domenica 4 giugno 2017
I rossobruni: la lista-civetta europeista D'Alema-Pisapia-Vendola-Camusso-Manifesto, il Furfantellum e l'ossessione del Centrosinistra.
E la sinistra vera?
Annunciando in TV con la consueta ma ormai imbarazzante spocchia la sua
poco attesa ricandidatura, uno Spezzaferro un po' imbolsito e sempre più
caricatura del se stesso che fu ha ribadito - se qualcuno ancora
facesse fatica a capirlo - che l'aggregazione di forze attorno a
Pisapia, con Fratoianni e gli scissionisti riluttanti
del PD, ovviamente auspicata anche dal Manifesto e dall'ala
concertativa della CGIL, ha un unico e fondamentale obiettivo: "battere
Renzi ma per ricostruire il centrosinistra". E dunque ricominciare con
quelle politiche antipopolari, euro-atlantiche e guerrafondaie
(rossobrune) che ci hanno portati dove siamo e hanno generato Renzi,
preparando un ulteriore slittamento a destra in nome del "meno peggio" e
della guerra al "populismo".
È sempre lo stesso schema ed è sempre lo stesso errore. Una proposta
che ha fatto danni in passato, quando i rapporti di forza politici e
sociali erano meno drammatici per le classi subalterne, e che farebbe
terra bruciata oggi che questi rapporti sono totalmente sfavorevoli.
In sostanza, vogliono fare tutto quello che fa Renzi, come hanno sempre
fatto in passato, ma vogliono farlo loro con i loro amici e soprattutto
riprendendosi e controllando il PD. Senza il quale, per loro, non c'è
salvezza e che basterebbe liberare dagli usurpatori.
Che poi
questo orrido marchingegno sia velleitario e irrealizzabile, perché
Renzi e Berlusconi sono assai più forti e furbi di questi reduci di
mille crimini e disastri, non sposta di una virgola la questione e
costituisce un ulteriore argomento contrario.
Per questo, l'atteggiamento di Rifondazione, che si è finalmente espressa con Maurizio Acerbo
denunciando questa manovra - che si fa forte dello sbarramento al 5% e
riduce ulteriormente gli spazi di democrazia - è molto importante. E può
rappresentare l'avvio di un processo di ricostruzione popolare della
sinistra su basi autonome che finalmente torni a chiamare le cose con il
loro nome: dove c'è puzza di SEL, là si sente già l'Ilva, là ci sono
già le municipalizzate o le cooperative in cui piazzare i clienti, là
c'è già il compromesso opportunistico per l'Assessorato, là è già
destra.
Entrare nel listone-civetta - se mai ci volessero -
significherebbe consegnarsi mani e piedi a D'Alema e Vendola senza poter
incidere e perdendo anche quel quarto di faccia e dignità che ci
rimane.
Seminare invece oggi - senza aspettarsi risultati
clamorosi, visto che si parte già tardi - per raccogliere domani,
allora. Tanto più che Grillo, al quale la subalternità della sinistra
aveva aperto autostrade, sta pian piano rivelando quanto assetato di
potere fine a se stesso sia il suo partito.
Solo, evitiamo di fare la "Lista Giggino", possibilmente [SGA].
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