
Azzarà, 20 settembre 2010
La
condizione di minorità degli studiosi di orientamento marxista nell'accademia
italiana è prevedibilmente destinata ad aggravarsi nei prossimi anni. Non entro
qui nel merito delle complesse ragioni storico-politiche che stanno alle spalle
di questa situazione. E' importante però capire che - al di là del giudizio che
possiamo dare su di esse - le trasformazioni
intervenute nell'organizzazione e nel governo del sistema universitario
complessivo e dei singoli Atenei, assieme all'introduzione di nuove procedure
concorsuali e soprattutto di un nuovo metodo di valutazione della produttività
dei Dipartimenti e delle Facoltà, della qualità dei prodotti della ricerca
e dell'attività dei singoli studiosi, hanno determinato uno scenario
particolarmente difficile. Abbattendosi su una comunità di studiosi che in gran
parte ha introiettato la sconfitta politica subita, che è in ritirata e
dispersa e comunque oggettivamente accerchiata, queste trasformazioni rendono
ancora più complicata che in passato la difesa delle poche posizioni
attualmente a disposizione e preludono ad un futuro di ulteriore marginalità e
isolamento. Un futuro di estinzione, persino, nel quale sarà pressoché
impossibile la promozione di nuove generazioni di intellettuali che si
riconoscano organicamente nel materialismo storico.
Ricordo
che la tradizionale attenzione del PCI al mondo universitario era, almeno nelle
sue intenzioni originarie, un'importante eredità della teoria gramsciana
dell'egemonia. Si può ben comprendere che un arretramento strategico in questo
settore avrebbe pesanti ripercussioni sul movimento complessivo.
I
rischi di un controllo preventivo degli orientamenti della ricerca legati
alla valutazione e all'erogazione discrezionale dei fondi di finanziamento sono
ben esposti nell'articolo di Carlo Galli che allego (molto grave è il rischio
di una esclusione pregiudiziale dall'accesso alle pubblicazioni). Il secondo
file allegato indica invece quelli che d'ora in avanti saranno considerati dal
MIUR come gli unici criteri che decidono della "scientificità" di una
pubblicazione.
Alla
luce di tutto ciò, appare necessario dotarsi di strumenti innovativi per
affrontare la nuova fase e tentare di rovesciarne le difficoltà.
Il
principale fattore di debolezza degli studiosi marxisti nell'accademia italiana
è oggi la loro dispersione. Questi studiosi non si conoscono, non comunicano,
non sono perciò in grado di fare rete e di coalizzarsi per difendersi o per
organizzare strategie.
Obiettivo
minimo
La
prima cosa da fare è una mappatura delle risorse a disposizione:
-
quali e quanti docenti, in quali Università, in quali settori
scientifico-disciplinari, in quali posizioni;
-
dottorati di ricerca e progetti Cofin a disposizione in tutto o in parte;
-
riviste, case editrici, collane controllate o utilizzabili in maniera
diretta o indiretta;
-
possibili alleanze.
E'
necessario un luogo e un momento di confronto per delineare le necessarie
strategie operative (complessive e per macro-aree). L'Associazione politico-culturale OMISSIS dovrebbe proporsi
come centro catalizzatore di questo sforzo.
Le
riviste e le case editrici o collane già esistenti devono dotarsi di comitati
scientifici e di procedure di valutazione delle pubblicazioni coerenti con
quelle indicate dal MIUR.
Nei
settori scientifico-disciplinari o nelle macro-aree che non sono provviste di
strumenti di pubblicazione, è necessario creare riviste e collane scientifiche.
Ciò
che si può fare subito e a costo zero, e che è asssolutamente urgente, è
riorganizzare la gestione della rivista "OMISSIS" e di almeno alcune
collane della casa editrice OMISSIS secondo i nuovi criteri (entro
fine 2010).
Questo
è però largamente insufficiente. Come detto, sono necessarie più riviste che
possano essere funzionali l'una all'altra e fare sistema; ci sono intere
macro-aree del tutto scoperte; la gestione complessiva della casa editrice
dev'essere trasformata per adeguarla ai nuovi compiti; c'è un problema di
interdisciplinarietà e soprattutto di internazionalizzazione.
Appare
perciò indispensabile individuare le risorse economiche che possano rendere
praticabili questi obiettivi.
Obiettivo
massimo
In
mancanza di un soggetto politico finanziatore, l'unica strada è quella di
rivolgersi ai centri di finanziamento pubblici nazionali ed internazionali (il
discorso cambierebbe se potessimo disporre dell'appoggio e della
sponsorizzazione di soggetti economici: es. cooperative, enti legati
all'import-export da e verso paesi amici).
Occorre:
-
mappatura delle potenziali fonti di finanziamento;
-
utilizzare i Cofin già disponibili per il finanziamento diretto del progetto o
per un finanziamento indiretto (finanziamento di singoli pezzi che l'Associazione politico-culturale OMISSIS si
preoccuperebbe poi di coordinare);
-
progettazione specifica per la quale richiedere Cofin;
-
intercettazione di fondi europei (fondo sociale; fondi dedicati alla diffusione
della cultura e dell'istruzione o ricerca universitaria) tramite progettazione;
In
riferimento a queste ultime due voci bisognerebbe proporsi questi obiettivi,
sulla base dei quali verificare le possibilità di finanziamento:
-
Costituzione di un Centro studi internazionale per la promozione
interdisciplinare del pensiero dialettico (il nome che suggerisco è
International Center for Dialectical Studies o qualcosa di simile; è
preferibile evitare in questa fase preliminare di ricerca dei finanziamenti qualunque riferimento esplicito al marxismo e al
materialismo storico).
Questo
Centro studi può nascere dalla collaborazione di singoli studiosi o persino di
interi centri di ricerca afferenti a diverse università italiane, europee ed
extraeuropee con i quali siamo già in contatto.
-
Il Centro ha un comitato scientifico internazionale;
-
Promuove la collaborazione tra centri di ricerca internazionali nell'ambito
delle scienze umane (ricerche coordinate, seminari, convegni, scambi di
studiosi e di studenti; possibili interazioni tra scienze umane e scienze della
natura);
-
Il Centro - con le istituzioni universitarie che gli stanno alle spalle - si
dota di una scuola internazionale di Dottorato e mette a bando le necessarie
borse di studio. Promuove inoltre Scuole di perfezionamento e Master di I e II
livello;
-
Pubblica una rivista internazionale e una serie di riviste nazionali;
-
Deve essere dotato di una sede da acquistare o da affittare;
-
Deve avere un'idonea strumentazione (computer; macchine per scansione e
archiviazione);
-
E' dotato di una biblioteca e di un archivio;
-
Deve avvalersi di un numero minimo ma sufficiente di dipendenti retribuiti.
-
Il finanziamento richiesto deve essere di un certo livello, nell'ordine di
diverse centinaia di migliaia di euro (va preparato un conto preventivo
dettagliato).
Suggerisco
un incontro operativo ristretto nel mese di settembre a Roma o a Bologna per
precisare il progetto (devono essere presenti i compagni OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, OMISSIS, Azzarà). Subito dopo
è necessario incaricare un professionista della progettazione per capire se il
progetto è realizzabile, per individuare i filoni di finanziamento ed
eventualmente per affidargli l'incarico di redigere il progetto.
E'
utile effettuare consultazioni parallele in merito con funzionari PRC o PdCI
che si siano già occupati di progettazione (ad es., presso la Regione Lazio) e
con funzionari di partiti amici che lavorino presso gli uffici comunitari.
Verificata
la realizzabilità del progetto, un secondo incontro più allargato definirà
entro fine 2010 i dettagli e fornirà le informazioni per la progettazione.
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