Non è ancora trentenne ma crescerà e, molto lentamente, diventerà adulto. Il mondo ha smesso da poco di essere un ragazzo e malgrado guerre, miseria, malattie, tende a invecchiare. Oggi i suoi abitanti hanno in media 29,6 anni, nel 2025 ne avranno 32,1, nel 2100 saranno arrivati a 41,7. I dati dell’Onu raccontano di una progressione alla quale in Europa e in generale in buona parte dell’Occidente si è già assistito. In molti Paesi ricchi l’invecchiamento degli abitanti ha smesso da tempo di essere un segnale di benessere, cioè di sopravvivenza che cresce, per trasformarsi in allarme: culle vuote e welfare vicino al collasso.
L’Europa è in tutto e per tutto il “vecchio continente”, con un’età media dei suoi abitanti di 41,7 anni. Gli under 24 sono poco più di un quarto del totale. Sono poco sotto ai quarant’anni l’Oceania e l’America del Nord. In Africa invece la media non raggiunge i vent’anni (19,4) e i giovani sono il 60%. L’Asia sta a metà strada, con trent’anni di media come America Latina e Caraibi.
L’Italia si conferma molto vecchia tra i vecchi. Secondo le Nazioni Unite i suoi abitanti hanno in media 45,9 anni. Il numero è un po’ più alto di quello di Istat perché basato su un sistema di calcolo diverso, nato per confrontare Paesi che raccolgono i dati, e li trasmettono, in modi e tempi diversi. L’Istituto di statistica italiano ieri ha reso noto che l’andamento demografico non si è invertito. Il Paese invecchia, la popolazione diminuisce. Le nascite nel 2016 sono scese ancora, dalle 486mila del 2015 al nuovo record negativo di 474mila l’anno scorso. La mortalità invece è calata, dopo il picco del 2015, da 648mila a 608mila decessi. Questo non ha influito positivamente sul numero dei residenti, che al primo gennaio 2017 sono 60 milioni 579mila, 86mila in meno dell’anno precedente.
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