giovedì 27 aprile 2017
L'unica Liberazione che ci rimane: liberiamoci dal ricatto del meno peggio e della riduzione del danno
Contro Macron non meno di quanto siamo contro Le Pen: né rossobruni
dirittumanisti come i negrieri e i manifestini, né rozzobruni come i
Lumpen "oltre destra e sinistra".
Esattamente come nel confronto
tra Trump e Hillary, infatti, qui non siamo in presenza della
contraddizione principale che ci obbliga a prendere posizione ma di una
guerra tra bande interna al neoliberalismo.
Dalla capacità di mantenerci autonomi e di non cedere ai ricatti
politico-morali (soprattutto dei liberali universalisti astratti ma
anche dal ricatto simmetrico dei particolaristi) passa quello
strettissimo sentiero che un domani potrebbe forse darci ancora una
minima ragione di esistere sul piano politico.
Se questo salto di
pensiero, questa vera e propria Liberazione mentale, fosse stata fatta
già nel 2006, quando tutto era assolutamente chiaro, saremmo già un
pezzetto avanti.
Faremo
un piccolo passo in questa direzione quando tutti potremo sciogliere le nostre
piccole mille sigle più o meno autoprodotte in qualcosa di meno piccolo,
per fornire almeno un'informazione attendibile tramite un unico portale
nazionale autorevole.
Basterebbe convergere su
pochissimi punti di programma minimo e dismettere l anarchismo
conseguenza della comunicazione digitale. [SGA].
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3 commenti:
Perché proprio il 2006?
Va beh, almeno in Francia c'hanno provato con Melenchon. Da noi invece le cose sono talmente gravi che la "sinistra antagonista" è composta dai vecchi centrosinistri proni allo straniero. Per favore, qualcuno ci aiuti!
Un asteroide.
Nel 2006 la sinistra si legò mani e piedi al PD e al governo Prodi, mentre cresceva un'insoddisfazione che da lì a poco sarebbe sfociata nel VDay dei grillini e poi nell'ascesa del M5S. La situazione era già compromessa ma è in quel momento che la sinistra spalanca le praterie a Grillo.
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