martedì 30 maggio 2017
Facciamo una sola lista a sinistra del PD: cioè facciamo una lista senza SI e Vendola, senza Pisapia e senza D'Alema
Dopo che la banda dei grillini si è messa d'accordo con le altre gang
per spartirsi tutta la torta tenendo alti gli sbarramenti, sembra
probabile che si andrà a votare a ottobre.
In una semicolonia,
l'appuntamento elettorale ha un significato prevelentemente spettacolare
e d'intrattenimento, perché le decisioni sostanziali sono prese nei
luoghi reali del potere e non certo in
Parlamento. Da quando abbiamo il pilota automatico europeo, oltretutto,
la politica si riduce nello spostare poche decine di miliardi da una
cordata di clienti all'altra e questo rende le elezioni ancora meno
rilevanti.
Tuttavia,
sebbene il suo lavoro in questa fase dovrebbe essere tutt'altro, siamo
certi che da qui a ottobre la sinistra sarà impegnata nella cosa che da
sempre più le interessa e l'appassiona: l'assemblaggio delle alleanze e
la compilazione delle liste elettorali.
Se proprio così deve
essere, allora, sarebbe bene che invece di perdere tempo dietro agli
appelli di Fratoianni o del Manifesto, le forze ancora minimamente
organizzate della sinistra iniziassero da subito un percorso che porti
alla presentazione di un'unica lista di sinistra.
Da questa,
ovviamente, se di sinistra deve essere, va esclusa la formazione
politica illegittimamente chiamata Sinistra Italiana, così come va
escluso Pisapia.
L'alternativa è quella di infilare due o tre
candidati nel listone che queste ultime sigle costruiranno assieme a
D'Alema - come un PdCI qualsiasi -, nella speranza di portare a casa
qualcosa. Spingendo ulteriormente i compagni verso l'astensione o il
voto di protesta a Grillo.
Al contrario, si tratta di dare un
segnale forte di autonomia, sapendo che non si raccoglierà nulla oggi ma
che scegliendo di dare un taglio netto al passato si sta seminando per
il domani [SGA].
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